Viene narrata in valle Imagna la visione di un certo Padre Claro che si recò con un confratello in un paese della Val Serina di cui non si sa il nome. Il parroco del paese li accolse malvolentieri e dopo la funzione e una magra cena, annunciò ai due predicatori che sarebbero dovuti andare a dormire in una casa vicina dove «ci si sentiva». Effettivamente i due frati passarono una tale notte che il mattino seguente,uscendo dalla camera, Padre Claro si accorse che il suo compagno era sbiancato dallo spavento. Dalla mezzanotte all’Ave Maria del mattino era stato un succedersi, per tutta la casa, di urli e di pianti, strascicar di catene, rimbombare di colpi alle porte delle camere dei due malcapitati ospiti. Il peggio era che avrebbero dovuto passarvi anche la notte seguente. Rassegnati alla loro sorte, si accordarono di rimanere in orazione, tutti e due nella stessa stanza.
A una certa ora, ecco un risuonare di colpi ripetuti alla porta. Padre Claro disse:«Se qualcuno ha bisogno di noi, venga avanti in nome di Dio». Ed ecco apparire e farsi avanti il fantasma di un personaggio vecchissimo, coperto di strani abiti, al quale Padre Claro domandò:«Che volete?».
«Te lo dirà chi mi segue» rispose lo scheletrico Matusalemme, dietro al quale, uno dopo l’altro entrarono, andando ad allinearsi davanti ai due monaci, altri due fantasmi vecchissimi. Dietro costoro si presentò d’un tratto l’aitante figura di un giovane di bell’aspetto, il quale, iniziando a parlare, rivelò che i tre che l’avevano preceduto erano dannati per essersi fraudolentemente impossessati della casa in cui si trovavano; egli era stato condannato alle pene del Purgatorio, perché, pur essendo loro erede, non era a conoscenza dell’indebita usurpazione perpetrata dai suoi avi. Pregava però i due missionari di convincere i propri eredi a restituire la proprietà alla Chiesa affinché finisse la sua pena. La tradizione popolare non lo dice, ma si può credere che dopo quella visione Padre Claro si sia adoperato per l’adempimento di quanto gli era stato detto.
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