CANNOCCHIALE
Eil risultato della combinazione di due lenti, una piano-concava e l'altra piano-convessa entro un tubo. Le lenti sono poste una in prossimità dell'occhio (oculare), l'altra all'estremità opposta del tubo (obiettiva). L'invenzione va assegnata ad artefici olandesi, ma Galileo
ne perfezionò le prestazioni aumentando la capacità di ingrandimento delle lenti e trasformandolo in un formidabile strumento per l'indagine astronomica. Secondo una testimonianza del Faber,
il Principe Cesi,
nel 1611, chiamò il cannocchiale
"telescopio", perché permetteva di vedere oggetti
distanti.
Cannocchiale di Galileo
Sec. XVII Legno, carta. Lunghezza mm1360
Il tubo di legno ricoperto di carta contiene una lente obiettiva
biconvessa e un oculare piano concavo. Ha capacità di
ingrandimento di 14 volte. La lente obiettiva di questo
cannocchiale ha distanza focale di 1330mm e apertura utile di
26mm. Nel primo periodo delle sue ricerche astronomiche, Galileo
costruì, o fece costruire dai propri artefici, numerosi
cannocchiali. Di questi, solo pochissimi possono oggi essere
identificati con certezza. Tra questi sono il cannocchiale qui
descritto e il cannocchiale IV.19 ricoperto di pelle rossa,
passati, dopo la morte dello scienziato, tra i beni del principe
Leopoldo e, alla morte di questi (1675), entrati a far parte del
patrimonio mediceo. Il cannocchiale di Galileo è mostrato, tra
le mani dello scienziato, nella porzione di soffitto della
Galleria degli Uffizi, dedicata alla Matematica.
Cannocchiale di Galileo
Sec. XVII Legno, pelle. Lunghezza mm920
Il tubo di legno è ricoperto di pelle rossa con fregi in oro.
L'obiettivo è biconvesso e l'oculare biconcavo. Ha capacità di
ingrandimento di 21 volte. La lente obiettiva ha apertura utile
di 16mm e distanza focale di 980mm. L'oculare non è originale.
Come il precedente, anche questo cannocchiale appartenne, dopo la
morte di Galileo, al principe Leopoldo. Passò dopo il 1675 nel
patrimonio mediceo e, quando il Granduca Pietro Leopoldo di
Lorena fondò, nel 1775, il Museo di Fisica e Storia Naturale a
Firenze, entrò, insieme alle altre apparecchiature scientifiche
di provenienza medicea, nel nuovo Museo.