Intorno alla chiesa, probabilmente la più antica di tutta la Valtellina, (pare sia del principio del VI secolo), si narra una leggenda.
In alcuni periodi dell’anno i contadini scendevano nell’ossario della chiesa, prendevano i teschi e li lavavano con cura. Durante un’estate molto secca, non pioveva da circa due mesi e i contadini erano molto preoccupati per la sopravvivenza del bestiame e per loro stessi.
Una vecchia pensò allora, come rimedio, a quei teschi “miracolosi”. Scese nell’ossario, scelse il teschio più grosso, e andò a lavarlo, sicura di ottenere il risultato tanto dèsiderato. “Vedrete che pioverà”. Assicurò. E così fu: all’improvviso il cielo si oscurò, tuoni e lampi squarciavano l’aria. Poi cominciò a cadere la pioggia. Tutti furono presi da grande allegria. “I morti ci hanno fatto la grazia” si dicevano l’un l’altro. Avevano parlato troppo presto. La pioggia si trasformò in tempesta, il vento sradicò gli alberi, alcuni tetti furono scoperchiati, i torrenti e i ruscelli si gonfiarono paurosamente e cadde la grandine. La gente era terrorizzata, se ne stava chiusa in casa a pregare. Qualcuno buttava manciate di sale sul sagrato della chiesa per scongiurare il pericolo; furono suonate anche le campane, ma il nubifragio imperversò per giorni e giorni.
Veramente “Troppa Grazia!”.
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