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Una speranza per la Terra


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Ultimo aggiornamento: 28/3/2008

Paura e Speranza

Un uomo, tra grigie macerie, guarda ad una nuova terra

Le tre rivoluzioni industriali, quella del carbone e della macchina a vapore, quella dell'elettricità e del motore a scoppio, quella dell'energia atomica e dell'informatica, hanno toccato in profondità la nostra vita quotidiana.

A lungo abbiamo visto soprattutto quanto di buono ci veniva dall'innovazione.
Soltanto ora iniziamo a percepire il terribile rischio che lo sviluppo tecnico ha portato con sé. I nostri comportamenti possono sconvolgere in maniera catastrofica gli equilibri naturali. Possono distruggere la nostra stessa vita.

Non è sempre stato così L'umanità ha vissuto a lungo quello che la scuola storiografica francese della Annales ha chiamato il tempo quasi immobile. Un tempo in cui i cambiamenti nel modo di vivere si misuravano in secoli o in millenni. Un tempo in cui gli uomini non potevano ferire in profondità la natura. E, proprio per questo, il rapporto uomo-natura non assumeva un valore morale.

Così, per millenni, non abbiamo sviluppato un'etica che definisse la nostra responsabilità di fronte alla natura.
L'orizzonte della nostra etica è sempre stato sincronico, volto al presente o all'immediato futuro. Oggi dobbiamo, invece, assumerci la responsabilità di un futuro più lontano. Dobbiamo agire in modo che le conseguenze delle nostre azioni siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra. Dobbiamo, insomma, creare una nuova etica. Non è troppo tardi. Religioni e filosofia ci offrono gli strumenti per farlo.

Questo, dunque, il senso del nostro lavoro :

  • contribuire a definire la drammaticità delle minacce che gravano su di noi
  • individuare le risposte etiche che la riflessione umana, filosofica e religiosa, ha elaborato
  • suggerire possibili vie di intervento.
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Novità nel sito

Intervista al vescovo di Pavia

La nostra Deborah Cosentini ha intervistato anche il vescovo di Pavia, monsignor Giovanni Giudici, e gli ha posto alcune domande generali sull'insegnamento della Chiesa in campo ecologico.
Abbiamo trascritto le risposte.

Monsignor Giudici non ha rivisto il testo dell'intervista.

«La religione ci mostra dunque un Dio che ci affida la creazione e il nostro compito è quello di portarla a compimento in diversi modi e nelle diverse circostanze».

28/3/2008

Intervista a Gabriele Mandel khân

La nostra brava Deborah Cosentini ha intervistato Gabriele Mandel khân, Vicario generale per l’Italia della Confraternita dei Sufi Jerrahi-Halveti.
Gabriele Mandel ha risposto per iscritto con un documento complessivo.

«Per l'Îslâm (intendendo l’Îslâm per ciò che esso è: una religione, e non un’etichetta di comodo per coprire giochi di potere anche nefandi, che con la parola di Dio proprio nulla hanno a che fare), i valori ecologici e ambientali si sgranano sulla base di un universo creato da Dio secondo un Suo disegno di armonia e di regola, e sulla fruizione delle ricchezze della Natura, da Dio concesse in usufrutto all'umanità tutt’intera».

12/3/2008

Paura

Completata la sezione "La minaccia atomica".

Le previsioni apocalittiche non sono soltanto deliri millenaristici.

Forse è il caso di avere paura. Non la paura che paralizza ma quella che ci aiuta a cercare le risposte giuste.

12/3/2008

 


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"Molte ha la vita forze tremende;
eppure più dell'uomo nulla,
vedi, è tremendo."

Sofocle

"alla natura si comanda solo ubbidendole."

Francis Bacon

"un oggetto di ordine completamente nuovo, nientemeno che l'intera biosfera del pianeta, è stato aggiunto al novero delle cose per cui dobbiamo essere responsabili."

Hans Jonas

"non si può fare impunentemente uso delle diverse categorie di esseri, viventi o inanimati - animali, piante, elementi naturali - come si vuole, a seconda delle proprie esigenze economiche."

Giovanni Paolo II


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