“La parola è una gran dominatrice che, anche col più piccolo e invisibile corpo, cose profondamente divine sa compiere. Essa ha la virtù di stroncare la paura, di rimuovere la sofferenza, di infondere gioia e d’intensificare la commozione” affermava uno dei più noti sofisti, Gorgia.
Che cosa voleva dire?
Come possono, le parole, comportarsi da dominatrici su tutto e compiere cose divine? E sopratutto… in che modo sono in grado di provocare sensazioni così diverse in un solo animo?
Secondo Gorgia, la parola non viene utilizzata per indicare come stanno realmente le cose, ma piuttosto per persuadere le persone che ci circondano, per stimolare le loro emozioni e infine per ingannarle.
La parola viene identificata da Gorgia con un’arma pericolosa; un’arma che ha una grande forza persuasiva, capace di sedurre le persone che l’ascoltano, di far approvare ciò che viene affermato e di stimolare nuove emozioni in chi la sente.
Essa non agisce attraverso argomenti che convincono l’intelletto, ma in maniera inconscia, rendendo nulla la consapevolezza di chi ne subisce il fascino.
Quante volte, infatti, ci facciamo ammaliare da chi riesce a catturare la nostra attenzione con un semplice discorso… Le parole pronunciate con una grande sicurezza e molta enfasi, improvvisamente, ci appaiono piene di verità e accettiamo come vero tutto ciò che ci viene detto. Rimaniamo affascinati dalle parole utilizzate e ci convinciamo che quello che è stato detto sia giusto anche se in realtà non lo è del tutto o per niente.
La parola, tra l’altro, può essere paragonata ad una medicina. Come un farmaco può sollevare il nostro corpo ed un altro può danneggiarlo; allo stesso modo alcune parole possono dilettare l’animo ed altre affliggerlo.
È incredibile, infatti, come un litigio ci possa rattristare e demoralizzare per tutto il corso della giornata e invece una semplice parola di conforto possa rallegrarci immediatamente.
Riconosciamo, dunque, che la parola (che pare un semplicissimo mezzo di comunicazione) in realtà può nascondere una serie di inganni.
Francesca Mantellini