L’anime triste di coloro che vissero senza infamie e senza lodo

Quale degli dei dobbiamo pregare perché nasca una politica fatta di soluzioni e progetti interi? Piena di filosofi e di sogni.
Che ci vuole ad esporsi? A presentare un piano completo, che abbia il coraggio di discutere ogni elemento di opinione nella nostra società?

Dire che sull’acqua, sulla giustizia, sul commercio, sull’industria, sulla scuola, sul lavoro, sui sindacati e sul turismo; sulla guerra, sul meridione, sul trasporto pubblico, sui treni, sugli aerei, sulla Russia, sull’America e sulla Cina la si pensi così.
Possibile che la nostra singolarità di cittadini sia daltonizzata in destra e sinistra. Bene e male. Anzi; male e bene; in ordine.

"La vera 'porcata' di Mirafiori sta nel fatto che la grande impresa, il governo, i partiti, i sindacati, le istituzioni scaricano su 5400 lavoratori la responsabilità di decidere su qualche cosa che va ben oltre il confine della loro fabbrica,il loro posto, il loro salario." Rinaldo Gianola, l'Unità 12.1.11

Quanta paura che ha il leone vecchio ad alzarsi dalla terra. Il rischio di non trovare la seggiola. Vertigini guardando il branco dall’alto; serenità invece, sentendo gli schiamazzi fra uno sbadiglio e l’altro, mentre le palpebre riposano.

Quando si vuole

Gli strumenti sono importanti.
Quando si vuole, però, si riesce a far molto anche con poco.

È piccola la scuola di Lagrimone. Lo spazio in cui faccio lezione altrove sarebbe un ripostiglio.
Abbiamo un solo computer malandato e la stampante non funziona.

Eppure un blog lo abbiamo creato: http://unascuolasuimonti.wordpress.com/

Grazie e Buon Natale

Molto probabilmente in molti hanno notato che settimana scorsa davanti all’ingresso c’è stato il banchetto di Natale che vendeva cartoline di un pittore del Congo, vari oggetti costruiti da un’associazione di ex carcerati, cappellini di Natale e raccoglieva fondi per comprare un asino (in realtà alla fine abbiamo raccolto soldi per una gallina e una mucca).
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato: chi è arrivato prima a scuola per allestire il banchetto, chi è rimasto ad ogni intervallo e ad ogni uscita, il Preside che ha permesso che tutto questo fosse possibile, il personale della scuola che si è dimostrato davvero disponibile ma soprattutto tutti coloro che hanno contribuito materialmente al banchetto. Vi ringrazio a nome delle associazioni CIAI, Aiutare I Bambini, Casa di Betania e Il Germoglio.
Grazie mille e Buon Natale a tutti!!

Cambio d’identità

Dal mio diario

Supplenza in prima. Bussano.
«Avanti».
Si affaccia la signorina Mori, sorridente e luminosa.
Strano silenzio in classe.
«Dimmi, che vuoi?»
«Mi hanno mandato a cercare Brognaro. Chi è?»
«Io, io, io» quattro o cinque maschietti si fanno avanti.
«Cara Mori – le dico – hai uno straordinario potere: provochi persino dei cambi d’identità».
Sorride sobria la fanciulla. Le indico il vero Brognaro.
Se ne va con lei il ragazzo, invidiato dai compagni. Godrà per poco: lo attende una prof dal fiero cipiglio…

Scili (e Cariddi)

E invece no! Mai dobbiamo smettere di indignarci. Ma sempre, anche la moneta più piccola, deve tuonare come il baccano delle piume scivolate a terra nella notte. Non solo per noi dev’essere di fastidio; seppelliamo con spade d’inchiostro la nostra sete di libertà.
‘Sciò’ le accuse di banalità.
E quando mai il dolore si piega sotto la frusta del tempo? Nel sentimento? Ma quì non siamo al cospetto di Amore. Quì il sangue che lasciamo sui marciapiedi, noi, scavati da cazzotti nello stomaco, non torna indietro.
Mai il carpe diem oraziano fu più necessario d’ora.
S-cateniamo gli animi dal nastro adesivo sporco di petrolio.

Da una conferenza di Evgenij Evtušenko

Mi dicono: “Amico
sei proprio coraggioso!”
E non lo sono – tra i miei vizi non ho mai avuto il coraggio.
Solo non mi sentivo meschino al punto d’essere così vigliacco come altra gente che mi vedo intorno.
Ma non ho mai tentato di deviare l’orbita del mondo.
Ho scritto e basta.
E allora?
Ma non ho mai fatto l’informatore.
E ho sbeffeggiato quando la misura era colma – mi sono burlato del Falso –                                                                        [ho cercato di dire quello che pensavo –                                                                        forte abbastanza da farmi sentire.
Ma verrà il giorno da ricordare
e ardere di vergogna:
Quando l’avremo finita con la disonestà e le menzogne
con quei tempi bizzarri quando un uomo soltanto sincero
era chiamato ‘coraggioso’!

L’inverno muto.

Lascio aperta la finestra e lascio seccare le tracce di caffè del fondo della tazzina sulla scrivania.
Il freddo ghiaccia la pelle e la rende pallida.
Ma dentro, nonostante il frèmito dei muscoli, anche se gli incisivi sbattono, richiamando le nocche dentro alle maniche, l’animo si scalda di Scirocco romantico.
L’Olimpo ha messo in pausa la natura. E così l’autunno decora gli alberi che paiono addobbati di zirconi luminosi, brillando del sole zittito dalla nebbia.
Giovani amanti vorrebbero essere giovani dèi, e sotto una di queste fronde di fantasia godere dei loro corpi.

‘Ngiulina

‘Ngiulina – Antonio De Curtis

Chisto è ‘o ritratto e chiste so’ ‘e capille:
na ciocca ‘e seta nera avvellutata.
E cheste songo ‘e llettere: cchiù ‘e mille;
lettere ‘e ‘na guagliona nnammurata.

Ngiulina se chiammava sta figliola
ch’è stata ‘a primma nnammurata mia.
Trent’anne sò passate… Mamma mia!

‘A tengo nnanze a ll’uocchie, pare aiere:
vocca ‘e curallo, ‘na faccella ‘e cera,
‘nu paro d’uocchie verde, ‘e cciglie nere,
senza russetto… semplice e sincera.

Teneva sidece anne e io diciotto.
Faceva ‘a sartulella a ‘o Chiatamone.
Scenneva d’ ‘a fatica ‘mpunto ll’otto,
e mm’aspettava a me sotto ‘o purtone.

Senza parlà, subbeto sotto ‘o vraccio
nce pigliavemo e ghievemo a ffà ammore.
Vicino ‘a casa soia, ‘ncoppa Brancaccio,
parole doce e zucchero int’ ‘o core.

Mettennoce appuiate ‘nfaccia ‘o muro,
a musso a mmusso, tutt’ e dduie abbracciate:
dint’ ‘a penombra ‘e n’ angulillo oscuro,
quanta suspire e vvase appassiunate!

‘A tengo nnanze a ll’uocchie, pare aiere:
vocca ‘e curallo, na faccella ‘e cera;
nu paro d’uocchie verde, ‘e cciglie nere,
senza russetto… semplice e sincera.

Quanta dolcezza..

Banco alimentare 2010

Logobalim
Sabato 27 Novembre, si è tenuta la giornata nazionale della Colletta Alimentare. Eravamo una decina, tra studenti dell’ ITAG e del Liceo di Noverasco, presso il supermercato Coop di Opera. Oltre a noi erano presenti la professoressa Ronchi dell’Istituto Agrario e il professor Pagliara del Liceo. La Colletta ha dato modo di ricavare 9.400 tonnellate di cibo da destinare alle associazioni che lo distribuiranno a chi più ne ha bisogno.
E’ stata una bella esperienza, che consiglio davvero a tutti; nonostante il freddo, e l’indifferenza di alcune persone, la soddisfazione personale, almeno nel mio caso, ha ripagato tutto.

Paternità nel lavoro

Vi riporto quanto ho letto nella bacheca di una corsia dell’ospedale di Melzo e che mi ha particolarmente colpita. Ognuno degli scritti che viene riportato nelle varie bacheche disseminate per tutto l’ospedale riporta la dicitura iniziale “I sassolini bianchi di Pollicino”.
Paternità nel lavoro

Nel mondo del lavoro di oggi, la responsabilità di chi ha un ruolo di guida aziendale o sociale nei confronti di coloro che collaborano con lui deve essere animata da un interesse educativo.
Chi guida altre persone nel lavoro deve esercitare una paternità che miri a che esse scoprano chi sono e possano vivere con libertà quello che sono.
Non è necessario fare lo psicologo, né l’insegnante; occorre solo fare il proprio lavoro e trasmettere le ragioni per le quali lo si fa in un modo piuttosto che in un altro, con un criterio che viene proposto agli altri, ma non imposto.
A questa paternità si contrappone un atteggiamento opposto: il paternalismo.
Semplificando molto, il paternalista cerca di essere buono, ma vuole affermare se stesso attraverso la propria bontà, invece di affermare l’altro.
L’atteggiamento parternalistico nel lavoro fa in modo che le persone diventino possesso di chi lo esercita. Questo è possibile perché, in fondo, fa comodo.
C’è una connivenza tra il paternalismo e la vita comoda.
L’altro, di norma, è scomodo.
Se trovi qualcuno che ti sprona, che ti sfida, che non ti tratta da esecutore, che ti fa riflettere…
Tutto questo non è così comodo.
La scelta della paternità nel lavoro è molto meno comoda anche per chi la esercita, perché questi deve mettersi in gioco, conoscere le persone, ammettere i propri errori, dialogare.
La scelta della paternità è molto più difficile, ma molto più affascinante, perché ha come conseguenza di far crescere persone piene, interessanti, di creare una realtà dove si vive una certa vivacità, anche attraverso eventuali tensioni e conflitti.

Bernard Scholz (esperto in organizzazione aziendale)

Le cose semplici

Le cose importanti son quasi sempre semplici. Posson capire anche i bambini.
Così i miei nuovi piccoli alunni di quinta elementare hanno capito quanto sia importante la divisione dei poteri, hanno ragionato sul rapporto tra libertà e partecipazione hanno letto Aristotele.
Hanno espresso il loro pensiero con poche piane parole, da elementari. Ma sono contento e spero che non se ne dimentichino.

Mi piacerebbe tanto se anche gli studenti del mio liceo tornassero ad esprimersi nel blog su queste cose semplici ed importanti