Buona guarigione

Mentre fervono i preparativi per la partenza, destinazione Paris, i ragazzi della classe 5B augurano una veloce guarigione al loro mitico Joe Starret. Secondo la recente scoperta dello scienziato austriaco Pigner von Pignis, si raccomanda alla famiglia una cura a base di cioccolato (meglio se fondente e nocciolato) e SACHER TORTE!! Guarigione assicurata!

Visita al Museo della Scienza e della Tecnica

Sabato mattina. Ancor più degli altri giorni, il sonno regna sovrano e incontrastato in ogni studente. Cosa c’è di meglio, per svegliarsi, di una visita guidata al Museo della Scienza e della Tecnica? Molte cose a dire il vero, ma alla 4B è toccata questa… Il cielo plumbeo non è certo d’aiuto per gli studenti già in uno stato di semi-catalessi e non c’è da stupirsi, quindi, se all’arrivo al museo quasi tutti si muovono per inerzia e con gli occhi semichiusi. La visita verterà sull’elettromagnetismo. Fin dal primo momento i miei, ma non solo miei, pregiudizi vengo inesorabilmente sfatati: infatti la visita non consisterà in un noioso monologo di un uomo innamorato di Gauss, ma sarà piuttosto una sorta di verifica tramite esperimenti di leggi che già conosciamo o che a breve studieremo in classe. In ognuno di questi vengono coinvolte più persone, ognuna delle quali svolge una precisa funzione. Il risultato risulterà a volte perfino esilarante: qualcuno rinchiuso in una gabbia di Faraday, qualcun altro che prende scariche elettriche a tradimento ecc. La cosa utile di una simile esperienza è mettere in condizione noi studenti di arrivare tramite ragionamento alle cause che producevano gli effetti da noi osservati sperimentalmente. Insomma, sfatati i pregiudizi secondo i quali il museo è solo ed unicamente un luogo di noia perpetua e all’uscita mi allontano con la speranza (e quasi la convinzione) di aver capito per la prima volta un fenomeno fisico… Speriamo in bene…

IL CIELO IN UNA STANZA

Avete presente il cielo stellato di una calda notte estiva…? Le stelle che brillano, la luna lucente…incantavole cornice di baci estivi.. Malinconia a parte, se avete voglia di rivedere questo cielo e di capirne un pò di più, andate a visitare il PLANETARIO.. Noi maturandi (aiutoooooooo) MARTEDì abbiamo seguito una lezione che ripercorreva le tappe che hanno portato l’uomo a ipotizzare il modello eliocentrico. Grazie a bellissime proiezioni in movimento sulla volta siamo riusciti a capire molto chiaramente le teorie che riempiono pagine e pagine dei nostri libri.. un viaggio fantastico in orbita, fra stelle e pianeti, per immaginare realmente quel che ci circonda.

Vita da prof

il professor Paganini

Bistrattato professore, tu non puzzi di sudore. La tua vita è comodona e puoi startene in poltrona. Sempre quello è il ritornello: «Troppo lunghe le vacanze! Credi d’essere il più bello? Sono giuste queste usanze? Sono poche diciott’ore, lazzaron d’un professore».
Val la pena di smentire chi non vuol proprio capire?
«S’io son furbo e tu sei grullo – lesto lesto dico allora – s’io son sveglio e tu citrullo, che ci vuoi mai fare ora? Ci dovevi allor pensare e deciderti a studiare»
Ma se mi vorrai ascoltare, forse ti potrò spiegare come abbia la fatica il docente per amica.
Non ha posa il professore e lavora a tutte l’ore. Certo stira le camicie, ma il pensiero corre a Nietzsche. Se pulisce i pavimenti ha presenti gli studenti. Se cucina un bel rognone non dimentica Platone. Riordinando il cassettone, lui rimugina Bacone. Se si mette le pianelle gli sovvien tosto d’Apelle. Quando è intento a spolverare lui continua a meditare. Non pensar che sia vanesio: ha imparato da Cartesio.
Anche il dì di Ferragosto, con il vino e con l’arrosto, il pensiero lesto vola: non dimentica la scuola.

Sopravvissuti: sedici.

Dò qui di seguito l’elenco dei ragazzi che, superate le prime due fasi eliminatorie, sono approdati agli ottavi di finale del torneo di scacchi. La prossima selezione, che si concluderà il 7 marzo, porterà il numero dei concorrenti dagli attuali sedici a otto. Mi sembra giusto pubblicare i loro nomi sul blog dal momento che hanno quantomeno dimostrato un apprezzabile grado di affidabilità nel tener fede agli impegni. Adesso però la loro abilità nel gioco diventerà il fattore determinante per rimanere in gara.
Paolo Iacovone (3A);
Mirko Albamonte, Luca De Simone, Andrea Di Paola (3B);
Luca Di Cesare, Alessio Giannoni (3C);
Matteo Caracciolo, Dario Passaro, Paolo Ravera (4A);
Andrea Malnati, Luca Mantovani (4D);
Federico Bariselli, Luca Palma, Andrea Visini (5A);
Federico Melli (5B);
Luca Cirio (5C).

scacchiera con i pezzi nella posizione iniziale
 

Il sonetto imperfetto

questa poesia l’ho scritta pensando che potesse adattarsi nella vita di tutti, perché penso che chiunque si troverà o già si sia trovato in una situazione psichica o sentimentale simile a quella che si può estrapolare da questo sonetto imperfetto, così intitolato perché chi se ne intende noterà subito che i versi non fanno completamente fede alla metrica del sonetto.
Leo Missi

Mai quant’ora ebbi ‘l desio immane

Mai quant’ora ebbi ?l desio immane
di chi senza speranza vi rimane,
di veder l’aurora morir nel mare
col cuor mio che si spense a sognare.
E come ?l vento fruscia tra le foglie
così fuggivan le mie voglie
che il colore avean della vita.
E non potrò toccare con le dita
l’essenza di ogni desiderio
che fuggito è dal mio pensiero.
Ed io inerte rosa senza spine
che già sentivo la sdegnosa fine
del mio cuor ti aprii le porte
e mi destai dalla vera morte.

Centomila registri di ghiaccio

il professor Paganini


Lunedì 30 gennaio 2006, entrando a scuola, vengo accolto dal prof. Pigni con sferzanti parole in tedesco. Non mi preoccupo: tutti sanno che quando Pigni non ha niente da dire, lo dice in tedesco.
Poi, però, continua in un italiano asburgico: «Lei, professofe, sabato non era al suo posto di combattimento nelle trincee dell’Istituto Calfino. La sua diserzione è stata notata. Qvesta è una grafe mancanza. Sarà deferito alla corte marziale e io personalmente afrò il piacere di comandare il plotone d’esecuzione!».
Lo guardo pieno di compatimento: è la prova vivente che la scuola può far male. Tutti, venerdì, hanno sentito i telegiornali che annunciavano la chiusura delle scuole.
Non voglio infierire e mi limito ad un bonario: «Mo’ va…»
Mi guarda serio e, parlando finalmente come Dio comanda, mi dice: «Guarda che non scherzo, sabato la scuola era aperta e tu e quel giacobino di Colavolpe non eravate al vostro posto.
Noi eravamo qui con i registri ghiacciati, con un pugno di studenti, a guardare Il mestiere delle armi, nel freddo di una scuola senza riscaldamento, sferzata dalla tormenta e voi siete rimasti sotto le vostre coperte».
La ferita narcisistica è terribile. Io ho sempre dichiarato che a scuola sto come un topo nel formaggio, ho sempre detto che quando verrà il momento della pensione mi aggrapperò alla cattedra e dovranno venire i carabinieri per portarmi via, ed ora vengo accusato di esser venuto meno al mio dovere, di aver lasciato i colleghi soli nel momento del bisogno.
Cerco di dirmi che la strada era quasi impraticabile, che i mezzi pubblici erano pochi e terribilmente in ritardo, che la mia automobile era stata sepolta dal materiale ammassato da uno dei pochi mezzi spazzaneve attivi nel mio comune, tanto che ho impiegato due ore e mezza per liberarla, usando l’unico mezzo utile a mia disposizione: la paletta della pattumiera. Ma non riesco a darmi pace.
Dovevo immaginarlo che per il nostro avamposto culturale, sperduto al confine del deserto dei tartari dell’ignoranza, non potevano certo valere le consegne impartite dai comandi generali per il grosso della truppa. Come ho potuto non dotarmi di una slitta e dell’opportuna muta di cani?
Le scuole di intere regioni sono rimaste chiuse per neve, ma l’istituto Calvino di Rozzano non è una scuola come le altre, non ha professori come gli altri e non ha un preside come gli altri.
Per riscattarmi non mi resta che offrirmi di guidare un viaggio di istruzione… in Siberia

settimana bianca

Dal 23 al 27 di Gennaio tutte le classi terze, dell’ Istituto Italo Calvino di Noverasco, sono partite per la settimana bianca.
Siamo arrivati all’Aprica (prov di Sondrio) per ora di pranzo?
Faceva più caldo lassù, che qua a Milano.. la prima impressione?
Un mortorio? Beh infatti per le strade non c’era nessuno.. ma arrivando ai campetti l’immagine si mostrava diversa.. gente che veniva da ogni parte di Italia e anche stranieri: polentoni terroni burini inglesi e polacchi.. cosa ci facevamo ai campetti? Io dovevo imperare ad usare lo snow come molti altri; i rimanenti per sciare?
Alla fine della prima giornata avevo il culo rotto?ma non ho perso la speranza e il giorno successivo ero a rompermelo sulle piste nere come quelle del Magnolta?la mattina era impossibile svegliarsi alle 7 quando la sera prima ti eri spaccato stando sveglio fino a tardi, era un continuo girovagare per tutte le stanze? cosa facevamo? Forse è meglio se non lo metto sul blog?dopo la seconda notte eravamo già morti avevamo sonno e tutti si erano rotti qualcosa?Io come molti altri non ci fermavamo e, alla fine della gita, avevamo tutti più o meno imparato ad usare lo snow.
La parte più brutta della gita è stato il ritorno visto che stava nevicando tantissimo e dovevamo affrontare il ritorno a scuola!

Saltare gli spalti…

L’ultimo mio pensiero questa notte va a lui, a quel toro disperato che ha tentato di sottrarsi al proprio destino saltando gli spalti della corrida, in preda alla disperazione, per sfuggire a chi della sua morte voleva farne uno spettacolo… Dio, in questo mondo pieno di atrocità da far venire la nausea di vivere, quale vigliacco appagamento deriva dall’infierire su un debole? Un toro, che come un bambino impaurito cerca di scappare, perchè il suo sogno era quello di vivere sereno e felice in mezzo alla natura. Ucciso, dissanguato, trascinato senza compassione, in preda all’agonia e alla disperazione… Mi chiedo quale siano stati i suoi pensieri, i suoi ricordi prima di morire.. Forse sua mamma, suo papà, qualcuno che avrebbe saputo amarlo nonostante la sua nera stazza e le sue corna.. Forse i suoi sogni di felicità trafitti dalle lame nella sua pancia.. Dio, anche lui è stato bambino, non l’ha chiesto lui tutto questo.. sta morendo, solo contro tutti… alza i suoi occhi, bovini, inespressivi, al cielo, e nella sua incompresa mente si chiede: perchè?