Nell’Alta Valle Brembana a Cusio, un piccolo villaggio che si posa dolcemente sulle cime circostanti si narra anche un'altra leggenda altrettanto diabolica, quella del cosiddetto Avarone. Costui era un giovane mandriano al servizio di un ricco padrone che lo maltrattava e spesso malmenava. I maltrattamenti nei confronti del ragazzo non fecero altro che renderlo più forte e più resistente, tanto che riuscì ad arricchirsi con alcuni affari andati a buon fine. Ben presto riuscì a diventare talmente ricco da dedicarsi al commercio per conto proprio. Crescendo divenne un uomo cosi avaro da guadagnarsi il soprannome di Avarone. Un giorno riuscì a concludere un affare molto importante, ingannando un suo amico in fallimento e facendosi vendere un enorme campo in cima ad un monte nelle vicinanze di Cusio. Arrivato in cima, dopo molta fatica e dopo molto cammino, si accorse con estrema rabbia e delusione che i campi comprati per un prezzo bassissimo erano inutilizzabili, poiché pieni di pietre. Non sarebbe stato possibile farne niente. Con la rabbia che avvampava nel suo cuore, si ritrovò a dire che avrebbe venduto la sua stessa anima al diavolo, pur di poter utilizzare quei campi. Non fece in tempo a concludere che tra due massi comparve il Diavolo in persona. In cambio della sua anima, il Diavolo si prese la briga di ripulire il campo con un centinaio di altri diavoli minori. Soffione, uno dei diavoli, soffiò via le pietre talmente forte, da renderlo completamente sterile. Avarone scappò via, e andò nella vicina chiesa dove si attaccò alle campane e le suonò finche l’armata infernale non fu completamente scomparsa. Nessuno ha mai più osato andare su quel campo da allora, poiché si dice che sia maledetto. Nessuno sa che fine abbia fatto Avarone. In memoria di lui, il monte fu soprannominato Monte Avaro.
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