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Ultimo aggiornamento: 28/3/2008

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Smaltimento e riciclaggio dei rifiuti

La gestione dei rifiuti coinvolge la raccolta, il trasporto, il trattamento (riciclaggio o smaltimento) e anche il riutilizzo dei materiali di scarto, nel tentativo di ridurre i loro effetti sulla salute dell'uomo e sull'ambiente.

Un interesse particolare negli ultimi decenni riguarda proprio quest’ultimo punto, assieme alla possibilità di recuperare risorse da essi.

La strategia adottata dall'Unione Europea è stata recepita in Italia con il DL Ronchi del '97 (abrogato e sostituito con il DL 152/06 Parte IV).
In sintesi:

  • Criteri di priorità (Art 179)

    • Sviluppo di tecnologie pulite

    • Ideazione e messa in commercio di prodotti che non contribuiscano o diano un contributo minimo alla produzione di rifiuti ed all'inquinamento

    • Miglioramenti tecnologici per eliminare al presenza di sostanze pericolose nei rifiuti

    • Ruolo attivo delle amministrazioni pubbliche nel riciclaggio dei rifiuti e loro utilizzo come fonte di energia

  • Prevenzione della produzione di rifiuti (Art. 180)

    • Corretta valutazione dell'impatto ambientale di ogni prodotto durante il suo intero ciclo vitale

    • Capitolati di appalto che considerino l'abilità nella prevenzione della produzione

    • Promuovere accordi e programmi sperimentali per prevenire e ridurre la quantità e pericolosità dei rifiuti

    • Attuare il DL 18 Febbraio 2005 n. 59 e la direttiva 96/61/CE specifica per la riduzione e prevenzione integrate dell'inquinamento

  • Recupero dei rifiuti (Art 181)

    • il riutilizzo, un nuovo impiego ed il riciclaggio

    • Produzione di materia prima secondaria trattando i rifiuti stessi

    • Favorire tramite misure economiche e capitolati nelle gare d'appalto il mercato dei prodotti re-impiegati

    • Uso dei rifiuti per produrre energia (recupero energetico (ossidazione biologica a freddo, gassificazione,incenerimento)

Pertanto, se il primo passo consiste nel prevenire la formazione dei rifiuti e di ridurne la pericolosità, il passaggio successivo riguarda l'esigenza di riutilizzare i prodotti e, qualora non fosse possibile il riuso, riciclare i materiali. Infine, solo per quanto riguarda il materiale che non è stato possibile riutilizzare e poi riciclare e il sottovaglio (ovvero la frazione in piccoli pezzi indistinguibili e quindi non riciclabili di rifiuti, che rappresenta circa il 15% del totale), si pongono le due soluzioni del recupero energetico tramite sistemi a freddo o a caldo, come la bio-ossidazione (aerobica o anaerobica), la gassificazione, la pirolisi, l'incenerimento oppure l'avvio allo smaltimento in discarica.
Dunque vi sarà sempre una percentuale di rifiuti residui da smaltire; da un punto di vista ideale il ricorso all'incenerimento ed alle discariche indifferenziate dovrebbe essere limitato al minimo indispensabile. La carenza di efficaci politiche integrate di riduzione, riciclo e riuso fanno dello smaltimento in discarica ancora la prima soluzione applicata in Italia ed in altri paesi europei. Per quanto riguarda il recupero, esistono progetti ed associazioni che si occupano dello scambio di beni e prodotti usati.

La prevenzione dei rifiuti

La prevenzione dei rifiuti consiste in un insieme di politiche volte a disincentivare, penalizzare economicamente o addirittura vietare la produzione di materiali e manufatti a ciclo di vita molto breve e destinati a diventare rifiuti senza possibilità di riuso. Soggetti interessati possono quindi essere tanto le imprese quanto i comuni cittadini, incentivati a ridurre a monte la produzione dei rifiuti, ad effettuare la raccolta differenziata.

Il trattamento dei rifiuti

Il trattamento dei rifiuti consiste nell'insieme di tecniche atte ad assicurare che i rifiuti abbiano il minimo impatto sull'ambiente.

Può riguardare sostanze solide, liquide o gassose, con metodi e campi di ricerca diversi per ciascuno.

Le pratiche di trattamento dei rifiuti sono diverse tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, ma anche tra città e campagna e a seconda che i produttori siano residenziali, industriali o commerciali. Il trattamento dei rifiuti per gli utenti residenti e istituzionali nelle aree metropolitane è solitamente responsabilità delle autorità di governo locale, mentre il suo trattamento per utenti commerciali e industriali è solitamente responsabilità di colui che ha prodotto i rifiuti.

La filiera della raccolta differenziata

I rifiuti raccolti in maniera differenziata possono sostanzialmente essere trattati, a seconda del tipo, mediante due procedure:

  • riciclaggio, per le frazioni secche;

  • compostaggio, per la frazione umida.

Riciclaggio dei rifiuti

Il riciclaggio comprende tutte le strategie utili per riutilizzare come materie prime materiali di scarto altrimenti destinati allo smaltimento in discarica.

In Italia, il tasso di raccolta differenziata sta gradualmente crescendo (è oggi intorno al 22,7%), ma è ancora inferiore alle sue potenzialità.

Numerosi sono i materiali che possono essere riciclati: metalli, carta, vetro e plastiche sono alcuni esempi. Vi sono tuttavia complessità associate ai materiali cosiddetti "poli-accoppiati" (cioè costituiti da più materiali differenti), nonché per oggetti complessi; non sono tuttavia problemi insormontabili e possono essere risolti con tecnologie particolari, in parte già adottate anche in Italia.

Compostaggio della frazione umida

Il compostaggio è una tecnologia biologica usata per la trattazione dei rifiuti organici raccolti differenziatamente (anche detti umido) sfruttando un processo di bio-ossidazione, trasformandola in ammendante agricolo di qualità da utilizzare quale concime naturale. Tramite digestione anaerobica viene ottenuto anche del biogas che può essere bruciato per produrre energia elettrica e calore; in tal modo è possibile diminuire il livello di emissioni inquinanti della discarica e migliorarne la gestione approfittando anche della conseguente diminuzione dei volumi legata al riciclo dell'umido.

La filiera della raccolta indifferenziata

I rifiuti raccolti indifferenziatamente sono naturalmente molto più difficili da trattare di quelli raccolti in modo differenziato. Possono essere seguite tre strade principali:

  1. Trattamenti a freddo, ovvero separazione e parziale recupero di materiali, biostabilizzazione e conferimento in discarica

  2. Trattamenti a caldo ovvero incenerimento e conferimento in discarica

  3. Conferimento diretto in discarica (oggi molto usato ma certamente da evitarsi).

In ogni caso è evidente che gli inevitabili scarti di questi processi finiranno in discarica.

Trattamento a freddo dei rifiuti

Scopo dei processi di trattamento a freddo è di recuperare una ulteriore parte di materiali riciclabili. Da questi processi (fra cui il compostaggio), si ricava in genere sia materiali riciclabili, sia il biogas, cioè, in pratica, metano.

Il principale tipo di trattamento a freddo è il Trattamento meccanico-biologico (TMB). Esso separa la frazione organica ed i materiali riciclabili: permette quindi una ulteriore riduzione dell'uso delle discariche e degli inceneritori, il tutto con emissioni inquinanti nettamente inferiori rispetto a tali impianti.

Il TMB può essere utilizzato anche per produrre CDR (combustibile derivato dai rifiuti): è questa l'applicazione principale che ne viene fatta in Italia, soprattutto al sud. In questo caso viene rimosso solamente l'umido ed i materiali non combustibili (vetro, metalli) mentre carta e plastica sono confezionati in "eco-balle" da incenerire: in questo modo il trattamento a freddo si intreccia con quello termico.

Trattamento termico dei rifiuti

Fra i processi di trattamento a caldo (o termico) dei rifiuti, si distinguono tre processi di base:

  1. Combustione (incenerimento)

  2. Pirolisi

  3. Gassificazione

Tutte queste tecnologie producono residui, a volte speciali, che richiedono smaltimento, generalmente in discarica. Sia in Italia che in Europa, gli impianti di trattamento termico di gran lunga più diffusi per i rifiuti urbani sono gli inceneritori.

Incenerimento con recupero energetico

L' incenerimento è una tecnologia consolidata che permette di ottenere energia elettrica sfruttando i rifiuti indifferenziati. Questi vengono bruciati in forni inceneritori e l'energia termica dei fumi viene usata per produrre vapore acqueo, tramite turbina. Tale energia è tuttavia minima a confronto con l'energia che si può risparmiare mediante il riciclaggio, che resta sempre l'opzione da preferire e incentivare rispetto a tutte le altre.

Pirolisi e gassificazione

La pirolisi e la gassificazione sono dei trattamenti termici dei rifiuti che implicano la trasformazione della materia organica tramite riscaldamento a temperature variabili (a seconda del processo da 400° a 1200 °C), rispettivamente in condizioni di assenza di ossigeno o in presenza di una limitata quantità di esso. Gli impianti che sfruttano tali tecnologie attuano la dissociazione molecolare ottenendo in tal modo molecole in forma gassosa più piccole rispetto alla originarie e scorie solide o liquide.

Discarica

Il principale problema delle discariche è l'emissione di gas spesso maleodoranti, dovuti alla decomposizione della frazione organica. Una possibile soluzione potrebbe essere la rimozione della frazione organica mediante raccolta differenziata o pre-trattando i rifiuti con il trattamento meccanico-biologico a freddo, riducendo fra l'altro anche i volumi da smaltire. La discarica può essere così usata per smaltire tutti i residui del sistema integrato di gestione dei rifiuti con un impatto ambientale minimo.

Oggi tuttavia vengono spesso avviati in discarica rifiuti indifferenziati o comunque contenenti materiali utili (vetro carta plastica ecc.) senza alcun pre-trattamento; questa è certamente una soluzione semplice, comoda, economica ma ambientalmente sbagliata, e purtroppo in alcuni casi facilmente controllabile dalla malavita.

Conclusioni, costi e ruoli nel sistema integrato

 

Gestione dei rifiuti in Europa – 2001

Nazione

Riciclo

Incenerimento

Discarica

Altro

Austria

60%

10%

30%

1%

Belgio

35%

34%

27%

4%

Francia

25%

32%

43%

0%

Germania

42%

22%

25%

11%

Italia

17%

9%

67%

8%

Paesi Bassi

45%

33%

8%

14%

Regno Unito

12%

7%

80%

0%

 

La combustione dei rifiuti non è di per sé contrapposta o alternativa alla pratica della raccolta differenziata finalizzata al riciclo, ma dovrebbe essere solo un eventuale anello finale della catena di smaltimento. Inoltre è ovvio che, se un inceneritore viene dimensionato per bruciare un certo quantitativo di rifiuti, dovrà essere alimentato per forza con quel quantitativo, impedendo di fatto la riduzione dei rifiuti e l'aumento ulteriore della raccolta differenziata.

Per ragioni tecnico-economiche la tendenza è oggi quella di realizzare inceneritori sempre più grandi, con la conseguenza di alimentare il "turismo dei rifiuti" (cioè il trasporto di rifiuti anche da altre province se non da altre nazioni) con il conseguente inquinamento. In Italia questo fenomeno è stato accentuato dai forti incentivi statali che hanno favorito l'incenerimento a scapito di altre modalità di smaltimento più rispettose dell'ambiente.


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Ritagli

"Il dato più inquietante è che nel periodo 2003-2006, mentre i consumi complessivi aumentano di appena il 2,9%, i rifiuti cresconodell'8,3% ."

Giancarlo Viglione
Presidente dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente

"Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori della città, certo; ma ogni anno la città s’espande, e gli immondezzai devono arretrare più lontano; l’imponenza del gettito aumenta e le cataste s’innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto."

Italo Calvino


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