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Comprendere l’Islam?

Frontespizio di Comprendre l'islam


Comprendre l’islam ou plutôt: pourquoi on n’y comprend rien è un agile libro opera di Adrien Candiard (Parigi 1982).
Candiard, dopo essersi dedicato alla politica ed aver scritto, tra le altre cose, un libro su Berlusconi, decide nel 2006 di entrare nell’ordine domenicano. Nel 2012 è presso il convento del Cairo e diviene membro dell’Institut dominicain d’études orientales dove approfondisce gli studi di islamologia.

Il libro è davvero illuminante. Non si tratta di una trattazione sistematica, quanto di un tentativo di individuare da una parte i fraintendimenti cui sono facilmente portati gli occidentali nel loro rapporto con l’Islam e, dall’altra, le molteplici tensioni interne ad una religione per nulla monolitica.

Per chi non conosce il francese, esiste una traduzione italiana Comprendere l’Islam. O meglio, perché non ci capiamo niente, emi editrice.

Frontespizio di Comprendere l'Islam

Un giorno alla Moschea

Lo scorso 7 aprile, le classi terze del Liceo Scientifico Italo Calvino di Rozzano, si sono recate alla Moschea Al Wahid, per concludere il progetto sulla cultura islamica iniziato alcune settimane prima con un incontro con due musulmani appartenenti alla Sezione giovani CO.RE.IS (comunità religiosa islamica) in collaborazione con l’Accademia I.S.A. (Accademia studi interreligiosi).
Situata in Via Meda, Al Wahid è la prima moschea ad essere riconosciuta a Milano.

Una lezione agli allievi di una scuola elementare per il progetto: «Dentro la Moschea» dal sito http://www.coreis.it
Una lezione agli allievi di una scuola elementare per il progetto: «Dentro la Moschea» dal sito http://www.coreis.it

Si presenta esternamente come una struttura semplice. È stata infatti ricavata da un capannone industriale, ma si progetta di ristrutturarla per renderla una vera e propria moschea, seppure in armonia con l’ambiente urbano in cui è inserita.
La parte interna è invece decorata in stile musulmano: l’intero pavimento è ricoperto di tappeti, alle pareti sono appese scritte e simboli tipici, sono presenti copie del Corano, libro sacro dell’Islam. C’è una nicchia, chiamata in arabo al-mihràb, che indica la direzione della Mecca verso la quale i fedeli devono orientarsi per il rito d’adorazione. Alla sua destra, rialzato dal pavimento, c’è il podio con un sedile, da cui il predicatore del rito del venerdì fa la predica ai fedeli.

Una delle usanze tipiche dei musulmani, è quella di togliere le scarpe all’ingresso del luogo di culto in quanto sacro. Questo è un segno di rispetto e devozione. All’ingresso, ci è stata concessa la possibilità di scegliere se toglierle o tenerle; nell’ultimo caso si poteva rimanere solo nella parte esterna, delimitata da un differente tipo e colore di tappeti. Chi ha invece deciso di rispettare quest’usanza, è potuto entrare nella zona di preghiera. Le nostre guide ci hanno spiegato abilmente la cultura islamica e ci hanno descritto nei particolari la moschea, rispondendo anche alle nostre domande. In seguito, ci hanno anche mostrato e decritto la tipica preghiera, composta non solo da frasi rituali, ma anche da gesti e movimenti atti a ricreare la parola Allah.

L’uscita stata certamente interessante e istruttiva, poiché ci ha permesso di entrare a contatto con una cultura differente dalla nostra, non solo approfondendola in classe, ma potendola conoscere in prima persona, con un’esperienza diretta. Inoltre la completa disponibilità delle nostre guide, ci ha permesso di soddisfare ogni dubbio o curiosità su una religione differente dalla nostra.

Alessia Urso e Irene Savi
Terza C liceo