Nel 1986 Terry Winograd scrisse un libro, intitolato Understanding computers and cognition – a new foundation for design, col quale mosse una critica all’intelligenza artificiale.
Questo condizionò l’evoluzione del concetto di IA.
Molti ricercatori dicevano che in breve tempo le macchine sarebbero state uguali, se non superiori, all’uomo.
Winograd sostiene, invece, che le macchine non potranno mai essere intelligenti quanto l’uomo, perché la costruzione del significato è il frutto di una relazione continua col mondo. L’interpretazione e la comprensione delle realtà sono considerate da Winograd attività che non possono essere separate dal vivere nella e dentro la realtà. Questo è un punto di vista decisamente diverso da quello dell’Intelligenza Artificiale.
Agli attuali calcolatori, dotati di programmi di tipo computazionale, mancherebbe proprio la comprensione intuitiva che caratterizza gli uomini, infatti un comportamento intelligente è legato alla capacità di interagire con gli altri.
Con tutto ciò vuole dire che una macchina, che ha un dispositivo che deve codificare, elaborare e decodificare dei simboli, non è in grado di prendere decisioni consapevoli.
"The question is not whether intelligent machines can have emotions, but whether machines can be intelligent without any emotions" Minsky, The Society of Mind