Walter Pitts (1923 – 1969) fu un logico che lavorò nel campo della psicologia conoscitiva.
Propose formulazioni teoretiche sull’attività neurale che influenzarono le scienze conoscitive, la psicologia, la filosofia, scienze neurologiche, informatica, cibernetica e gli studi sull’Intelligenza Artificiale.
Pitts apprese da solo la logica e la matematica. A 12 anni trascorse tre giorni in una biblioteca leggendo i Principia Mathematica e spedì una lettera a Bertrand Russell, precisando cosa non andasse nella prima metà del primo volume.
Russel, piacevolmente colpito lo invitò a studiare in Inghilterra. Pitts non accettò, ma decise comunque di diventare un logico.
All’Università di Chicago, dove non si era però iscritto come studente, incontrò Jerome Lettvin del quale diventò buon amico. In seguito incontrò Rudolf Carnap recandosi nel suo ufficio per segnalare un errore nel recente libro sulla logica che quest’ultimo aveva scritto. Pitts non si era presentato e Carnap, dopo aver visto le annotazioni, trascorse molti mesi a cercarlo; quando lo trovò gli offrì lavoro presso l’Università. Pitts a quel tempo era senza casa e senza reddito.
Incontrò McCulloch all’Università e questi accolse Pitts in casa sua assieme a Lettvin.
Pitts conosceva bene il lavoro di Gottfried Leibniz sulla computazione. Lavorarono chiedendosi se il sistema nervoso potesse essere considerato una tipologia di dispositivo di computazione universale come descritto da Leibniz.
Nel 1943 Lettvin presentò Pitts a Norbert Wiener che aveva recentemente perso il suo braccio destro. Il loro primo incontro, dove discussero la prova di Wiener riguardo il teorema ergodico, andò così bene che Pitts si trasferì a Boston per lavorare con Wiener.
Pitts scrisse ampie tesi sulle proprietà delle reti neurali connesse in tre dimensioni. Lettvin lo descrisse come “il genio del gruppo… quando gli facevi una domanda, ti tornava indietro un intero manuale”. Venne anche descritto come un eccentrico, dal momento che rifiutò che il suo nome venisse conosciuto pubblicamente.
Respinse a tal proposito ogni incarico di prestigio perché avrebbe dovuto firmarsi.
A causa della moglie di Wiener, che odiava McCulloch i rapporti si interruppero e Pitts sprofondò in una crisi di isolamento sociale dal quale mai si riprese. Bruciò il manoscritto sulle reti tridimensionali e non si interessò più al suo lavoro.
Unica eccezione fu una collaborazione con Robert Gesterland che produsse uno scritto sull’olfatto.
Il modello matematico di un neurone viene oggi chiamato “neurone di McCulloch-Pitts”. La formulazione teoretica dell’attività neurale del cervello rimane come eredità durevole di Walter Pitts e Warren Sturgis McCulloch per le scienze conoscitive.
Lettvin al centro della foto e Pitts di profilo osservano una rana
"The question is not whether intelligent machines can have emotions, but whether machines can be intelligent without any emotions" Minsky, The Society of Mind