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Il carbone si è formato dai resti vegetali che sono stati compressi, alterati chimicamente e trasformati dal calore e dalla pressione in tempi geologici.
L'era geologica durante la quale si formò la maggior parte del carbone fu il Carbonifero (fra i 280 e i 345 milioni di anni fa). Quindi il carbone è un combustibile fossile così come il petrolio e il gas naturale.
Tra i combustibili solidi è il più utilizzato al mondo nella produzione di energia elettrica. La combustione del carbone libera, dunque, l'energia del sole immagazzinata dalle piante con la fotosintesi milioni di anni fa: per questo, è un prezioso contenitore di energia solare "fossile".
Il carbone è una delle principali fonti di energia dell'umanità, e anche uno dei modi più inquinanti di produrla.
Oggigiorno (2008) circa il 40% dell'energia elettrica mondiale è prodotto bruciando carbone infatti il carbone è la maggiore fonte combustibile per la generazione di energia elettrica.
Molti Paesi dipendono fortemente dall’elettricità prodotta usando il carbone: Polonia (96%), Sud Africa (90%), Australia (86%), Cina (81%), India (75%), Repubblica Ceca (74%), Grecia (70%), Danimarca (59%) e Stati Uniti (56%).
Il carbone viene poi utilizzato nell’industria siderurgica infatti il coke, un derivato del carbone, è una materia prima per la produzione di acciaio.
In altri processi industriali si usano i gas di carbone per produrre fertilizzanti, solventi, prodotti farmaceutici, pesticidi. Dalla distillazione del carbone si ottiene poi il catrame.
Nel 2000 è stato stimato che le riserve mondiali di carbone economicamente accessibile con le tecniche minerarie conosciute oggi ammontino a circa 15 bilioni di tonnellate.
Il 95% dei giacimenti di carbone, si trova nell'emisfero settentrionale (quasi il 60% è ripartito tra Cina, USA ed ex URSS).
In Europa, la fascia dei grandi giacimenti è localizzata nei Paesi centro-settentrionali: Gran Bretagna, Francia settentrionale, Belgio, Olanda, Germania, Polonia e Russia.
L'Italia possiede solo piccole quantità di carbone.
Le riserve probabilmente dureranno meno di 200 anni. Molto di più di gas naturale e petrolio ma comunque un tempo limitato. Le dichiarazioni sulle riserve mondiali di carbone generano anche qualche perplessità. Molti giacimenti si trovano fra i 1500 e i 2000 metri di profondità, quindi l'estrazione del carbone sarebbe economicamente svantaggiosa, rispetto a metano e petrolio. Questo ridurrebbe le riserve vantaggiose a 250 miliardi di tonnellate. Questo aspetto ridimensionerebbero notevolmente le scorte effettive di carbone utilizzabile.
La combustione del carbone, come quella di ogni altro composto del carbonio, produce anidride carbonica (CO2) e quantità variabili di anidride solforosa, a seconda del luogo dal quale è stato estratto.
L'anidride solforosa reagisce con l'acqua, formando acido solforoso.
Se l'anidride solforosa viene rilasciata nell'atmosfera, reagisce con il vapore acqueo ed eventualmente torna sulla terra in forma di pioggia acida.
Le emissioni della combustione di carbone in centrali elettriche rappresenta la più grande fonte artificiale di anidride carbonica, che secondo la maggior parte degli studiosi del clima è causa primaria dell'effetto serra e del consuguente riscaldamento globale.