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risaie

Ecomuseo del Parco Sud Milano

ultimo aggiornamento: 26/9/2007

Storia

fossoQuesto territorio già dal Medio Evo, ha visto l'uomo modificare drasticamente la qualità del paesaggio, che diventò sempre più "un paesaggio costruito" come scriveva il Cattaneo, a proposito delle opere idrauliche e dell'utilizzo dell’acqua, di cui è ricca questa provincia.

Nell'opera di trasformazione del territorio i monaci cistercensi, presenti nella bassa milanese con le loro abbazie e con il loro imperativo di lavoro e preghiera, svolsero un ruolo fondamentale. Attraverso la grandiosa strategia di canalizzazione delle campagne, di realizzazione delle "marcite" (prati sui quali scorre l'acqua tutto l'anno permettendo una crescita rigogliosa delle erbe da foraggio) e di utilizzo delle acque di falda dei fontanili, i monaci resero quest'area unica dal punto di vista agricolo. Ancora oggi l'opera secolare di trasformazione idraulico-agraria caratterizza queste campagne ed è una testimonianza della storia del territorio.

L'opera dell'uomo si è sforzata di regolare e modellare il corso delle acque valorizzandone il suo utilizzo a fini militari, agricoli e commerciali.

Nel corso dei secoli il territorio si è organizzato attorno a diverse costruzioni: in principio furono le Abbazie (Chiaravalle, Mirasole, Viboldone), poi vennero i castelli (Rocca Brivio, Melegnano, Bussero, Cusago), in epoche più recenti Ville e Cascine (Villa Invernizzi, Villa Ca' Resta, Cascina Grande).

L'ultimo secolo, invece, è caratterizzato da un'edilizia brutta e disordinata oltre a un incremento dell'inquinamento diffuso delle acque e al degrado di vaste aree ai margini dei centri abitati.

Dall'archivio fotografico del FOTOCUB ROBBIO, p. g. c. La coltura caratteristica di questa zona è sempre stato il riso, che ancora oggi viene prodotto dalle numerose aziende agricole.

Negli anni sessanta si iniziato a pensare alla creazione di un Parco, negli anni settanta – ottanta si è assistito al suo sviluppo da concetto a strumento legislativo-amministrativo, negli anni novanta si è passati all'affermazione legislativa ed ai primi strumenti gestionali fondamentali allo sviluppo di iniziative volte a recuperare e valorizzare il territorio.

Obiettivo fondamentale è il governo dello sviluppo entro criteri di compatibilità ambientale e nel rispetto della sua vocazione agricola, prima compito impossibile proprio in assenza di un strumento unitario come il Parco stesso.

La rete di marcite e fontanili, un tempo fittissima, lentamente si è disgregata. Le tecniche dell'agricoltura moderna hanno privilegiato i metodi di coltivazione a maggiore produttività e minor dispendio di manodopera: la gestione delle risorgive e delle scoline delle marcite è risultata troppo impegnativa ed onerosa se confrontata con le rese che si ottengono con gli insilati (foraggi per gli animali ottenuti attraverso un processo di fermentazione del mais e di altri cereali). Per questo il Parco propone agli agricoltori degli incentivi per il mantenimento delle marcite.

"La natura è lo spirito visibile, lo spirito è natura invisibile"
Schelling