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Dicembre 2003 - Viaggio alla scoperta dei fondamenti irrazionali ed etici di Babbo Natale | ||
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Buon Natale |
Non fare al prossimo tuo…”Sabato
25 ottobre ’03 viene emessa dal tribunale dell’Aquila una sentenza
accolta dai media e dal mondo politico tra polemiche e proteste: bisogna
togliere il crocefisso dalle aule della scuola elementare-media
“Antonio Silveri” di Ofena. Da tutti gli schieramenti politici, tanto
di maggioranza quanto d’opposizione, e da ogni genere
d’associazione, ente o autorità d’Italia si è levato un coro di
critiche che spaziano da “Il crocefisso è un simbolo della nostra
cultura” a “I musulmani non possono pretendere di imporsi in questo
modo” e (il crocefisso) “E’ un simbolo irrinunciabile”
(dichiarazione, quest’ultima, della Commissione episcopale italiana).
Andrò prima ad analizzare la questione sotto l’aspetto legale
(secondo le mie modeste conoscenze), e in seguito etico.Nel nostro Stato
la Costituzione è la base d’ogni legge, o meglio ogni legge è
sottoposta alla Costituzione che ne è il fondamento: ogni legge deve
rispettare i principi che la Costituzione stabilisce. “Tutti
i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.E’ compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”. Questo
è un estratto dall’art. 3 della Costituzione nel quale si proclama la
libertà e l’uguaglianza dei cittadini italiani senza alcuna
distinzione, come premesse fondamentali ad uno sviluppo della persona
umana. Quindi concedere ad una sola religione un diritto non
riconosciuto ad altre fedi viola tale principio d’uguaglianza.Per
quanto riguarda l’aspetto etico, giudico inviolabile il diritto alla
libertà e all’uguaglianza tra i cittadini e ritengo che imporre
l’affissione del crocefisso in un edificio come la scuola pubblica sia
una mancanza di rispetto ed una prepotenza. Le
dichiarazioni dei politici mi sembrano ipocrite e rilasciate per timore
di inimicarsi la popolazione cattolica o che tale ama definirsi.“Il
Cattolicesimo è la Religione di Stato”: questo è uno degli argomenti
tipici di chi non concorda con la sentenza in questione, ma, come
abbiamo appena visto lo Stato italiano riconosce pari dignità a tutte
le religioni. A questo punto l’eventuale interlocutore risponderebbe
con una frase ancora più scontata: “Intendevo dire che i cattolici
sono in netta maggioranza: la religione cattolica è una parte
essenziale della nostra società”. Questo è vero, ma solo in parte;
certamente la religione più praticata è il cattolicesimo, ma la nostra
società ne dipende meno strettamente di quanto si creda. Quanti tra i
battezzati partecipa settimanalmente alla Messa? Quanti considerano
realmente (e nella loro totalità) propri i dettami del cattolicesimo?
Senza dilungarmi troppo, mi basterà citare alcuni costumi diffusi ma in
contrasto con la Chiesa: il divorzio, l’aborto e l’uso del
preservativo. Io non sono assolutamente ateo, anzi credo in Dio, in
Cristo e condivido molti aspetti della religione cattolica. Ad ogni modo
non vado a messa la domenica e questo mi spinge a dichiararmi, senza
falsità, non-cattolico, e mi sembra ora che si abbandoni la comoda e
confortante maschera di cattolico guardando in faccia la realtà in modo
più maturo e consapevole. Concludendo, ecco un’ultima frase tanto
inflazionata quanto infantile e ridicola: “Se noi andiamo nel loro
Paese non ci lasciano appendere il crocefisso”. Non mi sembra
corretto, innanzitutto, giudicare tutti gli islamici prendendo in
considerazione solo gli stati integralisti, reputando tutti gli stati a
maggioranza islamica alla stessa stregua. In secondo luogo è puerile lo
stesso procedimento logico alla base del pensiero e ricorda le ripicche
dei bambini. La stessa questione, tra l’altro, nasce solo perché
qualcuno ha detto di non volere il crocefisso in classe. Finora non
avevo sentito nessuno lamentarsi del fatto che le aule ne fossero
sprovviste; non ho mai visto croci appese nelle aule in cui sono stato,
tranne che nella scuola materna (gestita da suore). Questo
è ciò che penso, e spero di non essere il solo a pensarla in questo
modo. Spero
di non essere il solo a preoccuparsi.
Claudio
Branca |