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L’inquinamento elettromagnetico, meglio noto con il termine elettrosmog, è dovuto a radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, quali sono quelle prodotte da cavi elettrici percorsi da corrente ad alta intensità, reti per telefonia cellulare, dagli stessi telefonini e da emittenti radiofoniche e televisive.
L’opinione pubblica, recentemente ha posto maggiore attenzione su questo problema, temendo le gravi conseguenze sulla salute dell’uomo.
Tuttavia uno studio epidemiologico richiede molti anni, un campione d’indagine scelto con molta cura ed ingenti investimenti. Ma spesso questi studi, che trovano correlazioni tra l’esposizione all’inquinamento di tipo magnetico con malattie a lungo termine, vengono ritenuti non veritieri, contestando l’inesattezza statistica del risultato.
Un effetto accertato delle onde elettromagnetiche (dette ad alta frequenza) è l’innalzamento della temperatura dei tessuti biologici colpiti dalle radiazioni, soprattutto quelli più ricchi di acqua.
Nel caso dei cellulari la potenza irradiata è bassa, mentre quella dei microonde è notevolmente elevata.
Le radiazioni di microonde possono causare due tipi di meccanismi che aumentano la possibilità di avere tumori nelle persone soggette ad un’ampia esposizione: shock termico delle proteine e formazioni di micronuclei. I micronuclei sono filamenti spezzati del DNA ed indicano che le cellule non riescono più a ripararsi correttamente.
Nel 2004, una serie di studi effettuati dall’Unione Europea ha accertato che i danni causati dalle onde cellulari vengono trasmesse alla generazione successiva di cellule.
Altre malattie riscontrate sono:
Gli effetti sono maggiori nei bambini: questi assorbono molte più radiazioni degli adulti.