Nello sviluppare le ricerche e le sperimentazioni di programmi “intelligenti” sui computer, i ricercatori di Intelligenza Artificiale si sono imbattuti, nel decennio scorso, in molti problemi di tipo teorico. Tra questi vi sono il problema dell’esplosione combinatoria e quello della complessità delle situazioni reali.
Quando si intende individuare una condotta di azione intelligente in un determinato ambito adottando un linguaggio formale e un sistema di computazione, si incorre facilmente in una descrizione del problema difficilmente dominabile.
Per rappresentare le possibili azioni (per esempio in un gioco alle carte o agli scacchi) è necessario utilizzare almeno una rappresentazione simbolica dei vari passi si possono effettuare. Poiché a ogni passo, cambia il problema e a ogni passo l’ipotetico avversario può scegliere vari comportamenti, il numero delle possibili azioni cresce enormemente.
Il fenomeno della esplosione combinatoria è collegato alla complessità delle situazioni reali, infatti è stato dimostrato da diverse ricerche sociali ed economiche che l’uomo si trova a dover cercare strategie di azione razionale in condizioni di incertezza in quasi tutte le situazioni reali.
Le fonti principali di incertezza sono:
Per far fronte a questi problemi vi sono due strade principali:
La prima strada è quella dell’aumento della capacità di calcolo che si può ottenere potenziando la tecnologia e le risorse tecniche disponibili. Questa aumenta i casi di utilizzo dei computer, ma non può superare i limiti pratici della calcolabilità. Negli ultimi anni questa strada viene molto utilizzata poiché conduce a risultati positivi.
In questa direzione si muove il connessionismo, sviluppatosi alla fine degli anni ottanta. Questo propone di cambiare i concetti e gli strumenti, ma mantiene la stessa finalità , cioè lo studio dei sistemi intelligenti attraverso la simulazione su computer. Il connessionismo prende le mosse dalla difficoltà di imitare una struttura complessa come il cervello senza imitarne i modi con cui lavora.
Si ipotizza di lavorare sulla base di algoritmi che si propagano in parallelo in una rete di varie unità di elaborazione. I connessionisti rimproverano all’ Intelligenza Artificiale classica l’uso di computer non adatti al raggiungimento dello scopo e anche la concezione meccanicistica e razionalistica della mente.
La seconda strada consiste nell’osservare le caratteristiche dei comportamenti razionali degli esseri umani e nell’individuare opportune strategie per ridurre la complessità di calcolo.
Herbert Simon con il concetto di razionalità limitata ha contribuito a chiarire il problema di come un agente o attore possa fare delle scelte razionali.
Simon fa una distinzione tra scelta “ottima” e “soddisfacente”, dove con soddisfacente si intende un risultato adeguato ad un certo livello di aspirazione, anche non essendo il migliore.
I modi con cui si cerca di orientare e guidare la computazione sono dette procedure euristiche.
L’utilizzo di procedure euristiche e difficoltà incontrate, hanno alimentato l’ipotesi secondo la quale le macchine pensano."The question is not whether intelligent machines can have emotions, but whether machines can be intelligent without any emotions" Minsky, The Society of Mind