MONUMENTI DI CREMONA
IL BATTISTERO
La costruzione del Battistero ebbe inizio nel 1167; dalla tipica pianta ottagonale richiama simbolicamente l’ottavo giorno della resurrezione di Cristo e quindi per estensione il battesimo. L’esterno in terracotta presenta pareti lisce su cui si aprono piccole finestre bifore o monofore, caratterizzate da contrafforti a spigolo acuto ed in alcuni casi suddivise attraverso due sottili lesene semicircolari terminanti in piccoli capitelli cubuci e conclusi da un fregio di archetti pensili. Dal 1553 il battistero subì interventi di modifica, che lasciarono però inalterata l’originaria struttura medioevale, ma interessarono la copertura marmorea delle due fronti nord e nord-est, adattandole così alla nuova forma rinascimentale della facciata della cattedrale eseguita alla fine del XV sec. Essa è caratterizzata da una loggia formata da piccoli pilastri e da una banda in cotto decorata con doppi oculi “post –bramanteschi” per ciascun lato; inoltre fu duplicata l’originaria copertura medioevale, innalzando e separando il tetto di legno e rivestendolo d lastre di rame all’esterno. All’interno nel 1531 fu completata la nuova fonte battesimale; l’ingresso fu arricchito nel 1588 da un protiro romanico, con volta a botte e colonne poggianti su leoni, costruito da Angelo Nani.All’interno il battistero conserva maggiormente l’impianto medioevale anche se sono visibili alcuni elementi gotici. Il sistema del battistero basato su due gusci murari separati all’interno da una cassa di compensazione consentono l’impostazione della cupola a otto spicchi che termina nella struttura a fornici usata nello spazio tra la cupola stessa e l’estradosso piramidale. All’interno sulla parete sud è situato l’altare di San.Giovanni decorato da un crocefisso risalente al XIV, dietro di questo un affresco con la Maddalena e le pie donne ai piedi di Gesù crocifisso e in cielo fra le nuvole Dio creatore. All’interno dell’edificio sono stati posizionati frammenti musivi del cortiletto del Torrazzo caratterizzti da una serie di ottagoni collegati ad alcuni quadrati da una treccia a due fasce e ornato con motivi decorativi tra i quali fogli di edera e boccioli di rosa. Originari del battistero, oggi esposti nel palazzo vescovile, erano i due picchiotti di bronzo con protomi leonine risalenti al XII. Sulla sommità del monumento si erge la statua in bronzo dell’ arcangelo Gabriele , ora sostituito da una copia.
ILTORRAZZO
Il Torrazzo, oggi simbolo della città, è il secondo campanile in muratura più alto di Europa con le sue “250 braccia e2 once cremonesi” come si legge nella lapide alla base della torre corrispondenti a 112 metri e 12 cm .Per tradizione il Torrazzo viene edificato nel 754 e 1284 oggi invece la sua ricostruzione viene fatta risalire a quattro periodi differenti. L’ inizio del cantiere viene fatto risalire al terzo decennio del XIII sec., il secondo alla metà del secolo stesso , la terza verso il 1284 e la quarta ed ultima entro il 1309. Il Torrazzo è costituito da tre diverse parti , la prima formata da una torre quadrata in stile romanico con il lato di 13 m e mura spesse 3, che terminano con dei merli in muratura;la seconda formata da un doppio ordine di ghirlanda ottagonale in pietra e muratura e la terza costituita da una guglia marmorea , tipicamente gotica, terminante in una palla sovrastata da una croce di rame dorata, detta Ghirlandaia. Sulla torre si aprono ampie bifore e trifore e profilature verticali o a cornici orizzontali dando alle pareti un effetto chiaroscurale. Anticamente il Torrazzo, composto da 502 gradini, fu realizzato per scopi militari, infatti veniva utilizzato per chiamare a raccolta i soldati, ma nel 300 divenne il campanile della vicina cattedrale. La parte principale della torre è costituita dal grande orologio astronomico, rappresentante la volta celeste con le costellazioni dello zodiaco attraversate dal moto del sole e della luna e posizionato a circa un terzo dell’ altezza. Questo orologio fu realizzato nel 1583 da Giovanni Battista Divizioli e dal figlio Giovanni Francesco mentre fu originariamente dipinto da Paolo Spazzola e in seguito ridipinto più volte nell’arco dei secoli. Gli ingranaggi dell’orologio mettono in movimento quattro lance, tra queste la più interessante è la seconda infatti compie un giro completo solo ogni diciotto anni e tre mesi e quando si sovrappone alle altre aste indica le eclissi. Il Torrazzo possiede sette campane ciascuna dedicata ad un santo: la più piccola è stata battezzata S Barbara Eurosia e la più grande è dedicata a S Omobono e a S Imerio. Quest’ultima collocata nella stanza campanaria, pesa da sola trentacinque quintali. Per la sua altezza, nella storia, è stato scelta più volte come luogo da cui suicidarsi.
LA LOGGIA DEI MILITI
La Loggia dei Militi è uno dei più bei palazzi in stile gotico dell’Italia settentrionale ed è un interessante esempio di architettura comunale avviata a divenire architettura signorile. Il palazzo fu costruito nel 1292 come testimonia l’iscrizione contenuta nella lapide murata nella facciata; sempre nella parte alta di quest’ultima sono rappresentati il gonfalone del comune e i quattro stendardi portati rispettivamente dai cavalieri delle quattro porte della città antica: porta Pertugio, porta Aliberti, porta Natali e porta di San Lorenzo. La storia della loggia è strettamente collegata all’evoluzione della “Società dei Militi”; infatti durante il periodo ghibellino della città tale palazzo e il portico erano la sede delle riunioni dei capitani della società, che erano i più ricchi abitanti della città e del contado e i proprietari di feudi. Con il rafforzamento della fazione guelfa, la società dei militi, anche se soppiantata dalla “società del popolo” mantenne le sue prerogative di corpo militare e sociale. Oltre a luogo di riunioni, il palazzo era adibito a custodia della bandiera, dei ruoli e degli statuti particolari. La Loggia dei Militi, rifacendosi ai broletti lombardi, è una struttura in cotto, caratterizzato da un portico a pian terreno con due arcate ogivali e da un salone al primo piano con tetto a vista entrambi a pianta rettangolare. Il piano finestrato sul lato lungo è costituito da tre trifore archiacute,corrispondenti a due alte arcate a sesto acuto del porticato,mentre il lato breve è inciso da una sola bifora,al di sopra di un’unica arcata. È possibile comprendere l’importante qualità pittorica della superficie parietale soffermandosi ad ammirare gli splendidi ricami minuti su ghiere,superfici superiori esterne di spessore uniforme di un arco,i cornicioni e gli sguanci,sagomature svasate di un’apertura,praticate nello spessore di un muro.Il palazzo mostra uno splendido gioco cromatico impreziosito anche dal contrappunto di sottili colonnine marmoree.Sotto il portico si conserva l’emblema di Cremona proveniente dalla porta margherita demolita nel 1910,costituito da due statue di Ercole reggenti lo stemma cittadino.
ILPALAZZO COMUNALE
La data di costruzione del palazzo è incerto, probabilmente i lavori iniziarono negli ultimi anni del XII sec., tra il 1193e il 1194; riferimenti certi, documentati da una lapide ubicata nel cortile, risalgono pero al 1206 e al 1245, anno in cui il palazzo venne ampliato.L’attuale condizione permette di riconoscre alcune caratteristiche risalenti alla metà del 200 ad esempio l’adozione del modulo e del tracciato rettilineo, a pianta semplice e forme squadrate, riconducibili ad ascendenze cistercensi. La struttura medioevale del palazzo restò uguale fino al XV sec. Nel 1496 furono apportate importanti modifiche riguardanti soprattutto la facciata: furono realizzate quattro finestre delineate da lesene marmoree scolpite a bassorilievi con formelle a soggetto mitologico ed allegorico, più tardi fu innestato nel pilastro centrale della facciata un arengario di marmo. Al 1568-78 risale la suddivisione interna dell’edificio in grandi sale di riunione: quella del Consiglio dei Decurioni, una cappella, detta sala dei violini ed una galleria di accesso chiamata il Salone dei Quadri. Fu poi edificato uno scalone sul lato verso via Gonfalonieri ed ulteriori modifiche furono effettuate nella facciate: le finestre furono ridotte in forma rettangolare e le lesene furono riutilizzata per due portali presenti tuttora nei saloni degli Alabaredieri e dei Decurioni. Infine nel XIX sec. su indicazione del Voghera si modifico nuovamente la facciata e si sostituti lo scalone del XVI sec con uno nuovo.A Partire dal Medioevo le pareti del palazzo comunale furono arricchite da complementi decorativi di carattere pittorico,quelli appartenenti al 300 raffigurano la restituzione dei carrocci tra Parma e Cremona.All’interno si distinguono parecchi affreschi del XIII sec. a partire dalla parete orientale della sala degli Alabardieri.Nella seconda metà dell’400 furono decorate con motivi floreali le volte dei portici e sulle pareti di questo sono presenti tre preziose lunette che richiamano la cultura figurativa lombarda. Al termine dello scalone d’onore è presente un portale rinascimentale;i particolari decorativi rappresentano soprattutto le storie di Ercole. Nella sala dei quadri sono da ricordare i dipinti con la raccolta della manna di Cossali e la moltiplicazione dei pani e un’ Ultima Cena del Genovesino.Nella stessa sala gli otto tondi del soffitto raffigurano le virtù del governo. Per concludere la saletta dei violini custodisce alcuni capolavori della liuteria cremonese, tra cui uno Stradivari.
LA CATTEDRALE DI CREMONA
I lavori per la costruzione dell’ attuale cattedrale furono iniziati nei primi anni del XII sec., ma il terremoto del 3 gennaio 1117 bloccò e rovinò gran parte dei cantieri che, dopo una decina d ’ anni dal loro inizio, come si può leggere sulla lapide di fondazione rappresentante i profeti Enoc ed Elia, erano gia in fase di avanzata costruzione. I lavori poterono essere riavviati solo nel 1129 e conclusi tra il 1160 e il 1170, ma ulteriori modifiche e aggiunte furono effettuate fino alla fine del secolo. La consacrazione della cattedrale e in particolare dell’ altare dedicato ai suoi patroni S Archelao e S Imerio avvenne nel 1196. Sicuramente più chiara compare la struttura della cattedrale dopo il 1129: probabilmente era organizzata lungo tre navate con transetto, cripta e matroneo. Durante la realizzazione furono chiamati per abbellire la chiesa scultori provenienti da luoghi diversi e aventi stili molto differenti. E ’ possibile attribuire un buon numero di statue murate nella facciata principale o esposte nei protiri occidentale e settentrionale ad un gruppo di artisti riconducibili allo stile wiligelmico, grazie all’ alta qualità delle opere. Allo stessa scuola è riconducibile la creazione più importante di tutta la cattedrale, una delle più belle sculture romaniche; questa è formata da quattro lastre raffiguranti i profeti Ezechiele, Daniele, Isaia, Geremia, situate sul portale maggiore. Sempre di orientamento wiligelmico sono l ’ architrave rappresentante Gesù e i dodici apostoli, due stupende mensole che ritraggono due cariatidi, una con un uomo barbuto e una sirena, l’altra con un uomo con dei baffi e la sirena, poi i simboli degli evangelisti e i due patroni Enoc ed Elia, e un bassorilievo contrassegnato da un tralcio in cui si identificano immagini simboliche di uomini e animali. Con molta probabilità esisteva sin dal XII sec un altro edificio adiacente alla chiesa romanica che doveva avere la finalità di doppia cattedrale, questa ipotesi è avvalorata da dei ritrovamenti musivi nel cimitero. La facciata che ancora oggi è possibile vedere fu creata tra la fine del 200 e i primi anni dell’300, posteriore è invece la realizzazione dei protiri, di parte del transetto e del rosone. Quest’ ultimo fu decorato da fregi con un tralcio di vite con foglie e grappoli d ’ uva che rappresentano metaforicamente il mondo, negli spazi tra una foglia e l ’ altra sono stati inseriti degli animali fantastici e simbolici. Negli stessi anni si iniziò la costruzione di un rivestimento marmoreo, la creazione in questa di due gallerie, l’innalzamento del protiro e il rifacimento delle facciate del braccio nord e sud del transetto. Esternamente furono aggiunte opere scultoree fino al XIV sec, mentre la decorazione interna della cattedrale iniziò nel XIII sec. anche se ci sono rimasti di questo periodo solo frammenti, al XIV sec risale il ciclo di affreschi dell ’ antico testamento, che comprende 37 episodi affrescati su sfondo bianco delle facciate del transetto. Nel 1383 furono costruite delle volte costolonate dipinte poi con stelle rosse. Nel XV sec iniziarono molte opere di ristrutturazione e abbellimento che si conclusero nel 1491. Inizialmente si sopraelevò la parte centrale e la loggia chiamata la “ Bertazzola ” , inoltre si creò un attico e un portico. Rinascimentale sono certamente i pannelli che riproducono le storie dei SS martiri Mario, Marta, Audiface ed Abaco. Complesso ligneo di grande rilievo è poi il coro canonicale e la croce da altare in argento. Nel XVI sec fu dipinto il ciclo di affreschi sulla pareti laterali della navata maggiore che narrano la via di Maria e di Cristo. Fino ai giorni nostri la cattedrale si è arricchita di opere d ’ arte per esempio le storie di S Rocco del Genovesino del XVII sec, il gruppo ligneo della sacra famiglia di G. Bertesi dell’ 600, la Cappella delle Reliquie realizzata nel XVII o l ’ urna sepolcrale di Mons. G. Bonomelli in marmo e bronzo del 1923.