Notizie dal Web Master Lab

Per il secondo anno di seguito è incominciato il Web Master Lab e ho pensato (!) che inviare informazioni saltuarie sui lavori di questo laboratorio sarebbe stato utile a tranquillizzare qualche professore allarmista circa esperimenti biologici o nucleari condotti nel sottosuolo dell’Istituto.

Infatti, il laboratorio si tiene il lunedì ed il mercoledì dalle 14 alle 16 nell’aula informatizzata dell’ITC, cioè al primo piano e non negli scantinati.

Sono circolate voci fraudolente che il laboratorio fosse riservato solo alla 2A, ed infatti al corso sono presenti ben 10 studenti delle due 2A dell’Istituto, la 2A Liceo e la 2A dell’ITC.
Il WML, in realtà, è aperto a tutte le classi, dalla prima alla quinta.

I lavori del laboratorio sono appena iniziati e chiunque volesse prenderne parte può sempre farlo.

Il prossimo appuntamento è lunedì pomeriggio: ci occuperemo dell’acquisizione dei contenuti per la creatività mediante fotografia digitale.

Per sapere quali siano questi “contenuti”, suggerisco di recarsi in 2A.

A presto,

Davide Currò

Marta Di Noia

il professor Paganini


La professoressa Marta Di Noia: notturna, pallida, evanescente.
Non è una donna, è un sonnifero.
Comincia a parlare e la cadenza sempre uguale del suo pedante enumerare ti culla, ti stordisce, ti spinge all’evasione, alla ricerca di un altrove in cui rifugiarti.
E già sonnecchi, quando un suo miagolio lamentoso ti percuote: non puoi neppure dormire…
Oh cara, tu sei Marta e noi siamo morti, Di Noia.

Il Latino… davvero utile?

So che con il titolo avrò già attirato l’attenzione di molti studenti e l’ira di molti professori, ma d’altro canto il Blog nasce come desidero di condivisione dei pensieri, no?

Innanzi tutto mi presento: mi chiamo Giuseppe, ho 14 anni e frequento la 1a B del Liceo Scientifico Sperimentale a Rozzano (l’ultimo dato era abbastanza scontato! :-D)

Bene, cominciamo subito con il dire che la domanda che ho posto come titolo si tratta di un piccolo “seme” da cui cominciare la discussione. Ebbene, a che cosa serve il Latino?

Parto subito con il dire che adoro questa materia, mi piace molto (forse perchè sono solo all’inizio :-D), ma mentre negli altri studi vedo sempre un fine materiale dove poter esercitare ciò che apprendo, nel Latino non riscontro la stessa cosa.
Tanti mi hanno spiegato che è un modo per riuscire a leggere in lingua originale i capolavori Latini e questo mi fa piacere perchè so esattamente che nella traduzione di un qualsiasi romanzo si perdono tanti particolari densi di emozioni; ma possibile che a parte questo non ci siano altre possibilità di usare nella vita ciò che impariamo curvando per ore la nostra schiena, finendo l’inchiostro della nostra biro, consumando la punta della nostra matita, finendo i nostri evidenziatori??

Quest’appello a una discussione serena e senza scontri è rivolta a Studenti e Professori.

Saluti..

Giuseppe

Un cinismo che non mi convince.

Non solo gli alunni devono saldare i debiti: io sono in debito di una risposta a Dario e ora è tempo di saldarlo.
Come per Alex, mi limito a considerare solo un punto del ragionamento, laddove tu dici che “l’egoismo dell’io vale tanto quello del noi”. Non sono d’accordo. Tu spesso sostieni – e lo sottintendi anche nel tuo commento sul blog – che ciò che muove tutti i comportamenti umani è sempre e comunque un fondamentale e inestirpabile istinto egoistico: anche le forme apparentemente più disinteressate di amore o altruismo mascherano sapientemente quel sentimento naturale invincibile. Non è così, a meno di assegnare al concetto di “egoismo” un significato così generico da renderlo inutilizzabile. Ma se anche così fosse, cosa cambierebbe? Rimarrebbe il fatto che c’è egoismo ed egoismo, radicalmente diversi nelle loro manifestazioni: l’avarizia e la generosità, l’ipocrisia e la sincerità, la slealtà e la lealtà, l’indifferenza e la sensibilità, e via enumerando coppie di opposti. Ora ti chiedo, preferiresti avere per amico un “egoista” generoso, sincero, leale e sensibile o un “egoista” avaro, ipocrita, sleale e indifferente?
Venendo all'”io” e al “noi”, resto convinto che lo scarso senso etico-civile è uno dei mali cronici della società italiana. Penso che condividere con altri un comune orizzonte di idee, progetti e valori per rendere un po’ migliore il mondo in cui viviamo sia una delle esperienze che possono davvero arricchire l’esistenza di una persona. E penso anche che dovremmo coltivare un po’ più di gratitudine per quanti hanno sacrificato tempo, energie e talvolta anche la vita per costruire una società più libera, giusta e umana, a vantaggio di tutti e soprattutto dei più deboli. Del resto, caro Dario, hai scritto tu stesso al Preside (riferendoti all’attuale protesta degli studenti del nostro istituto) che “ci teniamo a farci sentire più che per noi…per le generazioni future”. D’accordo, non è in gioco il destino dell’umanità, però non confermi in tal modo che può valere la pena impegnarsi per qualcosa che va oltre il proprio angusto tornaconto personale? Se comunque ti dà gusto interpretare la parte del cinico, fà pure; ma i fatti mi dicono, finora, che lo sei molto meno di quanto vuoi far credere. E va bene così, sia chiaro.

Slegami!

Ti prego, ti scongiuro
lasciami andare!
Non lo merito nè sono
degno di tale morbo .

Sì, morbo : perchè
ciò che mi affligge
succhia tutte le mie
forze vitali, invade
le mie vene, i miei
pensieri, i miei gesti.
Si serve di questi
per riprodursi, ingigantirsi
ogni giorno che passa.
E’ una strana cosa, come
un atavico istinto maligno
che nasce dall’ io più
profondo, mentre ha una causa
esterna e ben delineata.

Perciò te ne prego, liberami!
Liberami da quella soave vista,
fonte di gioia e di delizia
di dolore e di patimenti.

Troppo tempo oramai
è passato, da solo non
posso vincere una tale forza
che mi strugge l’ anima,
che mi fa odiare,
che mi riduce a suo zimbello
anche se ne sono
pienamente cosciente.

Non voglio più essere
felice per Lei, mentre io
patisco le pene dell’ Inferno.
Tu lo sai, questa tortura
fa sì che l’ unica cosa
importante sia vederla
sorridere, nonostante
io stia scomparendo
giorno dopo giorno,
sorriso dopo sorriso.

Catene sono per me,
prigioniero e schiavo
sofferente di una dura
padrona senza pietà.

Ti prego, Cupido : slegami!

Luca Palma

Balla…e tutto finirà

La colpa forse è mia:
testardo come sempre
credevo che quella scia
svanisse in un istante.

Ti penso ancora lì
assopita e malinconica
un odore di stantio
risuona come una eco.

Non credevo tu patissi
e perciò mi ripropongo,
come mai io feci prima,
di aiutarti a rinsavire.

Guarda, leggi, scrivi,
ridi, piangi, urla, sbuffa,
sogna, credi, soffri, prega :
balla…e tutto finirà.

Luca Palma

Un “ex” impertinente.

E bravo Mordini, che non solo fotografava abusivamente il prof. durante l’attività didattica, non solo mette in rete l’immagine del deprimente decadimento fisico del suddetto prof., ma offre anche inopportuni premi a chi riesce a identificarlo. Per tutta risposta ingiungo al Mordi: 1°, di distruggere tutte le mie foto in suo possesso; 2°, di presentarsi in classe per sottoporsi a una verifica retroattiva di filosofia (conosco i suoi punti deboli, eh eh…); 3°, di smetterla di giocare con la sirena dell’ambulanza.
La verità è che Mordini non mi ha ancora perdonato per avergli messo fuori uso il videoproiettore un attimo prima che cominciasse a esporre la sua tesina multimediale all’esame di maturità. Dico io, si può essere così permalosi?

…4^A ON TOUR…

Finalmente, dopo aver vinto un concorso di storia ed educazione civica suggeritoci dal prof Cappellini, siamo riusciti ad andare in gita, ma non una gita qualsiasi,una guadagnata con il sudore e la fatica dello studio (solo di 5 però =p).
Il 26 settembre, alle 7.00 am,tutti con gli occhi assonnati ma in giacca e cravatta per la grande entrata della 4^A al parlamento,aspettavamo il pullman che però è arrivato solo dopo 2 ore

aspettando il pullman
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Viaggio a Strasburgo

PRIMO GIORNO
Partenza con quasi due ore di ritardo. Per i prossimi due giorni in Alsazia si prevedono acquazzoni e temperature basse.
Attraversiamo la Svizzera, sembra di entrare in quel plastico con i trenini che mio padre mi aveva regalato tanto tempo fa; mucche pezzate, locomotive rosse che entrano in galleria, stazioncine, prati e montagne altissime, Manca solo un cartello con l’indicazione della scala di riduzione e mio padre che mi guarda mentre sfascio tutto.
Arriviamo a Strasburgo, un brivido di fronte al palazzone di vetro e acciaio del Parlamento europeo, siamo in clamoroso ritardo e tra un coro di “prooofff devo andare in bagnoâ€, passiamo attraverso un metal detector che ci costringe a togliere anche le cinture. Fa ancora caldo a Strasburgo, mi sono fidato troppo delle previsioni meteorologiche e mi sento come Totò con Edoardo De Filippo a Milano in agosto con il cappotto.

Palazzo del Parlamento
la IV A nel palazzo


Ci fanno accomodare in una saletta per ascoltare gli eurodeputati che giungono alla spicciolata, sono tanti e hanno tutti una gran voglia di parlare. La riunione dura oltre il previsto, i ragazzi nonostante la stanchezza del viaggio sono attentissimi e guardano i volti noti visti in televisione.

i ragazzi nella sala ricevimento ospiti
l\'eurodeputato Lilli Gruber

Usciamo di corsa dal palazzo, sollecitati da un servizio d’ordine severissimo. Peccato, l’architettura del palazzo è strepitosa ma non ci concedono soste… â€prooofff il bagnooooo!!!†Come li capisco!
Ancora in pullman verso Steinbourg, il cielo si accende dei colori del crepuscolo, le colline ricordano la provincia di Siena; tutto molto bello ma adesso una toilette è in cima ai miei desideri.

Subito a tavola, ordini superiori, le vesciche ormai sono gonfie come mongolfiere, anche ridere potrebbe essere molto pericoloso, rischiamo la sommossa dei ragazzi e hanno ragione… â€Cappellini, cosa ho fatto di male per meritare tutto questo?â€.
Stendiamo un velo pietoso sul servizio a tavola e sulle scaramucce, per piccoli problemi logistici, da parte dei colleghi che accompagnavano le classi di altre scuole; i ragazzi hanno dimostrato di essere più maturi degli adulti.
Ecco la notte e il suo mistero, i fanciulli sono caricatissimi, vogliono stare tutti insieme in una camera, per me e la collega Antonella Romano inizia la ronda. Ore 1,30, adesso sembra tutto tranquillo, nessun rumore, forse possiamo concederci il meritato riposo. Un momento, laggiù si sente uno scricchiolio, una porta si apre appena, lentamente esce una mano che stringe un cellulare puntato verso il corridoio: â€maledetti, si servono della tecnologia per spiare i nostri movimentiâ€.

un momento di riposo nei corridoi dell\'albergo
un momento di stanchezza

SECONDO GIORNO
Eccoci a Strasburgo, magnifica città, finalmente mi riconcilio con il mondo: “ragazzi ecco la vera architettura gotica, la spinta verso l’alto della cattedrale è impressionante. E’ così che si deve guardare una cattedrale gotica, in una piazza stretta che ci costringe ad alzare la testaâ€.

i ragazzi su un ponte
cattedrale di Notre-Dame

Nel pomeriggio visita della città sul bateau mouche con descrizione degli edifici in cuffia più un sottofondo musicale narcotizzante con effetto devastante sui ragazzi.

palazzo lungo il fiume
sonnecchiando sul battello

Albergo, cena e un’altra notte insonne. I ragazzi vogliono ancora stare tutti insieme per parlare del loro vissuto. Io e la prof.ssa Romano ancora nel corridoio, come due piantoni in caserma, ogni tanto qualcuno esce dalla stanza n° 38 per comunicarci che sta accadendo qualcosa di straordinario, sta per nascere una vera classe fatta di ragazzi che finalmente riescono a parlarsi.

TERZO GIORNO
Visita a Riquewihr, un gioiello a pochi chilometri da Strasburgo lungo la via del vino. E’ tempo di vendemmia, le colline sono piene di filari di viti cariche di grappoli d’uva, belle le casette a graticcio verde pistacchio, rosa confetto e bianco marzapane da mangiare con gli occhi. Nell’aria il profumo inebriante del mosto.

prodotti tipici
casa di marzapane

Ultima tappa Colmar, la “Venezia del nord†dicono,bella ma, per carità, non facciamo paragoni assurdi.

museo di Unterlinden
crocifissione di Grunewald

E’ qui che realizzo un desiderio che avevo da tempo. Nell’ex convento c’è il museo di Unterlinden in cui è conservato il Retablo di Grunewald. Assieme a qualche ragazzo mi prendo 30 minuti per vedere una crocifissione sconvolgente. Sono in estasi di fronte all’opera del grande maestro. Grazie 4A, grazie Cappellini e grazie Romano per avermi dato questa opportunità che mi ripaga di tutta la fatica fatta fin ora.
Siamo quasi alla fine, si parte veloci verso Milano, siamo ormai vicini a Rozzano e parlando con la collega le esprimo tutta la mia soddisfazione per come si sono comportati i ragazzi, per la maturità dimostrata, notata anche dai colleghi di altre scuole; mi complimento con la collega per la sua grande professionalità e l’energia inesauribile. E’ andato tutto bene ma il destino è sempre in agguato. Siamo a 150 metri dalla scuola, ultima rotonda, il pullman sta per travolgere una macchina… inchiodata pazzesca dell’autista che mi proietta con plastico volo con la testa verso il parabrezza. Dietro di me la prof.ssa Romano viene sepolta dai ragazzi e cade rovinosamente sui sedili. Riemerge dolorante – ma niente paura – la professoressa è di acciaio temprato.
Pensierino della sera: “a tutti coloro che in futuro faranno gite, alunni e professori, tenete allacciate le cinture finché il motore non è spento e soprattutto mai dire in anticipo che è andato tutto bene, porta iellaâ€.

NELLO COLAVOLPE