Fra il 1337 e il 1453, la Francia e l’Inghilterra si affrontarono nella famosa guerra dei Cent’anni, causata da problemi di eredità del trono dopo la morte del re francese Carlo IV. Infatti il re inglese, il parente maschio più prossimo, perché figlio di Isabella (la sorella di Carlo IV) rivendicò il trono, ma i francesi gli preferirono Filippo IV di Valois, la cui parentela era meno stretta, ma in linea maschile, come previsto dalla legge salica. La guerra in un primo momento vide la netta supremazia degli inglesi, testimoniata da diverse vittorie come ad esempio quella di Calais. Ormai la Francia sembrava spacciata, anche perché ci furono diversi scontri interni anche fra concittadini causati dal malcontento per l’andamento fallimentare della guerra. Fortunatamente nel 1415, grazie al grandissimo apporto di Giovanna d’Arco, l’inerzia della guerra cambiò.
Giovanna d’Arco nacque verso il 1412 nel villaggio di Domrémy, un paesino sulla Mosa ai confini fra la regione della Champagne e quella della Lorena. Viveva in una famiglia numerosa dedita all’agricoltura e, come la maggior parte delle persone di questa classe sociale, non sapeva né leggere né scrivere.
Nell’estate del 1425, all’età di tredici anni, cominciò ad udire delle voci da lei attribuite all’arcangelo Gabriele e alle sante Margherita e Caterina. Sin dall’inizio le fu comunicata la sua missione: era stata scelta da Dio per salvare la Francia e aiutare il Carlo VII, erede legittimo al trono. Da quel momento Giovanna cominciò a passare gran parte delle sue giornate a pregare e a confessarsi.
Una sera, quando tornò dopo un pomeriggio passato nei campi, scoprì che il suo villaggio fu invaso dagli inglesi. Perciò egli si nascose in una credenza e assistette alla morte della sorella diciottenne, violentata e uccisa da alcuni soldati. Giovanna venne quindi mandata a vivere dagli zii in un villaggio vicino.
Dopo aver lasciato per sempre l’unica casa che avesse mai conosciuto, spinta dalla chiamata divina, Giovanna si recò a Chinon per incontrare il re Carlo VII che furono informati riguardo le visioni della ragazza. In un primo momento, il re nutrendo dei sospetti sulle sue intenzioni, incaricò il suo migliore arciere di prendere il suo posto sul trono. Arrivata al castello, Giovanna si accorse dello scambio e lo rivelò apertamente, suscitando lo stupore del re che le concesse un colloquio privato. La donna, disse a Carlo che sarebbe stato incoronato a Reims e avrebbe scacciato gli Inglesi dalla Francia ed infine gli chiese espressamente di organizzare l’assedio alla città d’Orléans
Convinto dalle premonizioni di Giovanna, Carlo la mise a capo di un esercito con il quale raggiungere la vittoria sugli inglesi e assicurare la città di Reims per l’incoronazione.
Giovanna si presentò sul campo di battaglia con indosso un’armatura bianca e con un proprio vessillo. L’apparizione impressionò profondamente entrambi gli eserciti, non abituati a vedere una donna impegnata nei combattimenti. La Pulzella d’Orléans condusse alla vittoria i francesi, motivati dalla loro carismatica condottiera. Ma la caparbia Giovanna, determinata a sferrare un altro attacco, radunò nuovamente le truppe per liberare per sempre la città di Orléans dalla dominazione inglese. Nonostante il grande sforzo per l’attacco finale, i francesi fallirono nel loro tentativo e si dovettero ritirare, anche perché Giovanna venne colpita da una freccia nel petto.
Nonostante questo, gli eserciti francesi continuarono a trionfare sugli inglesi, sempre più indeboliti, ma Giovanna iniziò a provare un grosso senso di colpa scaturito dalla carneficina di vite umane sacrificate per questa guerra. Perciò la Pulzella contattò il re d’Inghilterra tramite una lettera proponendo loro di ritirarsi.
Come per miracolo il re accettò la proposta. Si trattò di una vittoria sorprendente che consentì l’incoronazione di Carlo a Reims, proprio come Giovanna aveva predetto.
Una volta incoronato, Carlo VII sembrò pienamente soddisfatto, ma on altrettanto Giovanna, che decise di continuare a combattere nonostante le sue truppe, ridotte ormai da varie migliaia a poche centinaia di uomini, erano stanche e affamate. Diverse persone informarono Giovanna che non soltanto Carlo aveva abbandonato l’intenzione di fare una guerra, ma stava pianificando un modo per tradirla. La giovane però non ascoltò nessuno perché si sentiva obbligata a continuare a combattere con determinazione fino a quando le “voci” non le avessero ordinato altrimenti.
Contro ogni parere , la Pulzella fa spedita dal re verso Compiègne dove ebbe luogo una battaglia durante la quale venne fatta prigioniera dai cavalieri del duca di Borgogna.
Abbandonata da tutti, Giovanna venne accusata di eresia e di stregoneria ed ebbe quindi inizio il processo per dimostrare che era una strega. Più e più volte le vennero poste domande sulle sue visioni e sulla sua fede nella Chiesa Cattolica.
Poco prima che il processo si concludesse, venne chiesto alla Pulzella di rinunciare alle sue vecchie aspirazioni e di giurare di non indossare più armi o abiti maschili, pena la morte sul rogo. Giovanna accettò e così fu solo condannata alla prigione a vita. All’ultimo momento, però, la giovane donna si rifiutò di sottomettersi al giudizio di una corte inglese e questa sua decisione fece di lei un’eretica destina a morte certa.
Nel maggio del 1431, Giovanna d’Arco venne bruciata sul rogo nella piazza del Mercato Vecchio di Rouen.
Giovanna d’Arco fu una donna molto importante per la storia Francese, poiché diede un grosso contributo alla liberazione della Francia dagli invasori inglesi. Molti studiosi mettono in dubbio le sue molteplici visioni religiose, ma comunque tutti sono d’accordo sul grande coraggio che ha messo in campo e che ha dato quella motivazione in più utile ai soldati francesi per combattere al meglio per la propria patria.