Coco Chanel durante gli anni della Belle Epoque

abito della belle epoque

Il periodo storico conosciuto come Belle Epoque, ovvero gli anni di passaggio tra ‘800 e ‘900, fu caratterizzato da invenzioni e progressi in campo tecnico e scientifico senza paragoni con le epoche passate. Con la Belle Epoque molte nuove comodità entrarono a far parte della vita quotidiana di ogni uomo, migliorando le condizioni di vita e contribuendo alla nascita di un ottimismo sempre più esteso. Questa espressione voleva esprimere la contrapposizione tra l’epoca precedente e l’epoca successiva alla guerra; esprimeva l’idea che il nuovo secolo sarebbe stato un’epoca di pace e benessere.

In questo contesto di cambiamenti ed evoluzione l’influsso della rivoluzione industriale era evidente, soprattutto in campo tessile. Le fabbriche inglesi determinarono un cambiamento nel vestire poiché avevano le condizioni per fornire buoni tessuti a prezzi sempre meno elevati. L’importazione di una maggior gamma di tessuti dall’Oriente e dal mondo coloniale permise la creazione di abiti adatti alle diverse occasioni: da vestiti estivi creati con tessuti freschi e comodi ad abiti da sera in seta pregiata.
Grazie all’incremento di produzione e vendita di capi d’abbigliamento nacquero i grandi magazzini, che permettevano l’acquisto a prezzi più agevoli e accessibili a quasi tutte le classi sociali. Le barriere di ceto svanirono grazie alla crescita dei redditi, che permise alle famiglie di dedicare una parte sempre maggiore all’acquisto di abbigliamento.

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Cosa è il mito?

Il mito è un racconto, spesso dominato dal pensiero magico, inventato soprattutto nell’antichità, per chiarire dei fatti a cui non si riusciva a dare una spiegazione.
I protagonisti di questi racconti sono persone con poteri soprannaturali per esempio degli dei, che la maggior parte delle volte hanno sembianze umane.
I miti possono riguardare parecchie cose, come la creazione del mondo, la nascita degli dei, l’origine di una realtà naturale (come la vita e la morte), inoltre ci sono i cosiddetti miti storici che hanno il ruolo di definire le origini di una civiltà o di una famiglia (come per esempio il mito di Enea).
Esistono anche miti di carattere filosofico come il mito di Er (Platone), ma, in generale, il mito è diverso dal pensiero filosofico. La filosofia procede con argomenti razionali, mentre il mito accoglie spunti fantastici.
Bisogna fare attenzione a non confondere la parola mito con favola, infatti i due termini sono molto diversi, il primo ha un’impronta sacrale, esso deve essere considerato come verità, il secondo invece è presentato come un racconto di pura fantasia.

Enea vince Turno in un dipinto di Luca Giordano
Enea vince Turno in un dipinto di Luca Giordano

Arte di strada

Buongiorno a tutti, volevo rendere partecipe chi legge il blog dei miei disegni realizzati con bombolette di vernice spray e della tecnica usata.

Un bimbo guarda attraverso un telescopio una stella lontana

Ho imparato tutto ciò che so di questa tecnica da un’artista di strada.

Ogni disegno è formato da cinque strati sovrapposti:

  1. spazio e stelle
  2. pianeti
  3. montagne, mare o comunque terreno
  4. eventuali sagome in primo piano
  5. nuvole

Ognuno degli strati va fatto in successione e dopo che lo strato precedente si sia asciugato.

Per prima cosa si realizza lo sfondo in nero (lucido), lasciato asciugare si usa uno stencil con un cerchio tagliato per coprire la zona intorno al futuro pianeta e si spruzza il bianco all’ interno del cerchio, prima che asciughi bisogna usare un giornale precedentemente accartocciato e poi disteso per tamponare delicatamente il pianeta, in questo modo si ottiene l’effetto “crosta terrestre”.

Come realizzare le stelle? Bisogna intingere un pennello nella tempera bianca diluita e sfiorare le setole con un dito per schizzare piccole gocce sul foglio, questo per le stelle piccole “a puntini” per le stelle grandi invece bisogna tenere un cartoncino in verticale sul foglio in modo che uno spigolo coincida con la superficie e spruzzare sul cartoncino (non sul foglio) in questo modo piccole particelle di vernice cadranno e formeranno una linea che se ripetuta a formare una specie di asterisco che sembrerà una stella.

Per realizzare le montagne basta usare un semplice pennello e dipingerle solo da un lato  a seconda di dove volete che arrivi la luce, in primo piano potete disegnare qualunque soggetto che vi piaccia, velieri, telescopi, città, cascate etc.

Sopra alle figure in primo e in secondo piano potete ricreare l’ effetto nuvola strappando un giornale e usando quest’ ultima “strappatura” come stencil: bisogna spruzzare leggermente lungo la linea di strappo in modo da ottenere nuvole che hanno un lato netto e uno sfumato.

Se volete provare e non vi sembra troppo complicato avete buone probabilità di ottenere un bel disegno anche perchè non è difficile.

Città futuristicaveliero

Il mito…

Per comprendere che cos’è un mito abbiamo preso spunto da una frase citata da Mircea Eliade, scrittore rumeno autore di diversi libri:

Il mito è un testo sacro; si riferisce ad un avvenimento che ha avuto luogo nel tempo primordiale, il tempo favoloso delle origini. È dunque sempre il racconto di una “creazione”: si narra come qualcosa è stato prodotto, come ha cominciato a essere.

Ritratto di Mircea Eliade (1907-1986) su un francobollo moldavo
Ritratto di Mircea Eliade (1907-1986) su un francobollo moldavo

Un esempio di mito che riguarda la creazione è quello in cui si narra che Dio, in sette giorni, creò il nostro pianeta: dal cielo alla terra, dagli animali agli uomini, dal buio alla luce. Tutto in sei giorni ed infine al settimo giorno si riposò. Continua la lettura di Il mito…

Rapporto tra Natura e uomo: il mito del rinnovo

Vi siete mai chiesti quale sia l’origine dei frutti che la terra ci dona, degli alberi, dei prati e dei campi coltivati?
Sappiate che il mondo non è sempre stato così e che la Terra non ha sempre prodotto i suoi frutti, di cui noi tutti oggi viviamo.
Sappiate che, quando ancora non c’era tempo, per volere degli dèi la Terra era una solida, sterile, insipida roccia e  tutti gli uomini del tempo vivevano in un mondo tutto grigio, un immenso deserto arido.
E sappiate ancora che in quel tempo lontano in cui si svolsero i fatti di cui parleremo, gli uomini erano governati dal principe Magro, un omuncolo avido e prepotente, un prevaricatore affermato, che tutti dovevano rispettare e venerare. Continua la lettura di Rapporto tra Natura e uomo: il mito del rinnovo

La storia del Silenzio

Forse nessuno sa la vera origine del silenzio.
La storia risale ad un tempo remoto. È ambientata in una terra quieta e desolata, in un punto che su qualsiasi carta d’oggi non si trova.
In questa terra si trovava un piccolo villaggio dove la vita trascorreva tranquillamente sotto l’attenta guida di un vigoroso capo di nome Silente.
Il capovillaggio aveva una figlia di nome Janira. La fanciulla frequentava segretamente un contadino. I due erano innamorati e avrebbero voluto sposarsi. Purtroppo i due innamorati non sapevano che il matrimonio della ragazza era stato concordato già dal tempo della sua nascita con il figlio di un ricco mercante del villaggio.
Quando Janira scoprì di essere stata data in sposa senza che il padre le avesse mai detto niente, in segno di protesta, decise di smettere di rivolgere la parola a chiunque se non al suo amato contadino. Tuttavia il suo amato disapprovava la scelta della ragazza: l’amava davvero e, proprio per questo, pensava che il matrimonio con un ricco fosse il meglio per lei. Così chiuse ogni rapporto con lei.
Il comportamento del contadino spezzò il cuore di Janira che decise come gesto estremo di togliersi la vita impiccandosi. Il padre Silente vedendo a cosa era arrivata la figlia a causa sua decise di imporre al suo villaggio un silenzio eterno, dove ogni rumore, voce o suono erano proibiti. Poi, per punirsi, il capovillaggio si fece tagliare la lingua e l’urlo del suo dolore fu l’ultimo rumore che si udì in quel villaggio.

Emanuele Paolini Luca Carluccio

Come nacque il mondo

Nell’alba dei tempi il mondo non esisteva. Lo spazio era come un semplice telo nero, piatto e vuoto.
Venne un giorno in cui da questo spazio vuoto nacque qualcosa.
Un barlume di luce che rischiarava le tenebre.
Col passare dei secondi quella luce mutò e divenne una splendida donna, che con il suo sublime canto fece scaturire un manto di stelle e una distesa di prati a perdita d’occhio.
Tutto questo nasceva nella mente della donna in modo inconsapevole, come se lei fosse stata creata da un’altra entità estranea solo con lo scopo di dare origine alla vita sulla terra.
La sua nascita era stata del tutto casuale, era stata partorita dalle tenebre, ma da esse non voleva ritornare.
Esse però le imposero di trovare qualcuno che le facesse compagnia, oppure l’avrebbero inglobata di nuovo.
Così, dalla mente della donna nacquero altre donne simili a lei.
Ma esse si sentivano sole; nonostante tutto.
Le donne erano a corto di idee, non sapevano che forma dovessero avere gli esseri che avrebbero fatto loro compagnia.
Un giorno una di loro ebbe l’idea di lasciare la decisione alle Tenebre e  la donna dal sublime canto espresse nella sua mente il semplice desiderio di avere una qualunque compagnia.
Così le Tenebre partorirono gli animali.
Tra tutte le bestie nate se ne distinse una parte: gli uomini.

Mito e Filosofia

I miti, si sa, non raccontano avvenimenti reali; nascono poiché, in tempi antichi, l’uomo aveva bisogno di spiegazioni, anche se non logiche, riguardo i fenomeni naturali che gli accadevano intorno. Perciò, scavando a fondo, possiamo immaginarci l’avvenimento che portò alla nascita di questi racconti. Pensando agli dei pagani di greci e romani, ma anche di popoli molto più antichi, troviamo dei riferimenti specifici a determinati avvenimenti naturali che l’uomo ha tentato di spiegarsi. Quindi i fulmini che apparivano in cielo rappresentavano la Folgore di Zeus che, adirato, si sfogava coi mortali; il succedersi delle stagioni determinava i periodi in cui Persefone rimaneva con la madre sulla terra, o viveva nell’Ade col marito; e via dicendo. 

 Tutto ciò ci dimostra che gli uomini hanno sempre cercato il sapere e sempre hanno tentato di trovare spiegazioni.

Perciò la filosofia, a mio parere, è “un’evoluzione” del mito, l’abbandono di pensieri ingenui, per il raggiungimento di una certa maturità.

Non è un caso che questa scienza nasca proprio in Grecia. Infatti, in quelle terre, la religione non rispondeva alle domande che l’uomo si pone più frequentemente, quali “chi siamo?”, “da dove veniamo?”, “quale significato ha la mia vita?”. Gli dei greci avevano caratteristiche simili agli uomini, eccetto l’immortalità, una straordinaria bellezza e poteri decisamente sovrannaturali, ma erano pigri, provavano le stesse passioni mortali e possedevano gli stessi vizi e virtù. Per questo gli uomini non potevano trovare in essi le risposte che cercavano.

E’ naturale, quindi, che l’uomo abbia voluto imporsi su credenze tanto assurde; l’evoluzione sta nel fatto che, finalmente, furono messe in discussione e spiegate in modo diverso.

Ed ecco la differenza fra mito e filosofia: ciò che si ascolta e si accetta per come ci viene raccontato; ciò che viene ascoltato razionalmente e, se necessario, criticato e discusso.

Ho trovato interessanti queste differenze, perché credo mi possano aiutare a capire la scienza che sto iniziando a studiare, ma soprattutto a conoscere, proprio per quel sapere che tutti gli uomini, me compresa, hanno bisogno di cercare e raggiungere.

Perché, citando Socrate, “Una vita senza ricerca non è degna per l’uomo di essere vissuta”.

Il mito e realtà

Quando ero piccola, prima di andare a dormire, amavo farmi raccontare una favola dai miei genitori, non importava se narrasse di potenti cavalieri o di animali parlanti, la cosa fondamentale era viaggiare con la fantasia prima di entrare nel mondo dei sogni. Sicuramente sarà capitato anche ai bambini che hanno vissuto nell’antica Grecia di farsi raccontare delle storie dagli adulti, ma di cosa parlavano?

Io credo che fin da piccoli gli antichi greci fossero stati abituati a sentir narrare le mitiche imprese di eroi e dei come Perseo, Zeus od Orfeo, gli infanti ateniesi, così come i bambini al giorno d’oggi per quanto riguarda i racconti evangelici, capivano che quelle che ascoltavano non erano semplici storielle, ma qualcosa di più importante e profondo.  I miti, infatti, non sono nati con uno scopo ludico, come si può pensare, ma con l’intento di spiegare fenomeni come la creazione del mondo, la nascita dell’uomo, la presenza del male sulla Terra ecc.. Le conoscenze fisiche e scientifiche di allora non bastavano a definire avvenimenti come i fulmini, il fuoco o l’alternarsi delle stagioni, quindi venivano creati miti su Zeus e la sua Folgore, sul rapimento di Persefone e sul coraggio di Prometeo. Ci si potrebbe chiedere come i dotti dell’epoca avessero accettato delle spiegazioni così prive di fondamenta, ma la verità é che il mito non è mai stato una semplice storiella: era un modo per definire e conoscere la propria realtà, sanciva delle verità che non erano mai state messe in discussione. Tutto ciò fino all’avvento della filosofia che, a differenza del mito, ha cercato di rispondere ai quesiti dell’uomo con un discorso razionale e verosimile, supportato da varie argomentazioni. Ciò non toglie che i miti siano stati una delle colonne portanti delle civiltà antiche, talmente importanti da essere stati tramandati per secoli oralmente ed infine trascritti per giungere fino a noi.

Prometeo
Jean-Simon Berthélemy e Jean-Baptiste Mauzaisse, Prometeo dà vita all’uomo, fresca, 1802, Parigi, Louvre.