Porte aperte al Calvino

la professoressa Tamarozzi

“Porte aperte” all’Istituto Italo Calvino di Rozzano. Dopo il successo del precedente “open day” (il 26 novembre scorso ), che ha visto sfilare nei lunghi corridoi della scuola “torme” di studenti di terza media con le loro famiglie, l’iniziativa verrà ripetuta sabato 14 gennaio dalle ore 9,00 alle 13,00. Tutti coloro che vogliono conoscere da vicino la realtà dell’ istituto sono invitati a partecipare a questa mattinata di orientamento. Ad accoglierli troveranno sia docenti che alunni (dell’I.T.C. e del liceo scientifico) che faranno da “ciceroni” in un percorso attraverso la scuola, i suoi indirizzi di studio e le sue principali attività. Gli insegnanti in particolare daranno delucidazioni sulla programmazione didattico-educativa del “Calvino”, mentre gli alunni permetteranno ai futuri iscritti ( e non) un confronto diretto con chi vive tra i banchi come fruitore quotidiano.

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Ricordo estivo

il professor Paganini


Anche quando sono in vacanza gli insegnanti sono sempre insegnanti. così, domenica 21 agosto 2005, mia moglie ha preteso un’uscita culturale: visita alla mostra Arte religione politica al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, acronimo PAC. Solo l’acronimo basterebbe a scoraggiare i meglio intenzionati, ma non certo la mia consorte artista.
Quando entriamo le opere esposte mi fanno un’impressione a metà tra i soprammobili di vimini ed il futurismo di inizio Novecento: «Siamo indietro di un secolo», penso.
Per consolarmi mi siedo su un muretto adattato a panca e guardo il giardino esterno.
Paola, però, mi chiama estatica per vedere i meravigliosi dipinti di Kazuo Shiraga.
«Che belli!» mi dice enfatica.
«E mi parono dipinti co’ piedi» fo io toscaneggiando. così mi becco un «Vergognati! Come al solito mostri il lato grossolano della tua personalità».
Poi leggiamo dal foglio di presentazione: «Shiraga dipinge con i piedi: appeso a una corda oscilla sulla tela stesa a terra e cosparsa di grumi di colore».
Che io sia diventato un grande critico d’arte?

Torneo di scacchi.

Risultati della 6^ giornata.

Girone A. Malnati – Picone (recupero): vince Picone.
Ceci – Scordo: non disputata (si recupera il 13 dicembre).

Girone B. Gallo – Madjov: non disputata.
Mantovani – Giannoni (recupero): vince Giannoni.
Girone C. Barchielli – Ravera: vince Ravera (a tavolino).

Girone D. Palma – Sordini: non disputata.

Girone E. Rossetti – Caracciolo: non disputata.
Passaro – Melli: vince Passaro.

Girone F. Cipolla – Di Paola: vince Di Paola (a tavolino).
Visini – Di Cesare: vince Di Cesare (a tavolino).

“NEL MIO PICCOLO..”

Sono contenta che il mio “articolo” abbia coinvolto qualcuno. Molte volte si esita nel descrivere le proprie sensazioni davanti a delle situazioni tristi. PURTROPPO sono consapevole che le persone che coglieranno davvero il significato della mia piccola esperienza sono poche rispetto a quelle che passeranno velocemente ad altri testi con la rotellina del mouse. Per carità.. non dico che sia necessario disperarsi tutti i giorni per ogni male del NOSTRO mondo.. Semplicemente mi piacerebbe invitarvi a riflettere.. troppo spesso negli occhi della gente si vede solo superficialità.. Non sono una moralista di belle parole e alti ideali, ma non sopporto la gente che vive con il “paraocchi” e prosegue sulla sua strada. Magari non risolverò niente ma, nel mio piccolo, cerco di dare una mano. Ovviamente fa molto più comodo rimanere a casa al calduccio piuttosto che prendersi un accidente nei prati infangati in dicembre, di questo sono consapevole.. e non è masochismo che spinge persone come la figlia del prof. a prendersi cura di animali malati.. .. forse tuttavia c’è qualcosa nella natura umana che ci spinge a “mettere ordine” nei casini che l’uomo STESSO ha combinato…

Il vero orrore.

Ho letto l’articolo di Isabella di 5B e l’ho idealmente abbracciata. Conosco la sofferenza di cui parla, gli sguardi e la tenerezza di quegli animali, lo sgomento e il dolore che si prova nel vederli e sentirli. Mia figlia, che compie oggi 16 anni, ne ha adottati tre e fa la volontaria in un canile. Uno di quei tre cani è cieco e senza denti: è stato trovato abbandonato, legato ad un palo con una corda di tapparella. Quando l’hanno portato in canile pioveva a dirotto e lui rimaneva immobile sotto la pioggia, senza ripararsi nella cuccia. Adesso vive in casa mia. Non so quanto gli resti da vivere, ma so che è contento. Ha imparato a orientarsi nel nuovo ambiente e tutte le sere viene a spasso con me: io sono i suoi occhi e lui si fida. Mia figlia si occupa degli altri due, giovani e pieni di vita. E poi c’è anche una gatta, che a dire il vero è arrivata per prima, nove anni fa, anche lei malata, ma ora perfettamente sana e in grado di gestire con grande disinvoltura le complicate relazioni “familiari”.
Vi assicuro che badare agli animali, rispettandoli nelle loro esigenze, è un impegno molto gravoso, sia in termini di tempo, sia economicamente; ma io sono grato a mia figlia perché, pur procurandomi un sacco di guai, mi ha costretto a fare i conti con la parte meno gradevole di me stesso, rimescolando la scala dei valori e delle priorità. Credo che quegli animali, deboli e indifesi, abbiano migliorato la mia capacità di essere uomo e soprattutto siano stati fondamentali nel consolidare il difficile ma bellissimo rapporto con mia figlia.
Il vero orrore, Isabella, non sta nello scrivere Aski (chissenefrega!), ma nell’indifferenza di cui sappiamo dare prova noi esseri umani di fronte alla sofferenza. Qualunque sofferenza.

THE HORROR! THE HORROR!!!

Chiedo umilmente scusa per aver sbagliato a scrivere la razza dell’ HUSKIE.. INGENUAMENTE avevo scritto ASKY… ma sono stata prontamente corretta dal prof Pigni, che probabilmente non avrà dormito la notte per il mio errore.. come direbbe il nostro Mister KURTZ “THE HORROR! THE HORROR!” chiedo umilmente scusa! Intanto colgo l’occasione per farvi vedere il cane depresso di cui vi ho parlato qualche giorno fa.. non è tenerissimo…?

il cane tristissimo di cui vi ho parlato..
il cane tristissimo di cui vi ho parlato..

CANILE: ABBIAMO BISOGNO DI VOLONTARI

Siete mai stati in un canile? Non intendo la pensioncina per cani, intendo il canile, quello vero. Io non ci ero mai stata. Mia madre fa la volontaria lì un giorno alla settimana.I cani sono più di 300 e i volontari non molti. Mi ha sempre chiesto di andare con lei ma studio e impegni me l’hanno sempre impedito. Martedì scorso mi sono decisa. Abbigliamento modello “lotta nel fango”: scarpe rovinate, jeans da buttare, guanti e maglioni pesanti. Carichiamo in macchina vecchie coperte, tante scatole di cibo e biscottini per cani..
Appena arrivati, scendo dalla macchina. Mi si gela il cuore. Non eravamo ancora entrati dal cancello che già si sentivano centinaia di voci ormai consumate a furia di abbaiare.. Mi faccio forza ed entro. “Vidi cose che ridire né sa né può chi di là su discende..” questa frase Dantesca esprime al 100% la mia difficoltà nel riuscire a descrivere quel che ho provato.. Camminando titubante fra le gabbie, alla mia destra e alla mia sinistra, cani di ogni razza, età e taglia spingevano il loro muso fra i buchi delle reti, cercando di farsi notare il più possibile.. vi garantisco che avrei preferito non notarli.Non riuscivo a trattenere le lacrime. Mi avvicino al volontario più esperto che mi dà in mano qualche guinzaglio e mi consiglia, data la mia scarsa esperienza, di occuparmi dei cani più “CALMI”. Avevo solo l’imbarazzo della scelta. Quasi mi dispiaceva fermarmi davanti a una gabbia piuttosto che ad un’altra perché,al mio arrivo, tutti si spingevano per attrarre la mia attenzione. Con il magone mi fermo davanti a un cagnolino beige, che dalla disperazione non aveva più un fil di voce. Apro la porticina e, con mio grande stupore, vengo accolta come se fossi una padroncina tanto attesa. Fra scodinzolate e salti riesco a mettergli il guinzaglio.. Lo porto nei campi che circondano il canile, mentre corro e gioco insieme a lui, gli regalo un biscottino e una bella dose di coccole. Perché tanta ansia di uscire, vi chiederete voi. Bè.. Vi basti sapere che ci sono cani che, a causa della mancanza di volontari, non escono dalle loro cucce anche per più di 4giorni.. Cerco di fargli godere al massimo quei pochi minuti di libertà che gli restano.. ad un tratto si ferma.. annusa l’aria e mi guarda.. chissà.. forse ha sentito un odore che gli ricorda la sua vera casa. Con un po’ di tristezza nel cuore lo riporto dentro.. gli tolgo il guinzaglio.. gli regalo un altro biscottino, come per farmi perdonare.. Camminando alla ricerca del prossimo prescelto noto una porticina dalla quale non proviene alcun rumore.. Guardo dentro.. un cane nero, dolcissimo, appena mi vede, si rifugia nella sua cuccetta.. mi avvicino con un biscottino ma appena allungo la mano inizia a tremare. “Non c’è verso di farlo uscire da lì.. Sono mesi che ci proviamo. Non ha mai messo il muso fuori.” Una voce da dietro mi informa. Quel cane dev’esser stato picchiato così forte dal suo “padrone” che alla sola vista dell’uomo si terrorizza. Non potevo crederci. Più o meno la stessa storia anche per un bellissimo asky che,uscito dalla gabbia, per tutto il tragitto non ha alzato lo sguardo da terra. Porto fuori altri cani, uno mi colpisce in modo particolare.E’ un lupo beige. Mi riempie di feste, gli metto il guinzaglio e inizia lo show..sembro una debuttante di sci d’acqua.. MI HA PORTATA a spasso lui nel fango.. corre ad una velocità imbarazzante! Ad un tratto mi si avvicina, mi salta sul petto con le zampe. Noto qualcosa fra il pelo, del sangue. Non ci crederete, aveva una ferita aperta fino all’osso. ADESSO SVENGO. Mi faccio forza, lo riporto dentro.Il volontario ne era a conoscenza, la metà dei cani sono ridotti così. Sta venendo buio. E’ arrivato il momento di andare. Ripercorro ancora una volta quel tragitto, tra le povere bestiole. Sembrano aver capito che anche per oggi la loro speranza di uscire è andata in fumo. Con la coda dell’occhio noto delle gabbie riparate con una luce rossa per mantenere la temperatura ad un buon livello, nelle gelide giornate d’inverno. CHI SONO QUESTI PRIVILEGIATI? Mi avvicino, guardo attraverso la fessura.. erano le cuccette per le cucciolate e i cani gravemente malati .. con mio grande stupore scorgo tra la paglia una femmina di Labrador con ben DODICI cucciolini..quella visione era la ricompensa per tutta la tristezza che avevo provato quel pomeriggio. Mi raccomando, se volete un cane fregatevene del pedegree, della razza pura. Ci sono centinaia di cani piccoli e grandi,di razza e non, altrettanto belli e bisognosi di affetto.. per di più ve li regalano volentieri.
Sono sicura che ci tornerò. E spero che qualcuno di voi voglia venire con me. Immaginate se il vostro cane stesse in quelle condizioni. Hanno bisogno di noi. Dimostriamo ai cani che siamo davvero i loro migliori amici. Se volete consultare il sito internet per vedere le foto anche dei cani di cui vi ho parlato andate su www.canilimilano.it nella sezione dedicata a Rozzano, per info: CHIEDETE DI ME isabella in 5Bliceo

un ospite del canile in gabbia
un ospite del canile in gabbia

Assemblea d’istituto

Dario Passaro

Indubbiamente meritevole. L’assemblea svoltasi oggi Lunedì 5 Dicembre, penso sia stata piuttosto interessante. Molti erano scettici sulla buona riuscita del tutto ma in fondo spero sia stata accolta da tutti molto bene. Per l’occasione, Alessio Bottazzi (rappresentante d’istituto) in primis ha invitato a parlare esponenti politci di fazioni moderate di centro-destra (Canè) e centro-sinistra (Locatelli). Assieme a me, a Stefano e Giacomo ha quindi organizzato il tutto. Si è fatto intervenire i due politici, accompagnati da un moderatore, per le due ore previste. In questo lasso di tempo essi hanno espresso i pensieri su argomenti come la riforma Moratti, o i vari tagli in campo comunale sino a parlare di temi impegnati quali questioni di energia nucleare. Il tutto in vista delle elezioni nella primavera dell’anno venturo, non per fare campagna elettorale ma per diritto all’informazione. Dopo che entrambi gli esponenti avevano esplicitato le loro idee a riguardo degli argomenti trattati, si è lasciato spazio alle domande degli studenti. Con mia personale meraviglia e perché no, un po’ di commozione, ho notato che questi hanno partecipato in maniera molto attiva al confronto. Quando abbiamo organizzato questo evento eravamo indecisi sulla durata che avrebbe dovuto avere, ed effettivamente un’ora in più sarebbe stata opportuna. Numerosi gli interventi e le richieste di spiegazioni ed altrettanto esaurienti le risposte date dai politici. Direi allora bene molto bene! Se siamo stati titubanti all’inizio sull’organizzare o meno assemblee di questo tipo, il riscontrare un così ampio successo tra i ragazzi dell’istituto è stato incoraggiante e solo dunque il primo passo del nostro operato di rappresentanti d’istituto. Abbiamo perciò deciso che tali eventi, come si è già fatto, continueranno ad essere effetuati in compartecipazione tra I.T.C. E Liceo per un miglior scambio di pensiero ed abbattimento di frontiere erette inutilmente. Una buona ed interessante, ma purtroppo corta, assemblea spero abbia chiarito meglio le cose e fugato qualsiasi dubbio. Posso allora dire a presto!

Dario

Il palco con i relatori
Il palco con i relatori
Il pubblico
Il pubblico

Una giornata in caritativa

Sabato 5 novembre 2005, ore 14,30:
quattro persone mi aspettano davanti alla scuola. É la prima volta per loro in caritativa:vedere i loro volti preoccupati mi ha fatto tornare alla mente la mia prima esperienza con persone disabili. É stato tanto tempo fa, però ricordo ancora ogni momento e ogni emozione:ero spaventata da quella realtà cosi diversa dalla mia, ma allo stesso tempo ero felice di poter donare una piccola parte del mio tempo a qualcuno che aveva bisogno solo di un po’ attenzioni.
A noi sembra un gesto banale, sembra quasi di non fare abbastanza per loro, o addirittura ci sembra di non donare loro nulla, ma in realtà ciò che facciamo per queste persone così sfortunate è incredibile:con noi accanto non si sentono soli.
Il sentirci semplicemente vicini fa capire loro quanto sono importanti.
All’inizio è difficile perché ci si ritrova catapultati in un mondo completamente diverso:si ha solo voglia di piangere, gridare e disperarsi;ci si chiede perché delle persone uguali in tutto e per tutto a noi debbano essere così sfortunate da non poter avere una vita normale.
Poi però la disperazione lascia il posto al desiderio di renderle felici, anche solo per poco.
così, mentre aiutiamo gli altri impariamo anche a conoscere noi stessi.
Questo gesto, che sembrerebbe gratuito,in realtà ci regala tantissimo: perché attraverso la caritativa non solo doniamo amore, ma ne riceviamo molto di più.
La caritativa è un’esperienza bellissima, che aiuta a capire quanto possiamo fare per gli altri grazie a piccolissimi,ma allo stesso tempo grandissimi, gesti.

Saremmo davvero felici se anche altri decidessero di vivere insieme a noi questa bellissima esperienza!
Andiamo un sabato pomeriggio ogni quindici giorni all’ istituto “S. Famiglia” di Cesano Boscone. Lì ci incontriamo con ragazzi di altre scuole e passiamo un’ora insieme ai malati. Non facciamo niente di particolare: stiamo solo in compagnia! Se siete interessati date il vostro nome in 5B.

Gloria