Risolto il problema del precariato…

Da anni ci affannavamo a dirlo: il precariato dei docenti è iniquo. Lo Stato applica ai suoi dipendenti norme che altrove non ammetterebbe. Usa, spreme e sfrutta dei lavoratori, li licenzia a giugno sapendo già che li riassumerà a settembre: risparmia sulla retribuzione estiva come il più cinico degli imprenditori privati.
Uomini e donne, talvolta ad un passo dalla pensione, vengono chiamati, come braccianti a tappare le falle dell’istituzione.

Iniquo.

Ebbene, con la loro grande sensibilità umana, il capo del governo, il ministro della pubblica istruzione e il parlamento hanno deciso di affrontare il problema per risolverlo in maniera chiara. Basta con il precariato intellettuale!

Molto meglio la disoccupazione…

Con-fusione

Correggo i compiti e penso: «Piove, per fortuna».
Non lo dico per me. In quattro righe mi ha riformato la storia e la geografia.
Lo scopro ora: con il patto Molotov-Ribbentrop Stalin voleva la ottenere bassa Arabia e i Balcani.
Hitler, invece, doveva essere un buon patriota polacco: rivendicava alla Polonia Danzica ed il relativo “corridoio”.
Temo l’arrivo dei primi caldi: si potrebbero con-fondere anche altre materie.

Le cinque giornate

Radetzky non c’entra.

Duro colpo all’offerta formativa della scuola primaria della provincia di Milano.

  • Cancellati gli ultimi posti di Specialisti di Lingua Inglese
  • Non sarà più possibile la prosecuzione del tempo pieno in atto
  • Respinte tutte le richieste di nuove istituzioni di classi a tempo pieno
  • Il taglio si applicherà su tutte le classi dalle prime alle quinte

Cinque giornate di presidio.

Ecco il volantino di Cgil, Cisl, Uil.

La Riforma, atto terzo

Il prossimo anno scolastico, dopo elementare e media, toccherà alla scuola secondaria pagare il suo tributo : il governo ha scelto di recuperare circa 8 miliardi di euro in tre anni dal settore cui non riconosce alcun particolare valore, ovvero la scuola pubblica.
La secondaria superiore, dopo la cura Gelmini – Tremonti sarà sicuramente ridotta di personale. Infatti, il piano triennale, approvato l’anno scorso, prevede per l’anno scolastico 2010/11 un ulteriore taglio di – 25.600 docenti e – 15.167 unità di personale Ata.
Scompariranno dai bienni dei licei diritto ed economia; diminuiranno ovunque le ore delle scienze sperimentali e nei bienni dei licei classico e artistico non saranno presenti del tutto gli insegnamenti scientifico-sperimentali.
Le attività laboratoriali saranno tagliate del 30%. Si ridurranno drasticamente (mediamente 4 h settimanali) gli orari di lezione in tutti gli indirizzi.
Si prevede, poi, l’articolazione in un primo biennio, finalizzato all’assolvimento dell’obbligo di istruzione ma fortemente differenziato fra tutti gli indirizzi. Tutto ciò in forte contraddizione con il documento tecnico allegato al D.L. del 22 agosto 2007 mirato alla “equivalenza formativa di tutti i percorsi”.
In esso si legge che tutte le scuole secondarie si devono impegnare a orientare la propria azione formativa al conseguimento delle “competenze-chiave” di cittadinanza, individuate, in coerenza con le indicazioni dell’Unione Europea, quali requisiti fondamentali per l’apprendimento permanente e per la cittadinanza attiva.
La “riforma Gelmini” sarà, inoltre, ricordata come l’atto di negazione del diritto costituzionale all’istruzione. Non sarà più garantito il diritto all’apprendimento e le pari opportunità a tutti, a prescindere dalle condizioni soggettive di partenza e dal luogo dove si nasce e si vive. Si verrà così a creare una più marcata demarcazione tra forti e deboli, proprio sul terreno formativo, individuato come il più potente strumento per la mobilità sociale.
Si realizzeranno solo tagli e parlare in questa situazione di autonomia e organico funzionale può persino apparire provocatorio.

Ci han presi in parola

Il buon insegnante, si sa e lo abbiamo sempre detto, vorrebbe essere inutile. Il prof ha successo quando non serve più, quando gli studenti possono farne a meno.
Siamo stati davvero bravi, almeno così sembra. Il governo ha tanto apprezzato il nostro lavoro da riconoscergli un grande risultato: non serviamo più.
O mi sbaglio?

Niente calcio per le femmine

Martedì 20 aprile 2010 si è tenuto a Noverasco il torneo di calcio dell’Istituto Calvino. I partecipanti sono stati scelti dai relativi professori di educazione fisica che hanno giudicato chi meglio potesse essere all’altezza dell’evento.
Tuttavia qualche giorno fa nella classe 4B del liceo è sorto un problema da non sottovalutare: una compagna di classe ha chiesto alla professoressa come mai lei, giocatrice di calcio da 7 anni, non fosse stata convocata e se ci fosse la possibilità di essere aggiunta al gruppo selezionato in modo da partecipare al torneo.
La risposta ha lasciato un po’ spiazzato il lato femminile della classe: infatti l’insegnante ha espressamente affermato che le femmine non possono partecipare ai tornei di calcio perchè inferiori fisicamente. E fin qui nulla da obiettare perchè, nonostante sia una definizione un po’ troppo generica, il più delle volte risulta essere vera. Il problema però è che la stessa discussione era avvenuta anche qualche mese fa quando, nel periodo del torneo di pallavolo, abbiamo scoperto che in ogni squadra devono obbligatoriamente esserci almeno 3 giocatori maschi.
La domanda che sorge spontanea è: come mai a pallavolo devono esserci almeno 3 maschi nella squadra e invece a calcio le femmine sono addirittura bandite? Abbiamo anche chiesto all’insegnante di formare un gruppo esclusivamente femminile ma la proposta non è stata accettata perchè “troppo impegnativa”.
Come può quindi una ragazza della nostra scuola gareggiare nel torneo scolastico di calcio se non è accettata nella squadra dell’istituto e inoltre non può formare una sua squadra perchè gli insegnanti “sono troppo occupati”?

La chiamano Riforma

Da venerdì della scorsa settimana l’Ufficio scolastico provinciale sta effettuando i tagli sull’organico della scuola primaria: il triplo rispetto all’anno scorso.

Il Direttore regionale Colosio ha deciso di concentrare il risparmio dei posti a danno del tempo pieno milanese.

L’Ufficio Scolastico Provinciale ha adottato i seguenti criteri:

  • 148 classi prime a tempo pieno, richieste in più rispetto alla quinte uscenti, saranno riconosciute come tempo normale: risparmio di 148 posti
  • nelle scuole totalmente a tempo pieno l’organico viene assegnato per 41 ore (anziché le 44 ore dei 2 docenti per classe): risparmio di 480 posti
  • nelle scuole funzionanti con i due modelli, l’organico del tempo pieno viene assegnato per 41 ore se l’istituto ha più di 30 docenti: risparmio di 92 posti

In molte scuole abbiamo perso fino a quattro posti di lavoro.

E la chiamano riforma…

Paracelso ed il movimento paracelsiano

Paracelso

Per i suoi discepoli Paracelso fu un profeta e mise in discussione gli errori di un millennio. Per i suoi nemici fu solo un ciarlatano le cui idee sovvertivano la scienza medica. Questo scontro di pensieri parve inizialmente veder vincitori i medici galenici. Con il passare degli anni però la dottrina paracelsiana si diffuse in gran parte dell’Europa ed acquisì un sempre maggior numero di sostenitori.
Il suo vero nome era Philip Theophrastus Bombast von Hohenheim, ma aveva scelto di chiamarsi Paracelso. Nacque nel 1493 in una cittadina nei pressi di Zurigo, ma a nove anni si trasferì con il padre medico in Austria. Nel corso della sua vita viaggiò molto fino a quando nel 1526 arrivò nella città di Basilea. Qui riuscì a curare il grande stampatore Froben e venne quindi accolto nei circoli erasmiani di Basilea. Gli venne attribuito il titolo di professore di medicina all’università della città, ma le sue lezioni non si rivelarono accademicamente rispettabili. Suscitando l’orrore della della facoltà di medicina, egli rifiutò di dissertare sulle autorità consolidate, basando invece le sue lezioni sulla propria esperienza.

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