Libro e film del 1926, scritto da Thea von Arbou e diretto dal marito Fritz Lang.
In un XXI secolo dominato dalle macchine e dal capitalismo selvaggio, l'élite dei padroni vive in splendidi palazzi di vetro e acciaio abbelliti da grandi giardini pensili.
Gli operai, rinchiusi in ghetti sotterranei, sono costretti a turni massacranti sotto il controllo delle macchine.
Maria, una giovane maestra operaia, prende la guida dei lavoratori e li esorta a difendere la propria dignità.
Fredersen, padrone e dittatore della immensa città-fabbrica, decide di farla rapire per impedire la rivolta degli operai.
Per suo incarico, lo scienziato Rotwang crea un robot identico a Maria, allo scopo di creare conflitti tra i lavoratori. Ma Rotwang odia Fredersen e, per questo costruisce un robot che incita il popolo alla rivoluzione.
Nel conflitto, le macchine e la fabbrica vengono distrutte, l'automa è mandato al rogo come una strega e la città precipita nel caos e viene inondata.
Iinfine, Maria e Freder, figlio del padrone, pentito e innamorato di lei, salvano la popolazione e instaurano la democrazia.
È evidente nel film la paura che le macchine e l'automazione possano minare la dignità umana. L'automa Maria è visto come incarnazione del male, e l'attore che interpreta Rotwang somiglia un po’ al demonio e un po’ ad uno scienziato pazzo.
"The question is not whether intelligent machines can have emotions, but whether machines can be intelligent without any emotions" Minsky, The Society of Mind