GIOVILABIO
Sec. XVII. Ottone mm 400x195
Strumento in ottone di autore ignoto e non datato, derivante
certamente dagli studi compiuti da Galileo per determinare le
orbite e i periodi dei satelliti di Giove, la cui scoperta era
stata annunciata nel 1610 nel Sidereus Nuncius. Sullo strumento
sono segnate le tavole per i moti medi di ciascun satellite. Due
dischi girevoli, collegati tra loro e di diverso diametro, sono
inseriti sulla faccia dello strumento e permettono di determinare
la posizione di Sole e Luna in rapporto alla posizione dei
satelliti di Giove. Galileo avviò gli studi sui satelliti di
Giove nel 1611. Successivamente li riprese e approfondì,
soprattutto negli anni 1636 e 1637, per mettere a punto il metodo
per determinare la longitudine in mare. Gli Stati Generali
d'Olanda avevano promesso a chi l'avesse trovato un premio di
30.000 fiorini. Lo strumento proviene dall'eredità di Leopoldo
de' Medici, morto nel 1675.
Giovilabio - Metodo galileiano per stabilire la longitudine in
mare
Per stabilire le longitudini occorre confrontare il tempo, o
l'ora, locale, con l'ora riferita ad un certo meridiano. Tra
Cinquecento e Seicento si cercarono vari sistemi per determinare
questa importante misura, perché era necessario osservare da
luoghi diversi uno stesso evento che avvenisse ad un'ora
determinata e nota. Occorreva, cioè, un orologio naturale
accessibile ai naviganti. Il metodo ideato da Galileo consiste
nell'individuare in Giove con i suoi quattro pianeti medicei
questo orologio naturale. Infatti, gli istanti esatti delle
sparizioni e riapparizioni dei quattro satelliti di Giove
potevano essere calcolati in anticipo con sicurezza.