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Di questo articolo vorrei
spiegare la genesi; credo lo necessiti.
Nella sua interezza, risale al maggio 2003 e doveva o poteva rimanere una
di quelle cose che si scrivono per sè stessi....sovente mi è capitato di
immaginare di dire delle cose, cose taglienti,” parole temperate”,
cose che poi non ricordavo o non dicevo per deficienza di coraggio: quella
volta avevo un foglio e un lapis e me le sono scritte.
Le mie parole, ne sono cosciente, possono risultare offensive. Me le si
perdonino, tuttavia. Voleva, questo, essere solamente uno sfogo e proprio
in quanto tale io, in accordo con la redazione, ho deciso di conservarlo
nella sua forma primitiva, per non privarlo di quella volgarità e
rozzezza nella forma che lo rendono vero e, credo, più diretto ed
efficace, seppur poco diplomatico. Non intendevo offendere nessuno, in
particolare; solo pensavo la mia potesse essere una situazione consueta e
desideravo comunque comunicare il mio disagio.
Chiunque ne abbia desiderio,
può rispondere sulle pagine di questo stesso giornalino che mi ha
prestato asilo.
Un veemente, scomposto,
arrogante, presuntuoso e pretenzioso flusso di coscienza. Vogliate
perdonarmi il turpiloquio e le sgrammaticature.
Sono piuttosto contrariato.MI
trovo in una situazione che odora di deja-vu. Tre anni passati in questo
istituto...tre anni nei quali nel mese di maggio si profila nella mia
mente una sorta di crisi esistenziale quando non si delineano “ipotesi
di suicidio”......
Quindici verifiche in venti giorni...che le si fissino a gennaio o al 7
maggio è identico. Allora io mi sottopongo a verifica ma mi permetto di
essere contrariato. Sono contrariato perchè è da settembre che studio,
ma il corpo docente ha bisogno ancora di qualche voto per definire meglio
il mio profilo. Sono contrariato perchè a maggio col sole e col prato che
soffia che dovrei uscire io devo studiare perchè mandare in merda la
media per dieci giorni in cui ci sono più verifiche che nel resto
dell’anno mi infastidisce. Sono contrariato; forse non è il più grosso
problema dell’universo, ma sono contrariato. Sono stufo di arrivare a
casa e trattare mia madre come una cacca perchè sono nervoso chè devo
studiare e non vorrei. Sono contrariato perchè mi sembra che, nonostante
le diffuse velleità di psicoanalisi, la componente docente non abbia
ancora capito gli studenti....chè in fondo noi siamo i vostri prodotti,
di voi che non avete nemmeno la gratificazione di vedere uscire qualcosa
di concreto dalla vostra fatica; voi che vi disamorate così in fretta
dell’insegnamento; voi che forse avete fatto la scelta sbagliata, ma
perseverate per una sorta di crudele inerzia...senza il coraggio di
cambiare;voi che alla fine vi aggradano i secchioni veri, che fanno poche
domande; voi che vi sentite piccoli e forse lo siete.....e noi
prodotti....noi niente,noi incapaci, noi cretini, noi stuprati e mai più
vergini, noi assopiti in un sonno catodico ormai da millenni, noi
violentati come la notte dal giorno, come un rullino da una luce troppo
forte, noi che ci scivola sù tutto, noi imbecilli, noi giudicati sempre,
noi comunque fuori luogo.....siamo come una palla di das che si sono
dimenticati di bagnare. Si è indurita, seccata, crepata: forse siamo così.
Forse siamo reazionari; forse siete voi i progressisti, voi che dovete
giudicare per non sentire il peso del giudizio. Non ci conoscerete mai
abbastanza per giudicarci come
persone e già non riuscite a farlo con noi come studenti.
Non leggeteci articoli in classe chè non capiamo un cazzo e non sappiamo
neanche che cos’è un ayatollah......non spiegateci qual’è la
funzione della cornice del Decameron perchè nessuno di noi lo leggerà
mai. Non insegnateci leggi di Hooke nè funzioni omografiche...non le
useremo mai perchè nessuno di noi diventerà mai un matematico o un
fisico aerospaziale. Non diteci cosa hanno scoperto Telesio e Galilei....lasciateci
almeno la speranza di poter scoprire qualcosa di già scoperto. Fate finta
almeno che ogni tanto vi stupiamo! Fate finta che ogni tanto vi piaccia il
lavoro che fate. Fate finta di non sapere che voto avrà uno dalla prima
alla quinta dopo tre lezioni. Fate finta di rispettarci come individui, se
vi capita.
E mandateci a cagare ogni tanto! A noi che lo facciamo così spesso.....anche
adesso.
Spero abbiate avuto la
pazienza di arrivare fino a questo punto. Chiedo ancora perdono a chi si
fosse sentito offeso dalle mie parole nate da un insopprimibile livore che
avevo bisogno di esternare. Mi spiace di aver parlato in prima persona
plurale, anche a nome di chi non si riconosce nelle mie parole.Chiedo
ancora scusa per gli insulti più o meno diretti. Mi spiace aver giudicato
e sentenziato con arroganza e superficialità, sovente generalizzando: io
non sono nessuno e mi sono arrogato il diritto di giudicare. In fondo però
era ed è quello che ho pensato e credo di pensare.
Ugo Monaco
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