Perdenti posto: pensieri in libertà

Anche il nostro istituto, come tanti altri, soffre per i tagli all’organico.
Sono lontano da scuola per gli esami. Così ho avuto qualche informazione dalla segreteria soltanto per telefono.

Avrei anche voluto sapere quale fosse il prezzo pagato da ogni scuola della provincia
I dati sul sito dell’Ufficio scolastico provinciale non ci sono, su quello dell’Ufficio scolastico regionale nemmeno. Nei siti dei sindacati? Neppure lì. Poco importante?

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Cos’è il “senso” di qualcosa?

Qualche settimana fa una mia compagna di università mi contatta su msn e mi chiede “secondo te il mondo può avere un significato?”… dopo aver risposto, le chiedo cosa intenda per “significato” e, dopo aver convenuto di considerarlo, almeno in quell’istanza, come “senso”, mi chiede appunto cosa sia un “senso”.
Io ho trovato una risposta abbastanza soddisfacente, che si adatta anche incredibilmente bene con un certo tipo di sistema filosofico a cui mi sto avvicinando sempre di più.
Comunque, ripropongo la questione qui, dato che di post di filosofia non se ne vedono da mesi.
Che cosa vogliamo sapere quando chiediamo “che senso ha”? Cosa intendiamo dire quando diciamo che qualcosa “non ha senso”? E quando diciamo che non ha senso rispetto a qualcos’altro?
La mia amica poi mi ha detto di avere difficoltà a descrivere un concetto in termini discorsivi, in altre parole a trovare il concetto di concetto. Ma questo, anche se ci è connesso, è un altro discorso…

cena da prof

Anche i professori ‘sciallano’ ogni tanto! La mitica Prof. Pozzetto – referenteviaggi&festeggiamenti – ha colpito ancora. Il tavolo e lungo e non sono venuti proprio tutti tutti ma il grosso del corpo docente si è speso in splendida mangiata di pesce.
Se questa immagine non vi basta guardate qui: http://picasaweb.google.com/antomea/Itc_cena2010_06#

cena dei prof dell'Istituto Tecnico Commerciale

è proprio per tutti la PROVA DI ITALIANO?

Sotto l’intestazione del Ministero, il titolo recita:
P000 – ESAMI DI STATO CONCLUSIVI DEI CORSI DI STUDIO DI ISTRUZIONE
SECONDARIA SUPERIORE ed il sottotitolo prosegue:
PROVA DI ITALIANO
(per tutti gli indirizzi: di ordinamento e sperimentali)

Ora, mi dico: sarebbe anche una bellissima traccia quella della tipologia A. Chi non non conosce Primo Levi? Ma sento dire: “ma noi non l’abbiamo fatto, prof!”
E… “ci sta!” per dirla come si usa tra quelli (i miei amati studenti, ndr) che hanno la fortuna di avere molti meno anni di me.
E nello stesso tempo mi chiedo: ma anche se l’avessero letto e studiato, quale curriculum studiorum è davvero in grado in questo momento storico di giustificare una traccia di esame di maturità in cui si chiede di affrontare un incipit siffatto:

“Poiché dispongo di input ibridi, ho accettato volentieri e con curiosità la proposta di comporre anch’io un’«antologia personale», non nel senso borgesiano di autoantologia, ma in quello di una raccolta, retrospettiva e in buona fede, che metta in luce le eventuali tracce di quanto è stato letto su quanto è stato scritto. L’ho accettata come un esperimento incruento, come ci si sottopone a una batteria di test; perché placet experiri e per vedere l’effetto che fa.”

Quanti giovani diciotto/diciannovenni/ventenni hanno un’idea, almeno pallida, di cosa significhi “nel senso borgesiano di autoantologia”, “ci si sottopone a una batteria di test” o “placet experiri“?

E del resto, quanti rappresentanti politici eletti sono in grado di cimentarsi in simil tenzone?
Non è che per “borgesiano” capiscono “borghese” e ci infilano un H di troppo?
Ed infine, amaramente… chi se ne accorgerebbe?

Mi scuso in anticipo con quanti smentiranno questo mio commento.

A. Mealli
geodocente in via di sparizione. Tra quelli che resistono strenuamente e per sempre rimpiangeranno questa orrenda deriva.
Perché se la geografia è inutile… il latino è sparito dal comune patrimonio culturale da tempo e la lettura “era vizio innocente e tradizionale, un’abitudine gratificante, una ginnastica mentale, un modo obbligatorio e compulsivo di riempire i vuoti di tempo, e una sorta di fata morgana nella direzione della sapienza”.

Rispettare la legge?

Rispettare la legge?
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca pensa sia superfluo.
C’è una buona legge, la numero 4 del 9 gennaio 2004. Prevede che i siti pubblici siano navigabili anche per i disabili, anche, ad esempio, per chi non ci vede.
Noi, nel nostro piccolo, ci proviamo. Perché non ci prova chi ha mezzi ben più potenti dei nostri?

Non rispetta la legge neppure il file con le tracce della prima prova dell’esame di Stato. Eccolo: testo completo delle tracce per la prima prova d’esame. Sembra a posto, ma non supera nemmeno il più banale controllo automatico di accessibilità.

? “Re-edit”

Oggi dei miei amici mi hanno convinto che non abbiamo possibilità di scampo. E’ inutile volersi liberare dal peso del pregiudizio. E’ inutile che, spinti da puro esibizionismo, saliti sull’autobus, ci sediamo accanto a un rumeno o a un albanese facendo finta che non ci sia costato niente rinunciare al posto sicuro vicino a una dolce nonnina. Eppure mi viene da chiedere se io provo veramente questi sentimenti. Non mi pare. Il pensiero di dover passare davanti a un campo rom o camminare lungo una strada buia in compagnia di un albanese alle tre di notte non mi fa paura. E’ possibile che forse non la pensiamo tutti allo stesso modo. Einstein diceva che gli atei più convinti sono quelli che più degli altri hanno sentito il peso delle catene della fede mentre se ne liberavano ed io scrivendo questo intervento mi sento come quelli che devono dimostrare a tutti i costi di essere delle brave persone. No. Adesso, vale discriminare una popolazione intera credendo nella differenza fra le razze? Sarebbe ancora così facile pensare a queste se il nostro popolo smettesse di essere riconosciuto in tutto il mondo?

E’ un discorso veramente banale, ma se esistono problemi come questi significa dover partire di nuovo dall’abc.
Tutto quì..

?

Oggi mi hanno detto che non c’è possibilità di scampo. Per quanto NOI italiani vogliamo essere liberi da ogni pregiudizio, non facciamo altro che desiderare di essere migliori di chi è dichiaratamente razzista. Proviamo sempre il rimorso di non aver scelto il posto vicino alla vecchietta, ma quello accanto ad Albanese; ed ammiriamo chi ha la forza di mostrare il volto mentre difende con le unghie i diritti del tricolore. (Qualche parola vuota da leggere per spazzare via queste idiozie). Ma che devono sentire le mie orecchie? Io so di non provare alcuna paurs a passare vicino a un rumeno, ad entrare in un campo rom. ‘E’ stupefacente’, mi aspetterei dicesse qualcuno; altri “sei solo un moralista”. Facciamo come dite voi. Ma allora perché al primo italiano che uccide non siamo tutti assassini? Nel 2010 si fanno discorsi di questo tipo. E’ come insegnare in quarta liceo le vocali.