Finalmente la mia curiosità è stata soddisfatta.
Il mio collaboratore Paolo Munafò mi ha fatto trovare a Noverasco una copia del volantino distribuito a Noverasco per sollecitare la partecipazione al corteo studentesco di venerdì 9 ottobre.
A proposito: onore al merito di chi vi ha partecipato.
Pare che nel corteo l’intera delegazione dell’Istituto Calvino contasse tre studenti: lasciatemi dire che è un risultato un po’ magro, a fronte di qualche centinaio di assenze da scuola.
Questa circostanza dimostra la fondatezza delle mie perplessità.
Ma veniamo alle “parole d’ordine”, Cari Studenti e Genitori, in nome delle quali i nostri Eroi hanno disertato la scuola:
PER UNA SCUOLA DI TUTTI, PIU’ VICINA AGLI STUDENTI, SENZA PRIVILEGI E PER UN’ITALIA PULITA, LIBERA, CHE DIA PARI OPPORTUNITA’, CHE PREMI L’IMPEGNO E SIA (nell’originale il verbo manca) MENO RIGIDA E TRADIZIONALISTA… VIENI CON NOI, Largo Cairoli, 9.30 oggi (ovviamente sul volantino la data non c’è).
Di fronte a roba del genere, cadono le braccia.
Volete la scuola di tutti? Non ci entrate forse tutti i giorni? E tutti gli studenti d’Italia (Italiani e Stranieri) non ci entrano quotidianamente come Voi? E di quali privilegi parlate?
E se volete l’Italia “pulita” cominciate a non sporcare la scuola; se la volete “libera”, siate giovani cittadini consapevoli e non pecore allo sbando!
E si diventa consapevoli studiando.
Si vogliono “pari opportunità”, sacrosanto! Ma “pari” rispetto a quale criterio? Se è quello di genere (così intuisco) a scuola ci siamo da un bel po’, visto che i migliori risultati li hanno le studentesse e i bocciati sono maschi in stragrande maggioranza.
Volete che venga premiato l’impegno? E la scuola non lo fa? Non viene forse subissata di lamentele e di ricorsi quando boccia i fannulloni?
Insomma: motivazioni sgangherate, generiche, inconsistenti; e, nel volantino, nessuna analisi, nessuna argomentazione; solo qualche parola improvvisata, raffazzonata e scritta in grosso.
Sabato mattina mi si chiedeva, come al solito, delle giustificazioni: qualche docente argomentava che chi aveva scritto come motivazione “manifestazione” non doveva essere giustificato e chi invece aveva addotto “motivi di famiglia” o “malattia” invece sì (quante cose in Italia, in nome della Famiglia! E quante altre, in nome della Tutela della Salute!).
Benissimo, ho detto: così premiamo i furbi e gli ipocriti: invece, come ho scritto nel mio “post” precedente, è assenza ingiustificata, e basta! Fermo restando l’obbligo dello studente di presentarla (perché sono tenuto a verificare che i Genitori fossero al corrente dell’assenza), è nostra facoltà considerarla valida o no.
E valida non è. Punto e basta.
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