ancora sulla vittoria al contest Nokia

…tanto per gloriarci ancora per un’ultima volta!

https://youtu.be/snZ6yEaES9U

Una competizione di 24 ore in cui 100 studenti degli ultimi anni della scuola superiore, in gruppo, sviluppano le loro soluzioni a un business challenge. La prima edizione si è tenuta a Milano il 19 e 20 novembre 2009 con la collaborazione di Nokia.
http://www.junioritalia.org/pagine/innovation.aspx
Nel video, rilasciato da qualche giorno da parte di Junior Achievement, organizzatrice del work shop NOKIA, appare finalmente anche l’immagine del nostro vincitore assoluto: Niccolò Sala della 5a ITC.

nokia_estratto da video
 

Privatisti

Privatisti: arrivano, qualche volta, dagli istituti con presa d’atto del ministero specializzati in due cose: recupero anni e raccolta quattrini. La prima riesce poco; la seconda, mi dicono, va meglio.
Alcuni si illudono di poter comprare il successo scolastico.
Altri raccontano di quanto sia più seria la scuola privata: «I professori lavorano, non fanno come i fannulloni della pubblica: ci sono corsi anche il pomeriggio».
«Guarda che paghiamo, non vorrai farci buttare i soldi?» dice qualcun altro al figlio lazzarone.
Eppure, a volte funziona. Succede quando lo studente ci tiene davvero. É il caso di Elvio. Alla seconda bocciatura, mamma e papà gli avevano trovato un posto di lavoro. «Ma a settembre torno a scuola: recupero anni» aveva detto lui.
«Non vogliamo buttare i soldi»
«Ci metto tutti i miei risparmi e gli stipendi dell’estate. Se non bastano, pagherò la differenza quando ricomincerò a lavorare».
Elvio il diploma l’ha pagato, eppure se l’è anche meritato.
Ma come lui… ho conosciuto soltanto lui.

Le 4 candele

Le 4 candele, bruciando, si consumavano lentamente. Il luogo in cui si trovavano era talmente silenzioso che si poteva ascoltare la loro conversazione…
La prima diceva:
“Io sono la PACE, ma gli uomini non riescono a mantenermi: penso proprio che non mi resti altro da fare che spegnermi”… e a poco a poco la candela si lasciò spegnere completamente.
La seconda disse:
“Io sono la FEDE. Purtroppo non servo a nulla. Gli uomini non ne vogliono sapere di me e per questo motivo non ha senso che io resti accesa”… appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.
Triste triste, la terza candela a sua volta disse:
“Io sono l’AMORE. Non ho la forza per continuare e rimanere accesa. Gli uomini non mi considerano e non comprendono la mia importanza. Essi odiano perfino coloro che più li amano, i loro familiari!”… e senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere.
Inaspettatamente un bimbo in quel momento entrò nella stanza e vide le tre candele spente. Impaurito per la semi oscurità disse:
“Ma cosa fate! voi dovete rimanere accese! io ho paura del buio!”.. e così dicendo scoppiò in lacrime.
La quarta candela impietositasi disse:
“Non temere, non piangere: finché io sarò accesa, potremo sempre riaccendere le altre tre candele: io sono la SPERANZA”
Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime, il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre.
Che non si spenga mai la speranza dentro il nostro cuore, e che ciascuno di noi possa essere lo strumento, come quel bimbo, capace in ogni momento di riaccendere con la sua SPERANZA: la FEDE, la PACE e l’AMORE!

Tanti auguri di buon anno!!!

La Carta dello Studente- versione 2.0

Ciao a tutti!! Vorrei informare il preside che è in corso il bando per
poter ricevere le nuove carte dello studente dell’iniziativa “io studio”.
Sul sito ho letto che vi sono tante altre agevolazioni, comprese
promozioni TIM e VODAFONE.
Pregherei il Preside di dare un’occhiata al link sottostante
http://iostudio.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/e12311c2-ee5b-11de-81c0-8f213b98cd64/Lettera%20-%20Bando%20Versione%202.0.pdf

Grazie e Buone Feste!

PS: il bando scade il 16 Gennaio

Buone Feste

Invio a tutti i miei migliori auguri di Buone Feste ! Se mi permettete, lo faccio utilizzando …

Il mago di Natale
di Gianni Rodari

S’io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l’alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all’Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po’ di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.

Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.

In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d’ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an’roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s’intende.

In piazza San Cosimato
faccio crescere l’albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l’albero del panettone
in viale Buozzi
l’albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.

Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all’albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?

Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.

Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.

Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.

Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l’albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.

però non lo sono
che posso fare?

Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.

Situazione paradossale.

Giornata di riposo all’università. Ultimo giorno di lezione al Calvino. Quale migliore occasione per andare a salutare gli ex professori? Peccato che all’entrata vengo bloccato da 3 collaboratrici scolastiche che mi impediscono l’accesso all’istituto. ” Sei un esterno, non puoi entrare. E’ una norma di sicurezza.” Spiego il fatto di essere un ex studente e di essere li esclusivamente per salutare i miei ex professori ma niente, impassibili mi invitano ad allontanarmi dall’istituto. Un pò turbato e dispiaciuto mi allontano quando noto che le porte esterne della scuola sono semi-aperte. Vedo la mia ex professoressa di arte e ci scambio volentieri due chiacchere. Intanto non posso fare a meno di notare ragazzi che fanno pupazzi di neve in giardino durante l’ora di lezione. Se fossi stato un esterno volenteroso di combinare qualche danno, l’avrei potuto fare entrando tranquillamente dalle porte aperte ai lati. C’è ben poca coerenza.. Invece di stare col mitra puntato su un ex studente che vuole salutare gli ex professori, forse farebbero meglio a controllare ben altro..

Colgo l’occasione per fare gli auguri di Natale al Preside, ai docenti e a tutti gli studenti del Calvino.

Fantocci e feticci

Mi sembra quasi un obbligo verso me stesso dover commentare i fatti di questi giorni, in particolare ciò che è stato definito un attentato nei confronti di Sua Maestà Eccellentissima il Cav. Silvio Berlusconi.

Umanamente parlando non posso far altro, anzi devo mio malgrado esprimere la mia solidarietà per questo arzillo vecchietto di 70 e passa anni; per quanto sia forte l’odio nei suoi confronti non avrei mai immaginato che sarebbe mai capitato un episodio simile.

Giovanni Tartaglia è un uomo fatto a pezzi mediaticamente: accuse indiscriminate da ogni lato, giudizi assolutistici che si sprecano su questo povero uomo.
Attenzione, non si fraintenda il mio povero come un tentativo di difenderlo: ma un uomo di 42 anni, psicolabile e in cura da più di dieci anni, non avrebbe il diritto di un regolare processo, anziché le solite baruffe televisivamente schierate? Non meriterebbe un processo in aula anziché sui vari tg e sugli speciali di Studio Aperto?

Oggi leggevo il nome di un gruppo su Facebook: “La differenza tra Berlusconi e Tartaglia è che il secondo sarà processato”: non mi pare di dover né di poter aggiungere altro.
Sempre su Facebook ho deciso di compiere un altro gesto facilmente travisabile: un mio amico mi ha inviato un link per poter diventare Fan di Tartaglia: ebbene, ho accettato.
Ma non ho accettato perché condivido ciò che ha fatto, né perché in me frullano pensieri omicidi o quant’altro; ho accettato perché so che quest’uomo verrà mediaticamente fatto a pezzi, verrà umiliato e distrutto, saranno tirati in ballo i suoi familiari e tutti i suoi trascorsi. E poiché trovo che peggio di questo non possa capitargli – come due denti scheggiati e il setto nasale rotto – a lui va tutto il mio appoggio.

Bossi ha parlato di “congiura contro Silvio”, e Bondi ieri sera al telegiornale sembrava sul punto di scoppiare a piangere; ci ha pensato Di Pietro ad attizzare le fiamme con la frase “Berlusconi istiga alla violenza”; UDC e PDL in coro hanno espresso il loro sdegno per queste dichiarazioni, e in fondo posso anche capirle… Anzi no.

Non posso capirle perché trovo inammissibile che un uomo di politica al proprio comizio, durante una contestazione di Liberi Cittadini, urli “Vergogna! Vergogna! Noi questo non lo faremmo mai!”, e che lo stesso sia indagato per aver tentato la corruzione di quattro senatori del vecchio governo Prodi.

Trovo inammissibile che un uomo di politica attacchi i magistrati senza ritegno quando sono celebri casi di tangenti versati agli stessi per non finire in galera.

Trovo inammissibile che quest’uomo voglia dare lezioni all’opposizione sulla correttezza politica quando proprio lui durante il governo Prodi parlava di “spallata al governo” e di elezioni anticipate.

Quest’uomo non incita alla violenza in effetti: incita all’odio, al tentativo di arginarlo, incita l’elettore a odiare le istituzioni; ecco perché sostengo che Tartaglia sia il braccio armato della mente “intellettuale” di tanti di noi.

Purtroppo però il re più forte di prima: Schopenhauer sosteneva che ciò che non uccide rende più forte: ecco a voi, signori e signore, la dimostrazione del teorema!
Due denti scheggiati, il setto nasale rotto, ma le spalle più forti, il carisma che cresce, le turbe si levano in onore del re e tentano di linciare il sicario nazionale.

Il re è vivo e vegeto, sta bene e ha perso una battaglia, ma sta vincendo la guerra.
Non è con queste azioni che il re cadrà, nemmeno fosse sopraggiunta la sua morte; un uomo muore solo quando viene dimenticato.

Guarisci, caro nemico

Valentino Gallo