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Ultimo aggiornamento: 28/3/2008

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Intervista a Giovanni Giudici

Monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia ci ha gentilmente ricevuto durante la Settimana Santa ed ha risposto alle nostre domande sul giusto rapporto tra l'uomo e la natura.

Ecco il testo dell'intervista

monsignor Giovanni Giudici a Roma

Secondo la religione cristiana qual è il rapporto tra uomo e natura?

Per noi cristiani il rapporto con la natura è regolato dal fatto che crediamo nella creazione di Dio e quindi siamo, anche noi uomini, una creatura al pari delle altre. In più però rispetto alle altre creature abbiamo da parte del creatore l’impegno di conoscere la creazione, di ammirarla, come tante volte dicono i salmi, e abbiamo anche il compito di portarla a compimento. La religione ci mostra dunque un Dio che ci affida la creazione e il nostro compito è quello di portarla a compimento in diversi modi e nelle diverse circostanze. Portare a compimento la natura significa darle un ordine che lasci al centro la persona. Come un torrente che scende a valle portando con sé dei sassi arrecando distruzione necessita di essere incanalato pur rispettando le sue piene così anche la natura.

Per i cristiani la natura è uno dei doni che Dio ha fatto agli uomini, abbiamo noi dei doveri morali nei confronti di essa?

Certamente noi abbiamo dei doveri morali nei confronti della natura perché nella nostra rivelazione cristiana essa è un dono e la risposta giusta nei confronti del donatore è trattarlo bene proprio come chi riceve un vaso è in dovere di trattarlo bene in modo da mostrare di essere capace di accogliere il dono.
Il nostro impegno può essere descritto come un non deturpare la natura, non usare le sue forze per fare del male, non distruggerla (ad esempio le foreste, le acque dei laghi e dei fiumi).
C’è anche un dovere di non abbandonarla a se stessa, in quanto le leggi della natura hanno una forte componente di casualità (per esempio le trombe d’aria) e quindi il compito dell’uomo è quello di cercare di contenere queste forze in modo da non renderle distruttive. Per questo è molto importante un gran coordinamento delle forze umane. Ad esempio una tromba d’aria che si sviluppa nell’oceano caraibico viene avvistata, la popolazione che si trova sul suo percorso viene allontanata e poi vengono usati anche mezzi chimici per diminuirne la potenza; quando invece la natura non viene monitorata e non ci sono né la collaborazione né gli strumenti per il controllo ecco che la tromba d’aria provoca disastri, come avviene per esempio per le tempeste che invadono il Bangladesh.
Un altro dovere morale è quello di sviluppare una benevolenza verso gli animali, nonostante la centralità dell’uomo infatti deve esserci nei loro confronti un’attenzione a non essere crudeli e un rispetto.

Di fronte allo stato in cui si trova il nostro pianeta (grande inquinamento, minacce provenienti dallo sviluppo, ecc) come si dovrebbe comportare un cristiano?

L’impegno che il cristiano si prende di fronte alla natura è quello innanzitutto di custodirla come un bene prezioso e in secondo luogo come un bene che è per tutti. Il nostro compito quindi è quello di guardare sia al presente che al futuro, dobbiamo infatti pensare che le pianure, le foreste i laghi vanno lasciati anche a coloro che vengono dopo di noi, dobbiamo dare ai posteri la possibilità di fruire di questi beni come è stato per noi. Ad esempio il bene prezioso dell’acqua, noi dobbiamo cercare di avere uno stile di vita che ci permetta di consegnare ad altri in futuro questo stesso bene. Dunque il dovere del cristiano tocca anche la politica, occorre infatti che essa abbia attenzione a questi problemi naturali. Se vengono realizzate delle grandi opere, per esempio la TAV, che hanno un grande impatto perché portano merci e viaggiatori attraverso l’Europa, la cosa importante è che i progetti abbiamo il massimo rispetto della natura. Noi dobbiamo quindi avere anche una coscienza politica. Lo stesso vale per il potere sopranazionale: è importante che il cristiano riconosca i poteri di questi enti che attraverso le conoscenze, il coordinamento e l’imposizione di limiti cercano di creare una collaborazione a livello globale a favore della società umana.


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