Wien, Ich liebe dich

acquerello di Marco Pigni - il pullman che ci ha portato a Vienna
24 marzo 2010. Dodici ore in pullman: canti e simpatia.
acquerello di Marco Pigni - Hotel Hillinger
Hotel al di là delle aspettative, ma nostalgia della cucina di mamma.

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acquerello di Marco Pigni - Duomo di Vienna
Quanta vita attorno al duomo (e anche dentro).
acquerello di Marco Pigni - Tipica carrozza viennese
Romantico il giro in carrozza, but too expensive
acquerello di Marco Pigni - caffé viennese
Sacher e caffé: ti senti davvero viennese.
acquerello di Marco Pigni - Rotenturmstrasse, gelateria italiana
Ma i viennesi mangiano gelato italiano.
acquerello di Marco Pigni - il chiosco punto di riferimento per ritrovare il pullman
Wurstel e kebab: incontro di culture.
acquerello di Marco Pigni - il tram vicino alla fermata del pullman
E i tram coi colori austriaci…

 
Wien, Ich liebe dich

La quinta B

Acquerelli di Marco Pigni

Un’altra intervista a Socrate.

Prof. ha visto? Mi sono ricordata di pubblicare l’intervista, alla fine ho deciso di non modificarla, sebbene sia breve (effettivamente l’avevo scritta in 40 minuti o poco meno), modificandola avrebbe perso buona parte del significato che avevo deciso di darle inizialmente, almeno credo.

Milano, fredda in questa stagione, sicuramente più dell’Atene tanto cara a Socrate che, probabilmente a causa del disorientamento, è in ritardo.
Non pensavo avrebbe accettato un’intervista per Vanity Fair, anche se, pensandoci bene, è un uomo che ama parlare, quindi la mia sorpresa non è giustificata. Bene, eccolo.

I: “Buongiorno”

S: “Buongiorno, mi scusi il ritardo”

I: “Non c’è problema, immagino si sia perso”

S: “No, assolutamente, mentre ero in metropolitana mi sono attardato a parlare con un uomo seduto in terra, mi incuriosiva sapere come mai non fosse seduto sui seggiolini come tutti gli altri”

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Furore guerriero

Dal mio diario di un altro anno scolastico.

Tanta filosofia, tanta storia e… son diventati maestri di origami.
Son lì,compreso e compunto. Parlo di Ben Gurion.
Gran movimento di fogli e foglietti. «Quanti appunti, perbacco!» Mi vien da pensare.
Poi mi alzo. Giro tra i banchi. Nascosto dagli astucci, un vero sistema di artiglieria pesante, missili e contraerea.
Grande talento, grande furore guerriero dei miei alunni.
A questo, dunque, servono i quaderni?
A la guerre comme à la guerre. Interrogherò Baietti.

Pi Greco day

Oggi 14 marzo è il giorno dedicato al Pi Greco. La scelta è stata ispirata dalla scrittura anglosassone per questo giorno 3.14 (approssimazione con tre cifre di pi greco). Alcuni si sforzano di celebrare il famoso numero trascendente esattamente alle 1:59 del pomeriggio (approssimazione con sei cifre, ovvero 3.14159).
GOOGLE dedica una bella immagine per festeggiare .
Se volete qualche informazione in più

http://www.zipnews.it/2010/03/torino-domani-il-poli-festeggia-il-pi-greco/

pi greco

Bibliografia per la tesina

Diligente la signorina Tuzzi e scrupolosa, mi chiede indicazioni per la sua tesina: «Devo mettere i numeri di pagina? Devo scrivere qualcosa nell’intestazione?»
Sui numeri di pagina son tutti d’accordo: ci vogliono. E l’intestazione? Forse in un testo breve non è indispensabile, ma la metterei: Nome, Cognome, Titolo.
«E la bibliografia? Devo mettere la bibliografia anche se metto le note a piè di pagina?»
«È un servizio in più offerto al lettore. Per quanto precise siano le tue note, sarà contento di trovare raccolte insieme tutte le indicazioni bibliografiche che possono interessargli».
«E come devo elencare i libri?»
«Segui il buon senso: se ci sono argomenti diversi, suddividili. In ogni raggruppamento segui l’ordine alfabetico per autore. Se di un autore citi più libri, segui l’ordine cronologico. Ovviamente, se in qualche sezione della bibliografia l’ordine cronologico delle pubblicazioni dovesse contare più dell’ordine alfabetico, non esitare».
«E come devo compilare le voci della bibliografia?»
«Ci sono degli standard, ma non si tratta di leggi imperative. Quando adotti un criterio, però, segui sempre quello».
«Un esempio? Mi faccia un esempio».
«Eccolo: Cognome, Nome, Titolo del libro, Luogo di Pubblicazione, Casa editrice, anno di pubblicazione. Molti, però, mettono l’anno di pubblicazione, tra parentesi, subito dopo il nome dell’autore. Se il libro è una traduzione, è meglio indicare prima l’edizione originale».
«E se devo indicare un articolo tratto da una rivista o un contributo tratto da una raccolta?»
«Allora Cognome, Nome, “Titolo dell’articolo”, Nome della rivista o titolo della raccolta, Luogo di pubblicazione, numero della rivista, data di pubblicazione, numeri delle pagine. Anche in questo caso l’anno di pubblicazione può andare subito dopo il nome dell’autore e va messo tra parentesi».

Prova di lettura

M’è capitato di leggere la mail che segue, con oggetto il titolo del post.

Se credete, leggete il testo riportato di seguito e provate ad individuare il personaggio.

“Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.

Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale.

La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto.

Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.

Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei.

Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo.

Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.

Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.”

Qualunque cosa abbiate pensato, si tratta di un testo scritto da Elsa Morante nel 1945 e si riferisce a Mussolini.

Liceo, caro liceo.

Ebbene si. Dopo 5 anni di liceo scientifico mi sono iscritto alla Facoltà di Economia. La cosa che mi sono sentito dire più spesso è stata : ” Beh, a questo punto potevi fare benissimo l’istituto tecnico perchè ora parti da zero!”. Devo dire che le prime volte davo pienamente ragione a chi mi diceva questo ma, dopo 7 mesi, mi sono pienamente ricreduto. Non mi sono trovato in difficoltà infatti quando in microeconomia il professore ha parlato dello stato di natura di Hobbes per introdurre la scelta razionale ed il diritto di proprietà ( mentre alcuni “colleghi” si chiedevano molto incuriositi cosa fosse il Leviatano..); per metà semestre posso dire di “aver vissuto di rendita” per quanto riguarda la matematica: l’80 % del programma d’esame era il programma di quinta liceo. Anche il latino fa la sua parte: molte citazioni fatte in diritto, anche se non le conosco, le colgo grazie a cinque anni passati a far noiosissime versioni. E poi ci sono inglese e storia economica: altre due materie fatte molto bene al liceo. C’è poi anche qualche materia in cui effettivamente parto da zero, ma non si può pretendere tutto dalla vita! 🙂 . Resto quindi dell’idea di essere orgoglioso di aver fatto il Liceo rispetto ad altre scuole: mi ha dato una solida base culturale e mi ha fornito le competenze necessarie per affrontare qualsiasi situazione!

Il grande padre Po è stato avvelenato da uno dei suoi figli : il Lambro

In questi giorni sto seguendo con grande trepidazione e rabbia (visto che con tutta probabilità si è trattato di un atto doloso, intenzionale) il destino del grande padre Po e con lui il destino della nostra salute e della nostra economia.
I fatti : nella notte tra lunedì e martedì scorsi vi è stata la fuoriuscita di metri cubi di oli combustibili dalle cisterne della raffineria Lombarda Petroli a Villasanta, nella provincia di Monza e Brianza. La marea nera si è riversata sul fiume Lambro e con una lunghezza di almeno 50 km e con uno spessore tra i 10 e i 15 cm ha percorso il fiume lombardo per poi giungere al Po nei pressi di Piacenza e lambire anche la provincia di Parma. Gli sbarramenti predisposti, da ultimo quello presso l’isola Serafini, hanno impedito il peggio.
Evito di commentare, ma vi lascio il seguente collegamento a 100 ambiente (l’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) è stato istituito nel 1968 con il compito di svolgere attività di ricerca nei settori della qualità ambientale, della gestione e protezione delle risorse idriche e nello sviluppo di metodologie e tecnologie per la potabilizzazione e il trattamento delle acque di scarico).
http://www.100ambiente.it/index.php?/archives/660-Fiume-Lambro.-Il-punto-della-situazione-secondo-il-IRSA-CNR.html

Forse che senza filosofia gli uomini non avrebbero la morale?

«Forse che senza filosofia gli uomini non avrebbero la morale? Sarebbe attribuirle troppo». Lo dice una giovane acuta. Ha ragione.
La morale è nata prima della filosofia. Esiste ovunque ci siano esseri umani.
Però… basta scoprire l’esistenza di morali diverse per porsi una domanda più alta. E questa è già filosofia.
Le risposte, poi, divergono.

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