Le attuali autovetture sono causa di alcuni tipi di inquinamento. Ad esempio c’è l’inquinamento dato dall’emissione di particolari tipi di gas, quali l’ossido di carbonio, quello di azoto, quello di zolfo, un particolato costituito da piccolissime particelle solide (polveri), idrocarburi combusti.
Poi c’è l’inquinamento dovuto alla normale usura dell’autovettura, come il pulviscolo di gomma, oli usati, piombo (contenuto nelle batterie) e solfati.
Infine c’è l’inquinamento acustico, soprattutto nelle grandi città, anche se questo è quello meno grave.
Per risolvere alcuni di questi problemi sono nati dei Consorzi (raccoglimento e smaltimento oli usati e batterie), a anche le aziende produttrici si sono mosse per il rispetto dei livelli di inquinamento imposti dalle nuove normative europee.
Le automobili con motore diesel non fumano più, ma proprio le dimensioni sempre più infinitesimali delle particelle invisibili emesse dallo scarico, i "nanoparticolati" (sono quelli con diametro inferiore a 500 nm) fanno discutere per i possibili effetti negativi sull'uomo.
I motori diesel emettono una quantità di particelle talmente piccole che servirebbero 20 anni per effettuare delle ricerche per verificare quanto effettivamente siano dannose, anche se uno studio pubblicato nel 1996 dall'Organizzazione mondiale della sanità di Ginevra conclude: "...globalmente, si stima che le emissioni dei motori diesel siano probabilmente cancerogene per l'uomo, tuttavia non si dispone di nessun dato quantitativo che permetta di valutare il rischio".
Quindi è necessario ricercare dei metodi di prevenzione visti gli eccessivi tempi di ricerca. Questi esistono e sono efficaci, dal momento che i filtri per particolati hanno dimostrato di poter eliminare il 90-99% delle polveri più fini, anche se costano molto. Una volta il gas di scarico dei diesel era molto più visibile, ma in realtà conteneva inquinanti meno pericolosi dei "benzina" non catalizzati.
Un'alternativa al diesel può essere quella dei motori a metano.
Oltre a essere meno inquinante rispetto a benzina, diesel e GPL, il metano è anche meno costoso. L'inconveniente principale sta nel fatto che i distributori che dispongono di metano sono ancora pochi e sono concentrati prevalentemente in Emilia Romagna e nelle Marche.
Un altro modo per risolvere il problema dell’inquinamento è l’utilizzo delle macchine a motore elettrico che però, pur non inquinando in termini di scarico, produce tuttavia emissioni nocive indirette, a causa dell’inquinamento prodotto dalle centrali elettriche necessarie per realizzarli. Inoltre oggi la scelta di una macchina elettrica comporta un costo piuttosto elevato e un'autonomia piuttosto scarsa, che si aggira intorno ai 90 chilometri.
Poi ci sono i motori ibridi, che funzionano essenzialmente ad elettricità, ma sono anche equipaggiati con un piccolo motore diesel o a benzina che serve per ricaricare la batteria e può essere utilizzato in caso di problemi con l'alimentazione elettrica. Alcune ricerche puntano a trasformare il motore termico come un generatore di corrente in maniera che, funzionando ad un numero di giri ottimale in modo costante, i consumi siano bassissimi. Per un motore di cilindrata 1600 cc., si avrà un consumo di circa 5 litri per un percorso di 100 Km e le sostanze inquinanti saranno ridotte al minimo.
Ultima proposta è quella delle auto con motore ad aria compressa. Questo, come suggerisce il nome stesso, funziona solo con aria compressa, presentandosi subito come motore ad "emissione zero". In città, una macchina con 5 persone a bordo, con questo tipo di motore, utilizzando 300 litri d'aria compressa a 300 bar contenuta in bombole realizzate in fibre di carbonio o di vetro, può percorrere circa 200 km.
Possibili carburanti alternativi sono:
Analizzando meglio il GPL si evidenziano vantaggi e svantaggi.
I punti di forza dell'impiego del GPL sono:
Gli svantaggi sono:
Consiste nella tariffazione dell'uso di alcune strade o zone della città, realizzata tramite il riconoscimento dei veicoli in transito e l'imposizione di un pedaggio al passaggio da opportuni punti di controllo.
Questo termine sta ad indicare una soluzione che va al di là della semplice tariffazione della sosta e comporta la regolamentazione e la diversificazione delle tariffe di parcheggio, secondo le aree cittadine e le fasce orarie, con lo scopo di variare alcuni comportamenti dell'utenza in funzione delle esigenze di controllo della circolazione.
Si tratta della condivisione tra più utenti di un mezzo privato, su un percorso comune tra punti di origine e di destinazione vicini.
È un servizio a chiamata, in cui veicoli collettivi senza percorso e orario fisso servono gli utenti per mezzo di un sistema centralizzato di prenotazione: la richiesta viene inoltrata telefonicamente al centro di controllo, specificando origine e destinazione dello spostamento, nonché la "finestra temporale" entro cui questo deve avvenire.
Il mezzo più vicino, oppure quello che meglio può soddisfare la richiesta in base ad opportuni parametri di qualità, viene conseguentemente dirottato per servire il nuovo utente.
Il punto critico nella definizione del sistema è relativo al bilanciamento del rapporto tra tariffa e qualità del servizio fornito: il dial-a-ride si colloca infatti come ideale punto di incontro tra i taxi (alti costi e massima flessibilità di percorso e di orario) e i servizi pubblici tradizionali, come i tram e gli autobus (percorsi e orari rigidamente fissati ma costi ridotti).
Si tratta di un sistema di piccole vetture, generalmente a propulsione elettrica, dislocate in un certo numero di parcheggi nell'area centrale, con la possibilità di essere noleggiate in modo semplificato, mediante una semplice tessera magnetica, che permette il riconoscimento del conducente e l'addebito della tariffa. Le tessere possono poi essere restituite in uno qualsiasi dei parcheggi collegati.
Il prototipo della Toyota Eliica, alimentata da batterie a ioni di Litio