Accadde a Lodi nel 1448.. Un nobile lodigiano, Camillo Cadamosto, giocatore d'azzardo, avendo perso i suoi averi al gioco, sfogò la sua rabbia contro una immagine di una Madonna che era affrescata sul muro d'ingresso della Cattedrale, nella scorciatoia che collegava il Duomo al palazzo del Vescovo. Il Cadamosto colpì con il suo pugnale l'immagine della Madonna sotto l'occhio sinistro: ne uscì del sangue che imbrattò la punta del pugnale. Sconvolto, il sacrilego fuggì, ma giunto a Brindisi e trovato con il pugnale sporco di sangue, venne accusato dell'assassinio di un uomo e condannato all'impiccagione. Sul patibolo Cadamosto, prima di mettere il collo nel nodo scorsoio, confessò il suo atto sacrilego commesso a Lodi e si proclamò innocente dell'omicidio di Brindisi. Ad un vogherese presente all'esecuzione venne dato incarico dal bargello di Brindisi di consegnare al Vescovo di Lodi la confessione fatta in punto di morte dal Cadamosto.
Solo allora ci si accorse del fatto e il Vicario generale e quanti lo accompagnavano constatarono lo sfregio sulla sacra immagine e anche che da quel graffio era uscito del sangue che aveva imbrattato il volto della Madonna ed era sceso sino al manto.
L'affresco della Madonna del Cadamosto è visibile nella cappella a destra dell'altare maggiore della Cattedrale di Lodi.
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