Dicembre 2003 - Viaggio alla scoperta dei fondamenti irrazionali ed etici di Babbo Natale


Hanno collaborato alla creazione di questo numero:

Giovanni Pieri & Lorenzo Bagnoli, Mario Capua, Claudio Branca, 4A, Paolo Ogliari, Giuseppe Andrisano, prof Oukechartomono, prof. Pigni, Maurizio Capone, Paolo G., Riccardo Spiazzi, Ganja Sanzo, Federica Fesce, Babbo Natale + le renne, il computer di casa Wany+Wany.

Buon Natale

Sommario:

Cineforum - Benvenuti all'inferno - Voce di un piccolo fattone - Non fare al prossimo tuo - Nel nome del rispetto - Xkè non credo più…., Risposta - Somme di 3 mesi - Teorema di Cipolloni - diario segreto - black knight - Ipse dixit - Deliri e Cucina - Er quizze - Pico Allende

TIRIAMO LE SOMME DI TRE MESI DI VITA  

Sono molto felice di come sia stato accolto il nuovo giornalino. E parlo anche a nome di quel pisquano di Giovanni Pieri, l’altro responsabile, grafico a tempo perso e inventore di Pico, oltre che scugnizzo e factotum al sevizio della causa. Termino qui il mio spassionato elogio al buon amico capo redattore e a tutte le persone che ci hanno aiutato nel progetto "La Curiera" perché lo scopo principale di questo articolo non è di farci dell’autopubblicità (ma il fine secondario è proprio questo…) bensì quello di puntualizzare lo scopo di questo ammasso cartaceo imbrattato dalle personalità più indecenti che abitano quella gabbia di matti che è la nostra scuola.

Quando il buon Giò ed io ci siamo autoeletti capo redattori del rotocalco scolastico, avevamo l’idea di aggiungere alle immancabili bischerate, che con personaggi del calibro di Stantuffo non possono non essere pubblicate, anche una parte che definirei passionale ed eterea, contenente i sogni, le delusioni, le incazzature, le riflessioni e le visioni psicopatiche del popolo studentesco. Quella parte astratta e concettuale del giornalino ha come presuntuoso e illuso scopo quello di far prestare attenzioni a tematiche comuni ai giovani. Giusto per fare qualche esempio: il mio racconto di Marta e Simone voleva essere il manifesto di una storia d’amore fuori dai tempi moderni e gelosa dell’intimità del rapporto. Voleva mostrare una possibile alternativa alle storie mordi e fuggi, fatte di reticenze e sospetti, passeggere.

L’articolo “Guerre e bandiere” del Pieri nazionale era un’osservazione riguardo l’inconsistenza degli ideali di alcuni pseudo-pacifisti per i quali l’appendere la bandiera della pace è stato più che altro un fenomeno di costume.

E’ evidente che ogni pezzo ha una sua storia e un suo significato, che sta a voi cogliere. Con questo disilludo la massa che Matteo Serafini, nella sua “Lettera alla redazione”, denominava “studente medio incolto”, che sperava in un giornalino privo di contenuti, straripante di stronzate, che si può leggere anche col cervello scollegato. Oltretutto non è richiesto un incredibile sforzo di meningi, ma solo una predisposizione a percepire gli input che l’autore del pezzo tenta di trasmettere.

Per quanto mi riguarda l’esperienza giornalistica che fin ora ho vissuto è stata grandiosa e mi ha dato l’opportunità di esprimermi liberamente. E non ho intenzione di smettere…