Giovanni Pico della Mirandola nacque a Mirandola,
in Emilia, nel 1463.
Studiò filosofia a Padova, con maestri aristotelici averroizzanti, e greco a Pavia. A
Firenze entrò in contatto con gli ambienti neoplatonici; in Francia frequentò gli
scolastici.
Apprese anche l'ebraico, l'arabo e il caldaico
Fu condannato dalla Chiesa ed imprigionato per alcune dottrine di ispirazione cabalistica,
ma venne fatto liberare da Lorenzo il Magnifico ed ottenne il perdono di papa Alessandro
VI.
Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, Pico si avvicinò a Savonarola.
Morì nel 1494, a soli trentuno anni, probabilmente avvelenato.
Giovanni Pico della Mirandola, come Cusano e Ficino, perseguì l'ideale di conciliare
tutte le filosofie e tutte le religioni.
Tra
le filosofie ritenne necessario comprendere anche la scolastica, che non sembra,
però, aver esercitato un significativo influsso sul suo pensiero.
L'unità delle religioni fu da lui ricercata attraverso il ricorso alle dottrine
cabalistiche.
Pico, una pagina del Compendium artis magnae et
cabalisticae
Nel De ente et uno Giovanni Pico
della Mirandola cerca di trovare un punto di incontro tra platonismo ed
aristotelismo.
Egli riprende la concezione neoplatonica dell'Uno come Dio superiore allo stesso
essere, che è ovunque ed in nessun luogo.
Sostiene però anche, aristotelicamente, che la realtà creata si articola in
tre ordini: quello delle sostanze intellettuali angeliche, quello delle sostanze
celesti e quello delle sostanze terrestri.
Riprende inoltre dal neoplatonismo la dottrina del ritorno di tutte le cose a
Dio, attribuendolo, come Ficino, all'amore.
Accetta, infine la dottrina dell'animazione universale.
Pico della Mirandola sviluppò acutamente il tema della dignità dell'uomo.
Queste sono le parole che Pico immagina Dio abbia pronunciato rivolgendosi
all'uomo appena creato:
Non
ti ho dato, o Adamo, né un posto determinato, né un aspetto proprio, né
alcuna prerogativa tua perché quel posto, quell'aspetto, quelle prerogative che
tu desidererai, tutto secondo il tuo voto e il tuo consiglio ottenga e conservi.
La natura limitata degli astri è contenuta entro le leggi da me prescritte. Tu
te la determinerai da nessuna barriera costretto, secondo il tuo arbitrio, alla
cui potestà io ti consegnai. Ti posi nel mezzo del mondo perché di là meglio
tu scorgessi tutto ciò che è nel mondo.
Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché da
te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella
forma che avresti prescelto.
Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo
il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine.
Lorenzo il Magnifico tra filosofi e letterati.
Il terzo da destra è Pico della Mirandola.