Come nella sfarzosa reggia di Versailles la musica è sempre protagonista e il vino scorre nei calici aurei, così tra le vie dei bassifondi il sangue viene versato e le urla riecheggiano.
Una società barbara, dove il più forte e crudele prevale sul più debole.
Nell’Europa del Settecento la violenza è la vera sovrana, e la morte all’ordine del giorno.
Sopraffatto dalla fame, dall’avarizia e dall’ira, l’uomo torna al suo stato bestiale, vendendo il proprio onore per denaro. Continua la lettura di L’uomo è un animale assetato di sangue→
Rouen, 30 Maggio 1431: Giovanna d’Arco, eroina francese, protagonista indiscussa della guerra dei cent’anni viene arsa viva con l’accusa di eresia. Aveva diciannove anni. 7 Luglio 1456, la pulzella d’Orleans viene riconosciuta innocente. Le accuse cadono. 16 Maggio 1920: la giovane viene proclamata santa.
Ma come mai una ragazza della sua età diventò così importante e pericolosa da essere uccisa?
Quando la giovane rivoluzionaria, figlia di contadini, si presentò alla corte di Carlo, il delfino di Francia, sostenendo che Dio le avesse detto che era suo compito salvare la nazione, non furono in molti a crederle e fu solo dopo svariati interrogatori che il futuro re si decise, seppur con qualche rimostranza, ad affidarle un esercito. Quella fu probabilmente la miglior scelta che potesse fare, dal momento che in poco tempo la pulzella conseguì notevoli vittorie ottenute grazie al grande incoraggiamento che dava alle sue truppe, tra le quali la più famosa ad Orleans. In seguito Carlo fu proclamato re a Reims e da questo momento iniziarono i problemi per Giovanna. La ragazza aveva ottenuto l’appoggio del popolo, ma nell’ambiente di corte era diventata ingombrante. Lo stesso Carlo VII non le affidò un altro esercito e quando venne catturata durante un attacco a Compiègne era praticamente sola. Fatta prigioniera dai Borgognoni venne presto venduta agli inglesi che la accusarono di eresia e stregoneria. Il re di Francia non mosse un dito per liberarla, sebbene sapesse che se la giovane fosse stata dichiarata eretica anche la sua posizione sul trono avrebbe vacillato. Il processo si aprì il 9 Gennaio 1431 e fu presieduto da due giudici ecclesiastici, il vescovo Pierre Cauchon e l’inquisitore Jean le Maistre, ma in realtà fu interamente guidato da un folto gruppo di teologi dell’Università di Parigi, che parteciparono al processo come assessori. Gli interrogatori a cui venne sottoposta puntavano a farle dire qualcosa che potesse essere indizio di eresia o stregoneria. Gli inquisitori volevano far crollare Giovanna e probabilmente pensavano che sarebbe stato un compito facile data la sua età e le sue umili origini, ma la pulzella rispondeva a tutte le domande con fermezza e con una punta di ironia. Quando furono letti all’imputata i settanta articoli di accusa, poté constatare che molti erano palesemente falsi, come l’accusa di bestemmia. Ma agli inquisitori non interessava altro che eliminarla. Chissà come avrebbero reagito sapendo che stavano chiamando strega una Santa?
La ragazza fece un appello al giudizio del Papa, che però venne respinto dal tribunale. La sentenza arrivò inesorabile e prevista: morte. Giovanna ricevette per l’ultima volta la Comunione e chiese che davanti al suo rogo fosse posta una croce di processione. Da notare è il fatto che per contrappasso una sua statua sia stata posta nella cattedrale di Winchester, dinnanzi alla tomba del Cardinale Beaufort, il quale ebbe un ruolo decisivo nel tragico processo.
La salvatrice di Francia era diventata troppo potente, troppo importante per rimanere in vita.
Per molti secoli è stata esempio di una grande condottiera, di tenacia e di forza spirituale; è stata ed è tutt’ora un modello per molte giovani che, come lei hanno deciso di non rimanere in disparte.