La robotica ha iniziato presto a svolgere un ruolo nella produzione industriale. Non si tratta, ovviamente di robot antropomorfi, ma di macchine programmabili in grado di svolgere lavori complessi e tradizionalmente riservati all'uomo. E poteva farlo per 24 ore ore al giorno, senza stancarsi, in ambienti molto caldi o molto freddi, senza conseguenze per la salute, senza vacanze, senza annoiarsi e, soprattutto, con un costo molto basso. Un costo che, al contrario del salario degli operai, tendeva a scendere.
Nel 1980 si contavano 20.000 robot nel mondo. Cinque anni dopo erano già 200.000.
Oggi si calcola che siano più di 1.200.000, il 60% dei quali in Giappone.
Presentiamo qui una tabella riassuntiva tratta dal volume Macchine come noi di Yurij Castelfranchi e Oliviero Scott, casa editrice Laterza.
Data | Descrizione |
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1938-39 | William Pollard richiede un brevetto per un apparato che posiziona una spruzzatrice automatica. Poco dopo, Harold Rosenblum inventa un altro apparato analogo. |
1954 | George Devol inventa il braccio meccanico programmabile. Lo brevetta due anni dopo. |
1956 | Devol e l'imprenditore Joseph Engelberger decidono di unirsi e fondare Unimation, la prima industria produttrice di robot. |
1957 | Planebot, rudimentale braccio robot prodotto alla Planet Corp. |
1960 | La compagnia Amf crea un braccio programmabile di nome Versitran. |
1962 | Unimation introduce sul mercato il braccio robot Unimate. |
1966 | John McCarthy a Stanford crea un braccio manipolatore dotato di vista. |
1972 | primi robot dotati di tatto e vista insieme. |
1975 | Il Viking Lander, lanciato dalla Nasa per cercare traccia di vita su Marte, č dotato di un braccio robot. La Olivetti produce un robot assemblatore di nome Sigma. |
1978 | Unimation produce Puma, braccio robot antropomorfo, capace di movimenti complessi. In Giappone viene sviluppato Scara, concorrente di Puma, meno versatile ma molto pių veloce. |
1981 | Alla Carnegie Mellon vengono prodotti i primi robot a ingranaggio diretto, privi di cinghie di trasmissione. |
"The question is not whether intelligent machines can have emotions, but whether machines can be intelligent without any emotions" Minsky, The Society of Mind