CALAMITE


Sec. XVII. Magnete, ferro mm 60x45; 50x55; 73x75; 60x40; 65x68x35; 35x35
Gruppo di calamite impiegate da Galileo nei propri studi sui magneti che furono intensi soprattutto tra il 1600 e il 1609. In particolare, di calamite Galileo discusse con Paolo Sarpi e con G.F. Sagredo nel primo decennio del Seicento. In tali discussioni compare spesso il riferimento al De magnete di Gilbert, un'opera che Galileo e i suoi corrispondenti veneziani, soprattutto Sarpi, avevano letto con grande attenzione.

Calamita armata



Sec. XVII. Galileo Galilei. Magnete, ferro, legno. Magnete mm 40x50; sostegno mm 175x320x670
Galileo fece omaggio di questa calamita a Ferdinando II, come è attestato da Benedetto Castelli: "Ho visto un pezzo di calamita di sei once solamente armata di ferro con esquisita diligenza dal Sig.r Galileo e donata al Ser.mo Gran Duca Ferdinando, la quale tiene sospese quindici libbre di ferro lavorato in forma di sepolcro". (Discorso sopra la calamita, Ms. Galil. 111, c.303v, Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze).


Grande calamita armata

Sec. XVII. Magnete, ottone mm 330x150x515
A lungo conservata nella Galleria degli Uffizi come attesta la testimonianza di Cornelius Meyer: "Il Serenissimo Gran Duca di Toscana conserva nella sua inestimabile Galeria [degli Uffizi] in Fiorenza una gran calamita che prima tirava libre 25 di ferro, e la quale poi per non essere posta in luogo opportuno haveva perso parte del suo vigore, in modo che non tirava che libre 20 in circa: onde mi fu commesso da quell'Altezza Serenissima da rilegare essa Calamita con un modo da me insinuato per dare à vedere quanta forza potevo farla riacquistare, in maniera che doppo ritrovati da me li veri punti polari, e fatta ogn'altra operatione necessaria in levare con la ruota le parti più terree et impure da essa Calamita, et armata poi la medesima d'una cassa d'ottone ridussi in brevi giorni l'istessa calamita tanto forzosa che non solamente tirava libre 25 di ferro, come haveva fatto per avanti, ma bensì fino a libre 55, ch'è più del doppio di quello tirava prima". (Nuovi ritrovamenti , Roma 1696, pp. 2-3). Il Meyer ricordava che il prezzo delle calamite eccezionali come questa era esorbitante. Non a caso nel 1609 Cosimo II aveva pagato ben 100 doppie (cioè 200 scudi d'oro) per acquistare, su consiglio di Galileo, una calamita dalla straordinaria forza attrattiva posseduta da Giovan Francesco Sagredo. Tale calamita è poi andata perduta.

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