Platone riteneva che nessun uomo è uguale ad un altro. Ciò è dato anche dal fatto che, secondo il filosofo, l’anima di un uomo è tripartita, cioè l’anima di un uomo ha tre parti: c’è una parte razionale, che presiede all’uso della ragione, una parte concupiscente, che regola i desideri e i bisogni primari dell’uomo, e una parte animosa, che sarebbe una parte intermedia tra le precedenti, che genera le passioni positive, come ad esempio il coraggio. Il filosofo inoltre immaginava che, in uno Stato ideale, la cui forma di governo era la monarchia (infatti Platone riteneva che la tirannide era ingiusta e la democrazia corrotta, visto che aveva condannato a morte uno degli uomini migliori, Socrate; verso la vecchiaia Platone riterrà una forma mista il governo migliore), gli uomini che avevano l’anima la cui parte prevalente era quella razionale dovevano essere i governanti, quelli con la parte animosa dovevano essere i guerrieri e quelli con la parte concupiscibile, non essendo in grado di tenere a freno i loro istinti, avrebbero dovuto essere i lavoratori. Insomma, gli uomini non erano paragonabili tra loro.
Secondo la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, che è un testo giuridico elaborato durante la Rivoluzione francese, oltre ai vari diritti fondamentali dell’ uomo, c’è il principio di uguaglianza, cioè tutti gli uomini sono pari tra loro, senza distinzioni di alcun genere.
Chi ha ragione quindi?
La Dichiarazione, verrebbe da dire, perché elenca una serie di diritti importantissimi ed è stata prodotta in tempi moderni, durante una rivoluzione a cui poi ne è seguita una repubblica.
Ma ha proprio torto Platone?
Secondo me no. Il mio parere è che sia il filosofo che la Dichiarazione hanno qualcosa sia di giusto sia di errato. È vero che abbiamo tutti gli stessi diritti fondamentali, come ad esempio il diritto alla vita, però è anche vero che non siamo tutti uguali, in quanto ogni persona ha un proprio carattere, una propria personalità, insomma un proprio modo di essere. Perciò bisogna pensare che siamo uguali solo in determinati aspetti, per il resto è molto meglio essere diversi.