Il metodo socratico, la maieutica, non vuole trasmettere nozioni, ciò che conta è la ricerca, tramite il dialogo, non della verità assoluta e superiore ma di una verità che raggiunta potrà e dovrà essere rimessa in discussione. Il maestro allora è realmente sullo stesso piano dei discepoli, non è un modello che si abbassa al loro livello: questo non occorre poiché è il dialogo stesso che li rende eguali: nessuno è depositario di verità, tanto meno Socrate che va sempre ricercando e investigando. Dialogando inoltre si realizza un comportamento concretamente virtuoso perché il confronto con l’altro implica il rispetto, l’ascolto serio, vero e interessato delle ragioni dell’interlocutore a cui si dà spazio con la tecnica delle brevi domande e risposte.
Il dialogo è quindi la condizione che permette il riconoscimento della verità e la realizzazione di un comportamento autentico e virtuoso.
Similmente, la scuola di oggi, non dovrebbe limitarsi a insegnare dei concetti ma sollecitare l’alunno a un autonomo sviluppo delle proprie capacità.
Secondo me si dovrebbe cominciare a formare le persone da un punto di vista umano e discutere su argomenti che possono offrire nuovi spunti di riflessione. Se un insegnante si impegnasse ad applicare la maieutica con gli studenti, potrebbe ridare vita a una scuola ormai in crisi. Infatti i giovani non hanno più alcuno stimolo quando vanno a scuola, l’unico intento che li spinge a continuare gli studi, è ricevere il diploma, fondamentale per trovare un lavoro. in questo modo però la scuola si sta trasformando da un mezzo per crescere interiormente e culturalmente, a un luogo dove bisogna obbligatoriamente andare per un tot di anni per prendere il pezzo di carta e lavorare.