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LOMBARDIA.IT - Ultimo aggiornamento 7 Marzo 2006 - 21:09
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MONUMENTI DI MILANO


Duomo

Situato al centro geometrico di Milano, il Duomo misura 11.500 m2, è lungo 158 metri, largo 93 ed è sormontato da innumerevoli guglie, la più elevata delle quali è alta 109 metri. Il Duomo fu voluto da Gian Galeazzo Visconti e costruito lungo l'arco di ben cinque secoli. I lavori ebbero inizio nel 1386 sul luogo dove sorgeva la basilica di S. Maria Maggiore. Nel 1572 San Carlo riconsacrò il Duomo, ma si dovette attendere il IX secolo prima di vedere erette la guglia maggiore tra il 1765 e il 1769, e la facciata nel 1813. Si resero comunque necessarie vaste opere di restauro, sia nel corso dell'800 che nel secolo seguente. Le più importanti furono quella del 1935 e quella degli anni dopo la II guerra mondiale, la più complessa e dolorosa, a seguito delle ferite inferte dai bombardamenti aerei del 1943; tuttora la chiesa è ancora sotto restauro. Pur essendo passata attraverso le mani di una schiera infinita di architetti, italiani e stranieri, la costruzione del Duomo ha mantenuto una straordinaria coerenza stilistica attraverso i secoli, sviluppandosi secondo l'impronta che i maestri Giovannino de' Grassi e Giacomo da Campione, legati stabilmente alla fabbrica dal 1392, dettero al nascente Duomo: quello stile "gotico fiorito" caratterizzato dall'esuberanza decorativa, nato in Francia - dove trovò massime espressioni a Reims e a Parigi - ma che nelle menti degli architetti italiani acquistò una propria identità. Nel semicatino absidale, a 40 metri da suolo, il 14 settembre 1576 fu incastonata la reliquia del Santo Chiodo, che secondo la tradizione era della croce di Cristo, giunta a Milano sin dai tempi di S. Ambrogio (IV sec. d. C).

Scala

Il più celebre dei teatri lirici italiani, annoverato anche tra i primi al mondo, fu costruito dal 1776 al 1778 da Giuseppe Piermarini, in semplici forme neoclassiche, sull’area dell’antica chiesa di Santa Maria della Scala, cui deve il nome. La sala ha una capienza di circa 3000 spettatori tra platea, quattro ordini di palchi e due gallerie; anche all’interno della sala prevale un elegante stile neoclassico. Semidistrutta dai bombardamenti del 1943 fu riaperta al pubblico con un memorabile concerto diretto da Arturo Toscanini. L’ultimo grande restauro è avvenuto tra il 2003-2004.

Castello

Fondato dai Visconti nel 1300 si chiamava Castello di Porta Giovia, situato immediatamente al di fuori delle mura medievali. Dopo la sua parziale distruzione il 1447-1450, fu Francesco Sforza a ricostruirlo per farne la sua dimora. Il castello continuò a subire lavori di ritocco ed ampliamento ad ogni cambio di regime: prima il Moro fino al 1499, poi più tardi sotto il dominio spagnolo a metà del 1500, fino ai francesi nel 1800. Ma la veste odierna del castello si deve al più importante dei lavori di riassetto: quello di Luca Beltrami, a cavallo fra '800 e '900, che reinventò la fortezza con importanti aggiunte e cambiamenti. Per quanto spesso si presenti la fortezza come edificio rinascimentale, i lavori del Beltrami hanno avuto un rilievo tale che sembra più corretto parlare di un complesso di gusto eclettico. Il suo interesse sta proprio nella compresenza delle tracce che ciascuna epoca ha lasciato sul castello. Novecentesco è il profilo che si apre maestoso su via Dante, con al centro la Torre del Filarete (la torre storica fu distrutta da uno scoppio nel 1521). Fanno invece parte del gruppo originario i tre corpi di fabbrica della Rocchetta. La corte Ducale ha di sfondo invece il portico dell'Elefante, che risale al 1473. Al suo interno i Musei del Castello custodiscono tesori di grande rilevanza, sia storica che artistica tra cui antichi manoscritti come il Codice Trivulziano di Leonardo o la Pietà Rondanini di Michelangelo. Il castello ha rischiato innumerevoli volte nel corso della sua vita secolare di essere distrutto. Messo all'asta per la demolizione dal governo della Repubblica, furono diverse le amministrazioni che deliberarono di raderlo al suolo: prima gli spagnoli, poi lo stesso Napoleone fecero brillare le prime mine, per poi in seguito cambiare idea. Da ultima, negli anni conclusivi del 1800, la stessa giunta municipale decise di edificare al posto del castello un'ampia area residenziale. A convincere l'allora sindaco Giulio Belinzaghi a fermarsi fu proprio il Beltrami, contro l'opinione di molti che, come il politico Cesare Correnti, guardavano alla fortezza come un monumento di cui liberarsi.

Ago e filo

L'Ago e il Filo sono una scultura in due pezzi creata da Claes Oldenburg e dalla moglie Coosji van Bruggen e inaugurata nel 2000. Il gigantesco ago con il filo multicolorato che sbuca in un altro punto della piazza con il nodo finale, sono stati realizzati per il rifacimento della Stazione Cadorna e della antistante piazza alla fine degli anni novanta. Sono un omaggio alla laboriosità milanese e soprattutto al mondo della moda, che ha in Milano uno dei centri mondiali. L'architettura della nuova stazione, caratterizzata dalle colonne rosso fiamma, è di Gae Aulenti.

Sant’Ambrogio

Fu fondata nel 379 da Sant’Ambrogio stesso, protettore di Milano, come “Basilica Martyrum” (basilica dei martiri), poiché ospitava le spoglie dei Santi Gervasio e Protasio. Lo stesso Vescovo vi fu sepolto alla sua morte, il giorno di Pasqua del 397. I ritocchi sull’assetto originario della chiesa si sono ripetuti nel corso dei secoli, modificandone l’aspetto iniziale di severo edificio a tre navate: un nuovo presbiterio ed una nuova abside seguono la costruzione di un secondo campanile entro il X secolo. Nel 1126 un grosso crollo obbliga a pesanti interventi e adattamenti che si protraggono nei secoli successivi, fino all’opera di “restaurazione” ottocentesca che, nel tentativo di riportarla all’aspetto antecedente al crollo de 1196, incide notevolmente sull’immagine definitiva della basilica. Entrando nell’atrio quadriportico antistante la basilica vera e propria, si offre al visitatore una delle immagini più classiche dell’iconografia cittadina: il disegno a capanna della facciata appare incastonato fra i portici dell’atrio in basso e lo svettare dei due campanili in alto. Nonostante si parli della basilica come di uno degli esempi classici di romanico duecentesco, pesano gli interventi edilizi e di spoliazione dell’ottocento, pur eseguiti nel rispetto della planimetria e delle proporzioni medievali. All’interno la basilica custodisce veri e propri tesori: fra tutti il pergamo nella terza campata della navata centrale, il ciborio al centro del presbiterio, l’arca in argento contenente le spoglie dei martiri e del santo milanese ed infine il sacello di S. Vittore in Ciel d’Oro. Nel cortile della canonica sorge inoltre il piccolo Oratorio di San Sigismondo, il martire Cristiano che vi fu sepolto insieme a S. Desiderio A lato della piazza antistante la basilica si erge una colonna romana sormontata da un capitello corinzio. Sono evidenti nel fusto due buchi fra loro ravvicinati. La tradizione vuole che siano stati lasciati dalle corna di Satana durante uno scontro con Cristo. Chi si troverà - così vuole la leggenda - a passar vicino alla “Colonna del Diavolo” la notte di Capodanno, sentirà odore di zolfo.

Arco della Pace

L'impressione che offre di sé è quella della solennità, anche grazie all'imponente slancio della sovrastante Sestigia della Pace e alle ricche decorazioni che fanno da contrappunto all'eleganza dei soffitti. L'arcata maggiore è larga m.7,13, alta dalla soglia al ciglio m.14,23, e all'imposta m.10,78; le arcate minori sono larghe m.3,11, alte m.8,67 al ciglio, e all'imposta m.7,08. Fu Napoleone a spingere il Consiglio Comunale di Milano ad erigere un Arco di trionfo che costituisse un nuovo ingresso alla città verso Parigi in corrispondenza della strada del Sempione, affinché l'Imperatore potesse varcarlo ogni volta che si recava a Milano. L'opera fu iniziata nel 1807 su progetto del marchese Luigi Cagnola. Bonaparte non fece però in tempo a vederlo concluso e, ironia della sorte, l'Arco venne inaugurato il 10 settembre 1838 da Ferdinando I, Imperatore asburgico. Le scritte ed i fregi previsti erano stati ovviamente adeguati ai tempi, come poi avvenne anche con l'arrivo dei Savoia dopo la metà del secolo. L' Arco della Pace fu una tra le maggiori realizzazioni della edilizia pubblica milanese ottocentesca. Alla sua costruzione nel 1807 si istituì la "Commissione di Ornato", composta da un gruppo di architetti tra i più importanti del momento (Cagnola, Canonica, Zanoja, Landriani, Albertolli), che pianificarono gli interventi urbanistici e architettonici nella città e nel suo territorio. Luigi Cagnola progettò il complesso monumentale dell'Arco composto da due caselli daziari costruiti secondo una insolita tipologia "passante", che consentiva il transito attraverso gli edifici. L'impressione che offre di sé è quella della solennità, anche grazie all'imponente slancio della sovrastante Sestigia della Pace e alle ricche decorazioni che fanno da contrappunto all'eleganza dei soffitti. L'arcata maggiore è larga m.7,13, alta dalla soglia al ciglio m.14,23, e all'imposta m.10,78; le arcate minori sono larghe m.3,11, alte m.8,67 al ciglio, e all'imposta m.7,08. L’Arco della Pace non è stato il primo in città. In precedenza ne era stato innalzato uno vicino a Porta Orientale, accanto ai Giardini Pubbilici. Si chiamava Amalia, in onore di Amalia di Baviera, moglie del Vicerè d’Italia Eugenio Beauharnais. Nel 1807, quando si decise di celebrare le vittorie di Napoleone con la costruzione di un arco, si prese a modello proprio Amalia, l’arco in cartapesta.

Fonti: http://www.milanoin.it

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