Simo…Tieni duro…

Purtroppo di fronte a certe cose….parole, lacrime, pensierie preghiere sembrano tutte cose vane….ma rimane sempre la speranza…
ci ricordiamo tutti di te, delle tue parole per tutti noi, della tua amicizia, dei tuoi sorrisi…..e ci rimane solo la speranza di poterne godere ancora…
tu sei forte…..resisti…e nei momenti difficili….nn mollare ….Simo…tieni duro…siamo tutti qui che cerchiamo di darti forza kn la nostra speranza…
puoi farcela….

ti aspettiamo tutti…un saluto dal cuore…..

Martino

SIMO

Dario Passaro


Non pregherò per te, non credo possa servire,
non piangerò per te, non credo possa servire,
sto scrivendo per te anche se non penso possa servire.
Torna fra noi, questo l’unico pensiero che ci passa per la testa, la ragionevole speranza di avere uno come te di nuovo tra noi.
Potrei scrivere Simo torna, un’appello che leggerai quando ti rimetterai, perché ti rimetterai, e lo farò, perché più che una richiesta a chi non può sentirla è un desiderio che voglio espresso.

NN MOLLARE

Volevo usare questo blog per sfogarmi, parlare,urlare quanto sia ingiusto che un ragazzo di soli 19 anni sia in un letto di ospedale….
la domanda sorge spontanea: PERCHE’??????
avevo mille parole,frasi, domande ed esclamazioni che mi circolavano nel cervello questa mattina ma ora mi sembrano tutte così banali ed insignificanti…
quello che sento è solo dispiacere, rabbia, si… rabbia contro chi, non lo so nemmeno io… contro qualcosa di ingiusto, qualcosa che non sarebbe dovuto accadere, rabbia con me stessa per non avere avuto il coraggio di spiegargli cosa sentissi, che quello che gli dicevano non era del tutto corretto….!!!!!!
spero solo che tu ce la faccia, spero che tu non te ne vada….. sarebbe una cosa troppo ingiusta……spero che tu abbia il coraggio, la voglia, la forza di combattere…..perchè tutti, anche quelli che non ti hanno conosciuto o che t conoscono poco come me,sono con te….!!!!! NN MOLLARE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! VALE

Forza Simone!!! Ce la farai!!!Ti siamo tutti vicini!

Il cuore di tutti i tuoi amici piange insieme a quello dei tuoi genitori e di tua sorella Arianna. Quell’incidente ti ha quasi portato via. Ora sei in un letto d’ospedale, lotti per riaprire gli occhi. Sono sicura che senti il nostro caldo abbraccio. Il reparto dove sei ricoverato sembra un’aula scolastica più ke una sala per i parenti. Non ti abbiamo lasciato mai solo. Da quando mi hanno telefonato dicendomi che eri molto grave, nella mia testa ho tanta confusione. Odio le litigate stupide fra noi in quei 5anni di liceo, odio le frasi dette senza pensare e gli abbracci mancati. Ricordo quando facevi il verso del merlo indiano in classe, quando bisticciavi con Monte per ragazze e la tua mitica e sfortunata Inter.
In questo momento preghiamo per te. Le nostre preghiere saranno ascoltate. Sei un ragazzo forte, siamo tutti sicuri che ce la farai.
Ci contiamo. Forza simo. forza!!!!!! la 5^b si è riunita per te.
Aspettiamo con gioia il tuo ritorno fra noi.

ti voglio bene simo.

isabella

Troppa ipocrisia

Viviamo in un mondo, o meglio dire, in una circostanza di assoluta falsità nella quale menzogna e sottorifugi sono all’ordine del giorno. Fa rabbia vedere che gli sforzi e la fatica oggi non premiano più come succedeva una volta. Molto spesso ci si nasconde dietro ai giovani, si parla di nuova generazione spenta, molliccia, irresponsabile. Troppo facile scaricare il peso e la colpa sulle nuove generazioni, anche perché queste ultime spesso non fanno che ereditare usi e malcostumi delle precedenti. La verità è che il futuro non è roseo, c’è una visione drastica del futuro del nostro paese, anzi forse leggermente ottimistica rispetto alla realtà della situazione, troppa demagogia, la gente vuole sapere in parole povere, forse banali ma efficaci, che cosa aspetta a questo paese, a questa generazione. Se solo si cercasse di essere meno idealisti e più pragmatici qualche miglioria si potrebbe portare a quel futuro fatiscente che ci attende. Fatica, sforzi e sacrifici sono e saranno inutili, perché ci addentriamo giorno per giorno in un mondo precario nel quale le sicurezze sono poche e poco gradevoli. Pessimista?! No, realista, purtroppo.
L. Missi

La quarta B è tornata

Ebbene sì, dopo una settimana a Canterbury, nella lontana Inghilterra, la 4^B liceo ha ripreso le sue regolari lezioni all’Italo Calvino.
Purtroppo.
Eravamo partiti con tanti dubbi e timori: non sapevamo come sarebbe andato il viaggio in aereo (alcuni di noi erano al loro primo volo…e anche i veterani erano parecchio nervosi!),che genere di famiglia ci avrebbe accolto, in quali case ci saremmo trovati, non sapevamo se saremmo stati in grado di capire ciò che ci avrebbero detto e soprattutto di farci capire, se le lezioni quotidiane sarebbero state noiose o difficili…
Invece è andato tutto per il meglio.
Le nostre host families erano fantastiche: gentili, disponibili, simpatiche, si sforzavano in tutti i modi per farsi capire il più possibile e soprattutto per capire il nostro inglese talvolta un po’ maccheronico!
Le lezioni mattutine con i nostri teachers Clare and Louis erano così piacevoli che passavano in un batter d’occhio e, anche tra una risata e l’altra, abbiamo imparato comunque parecchie cose utili sulla lingua inglese e sul PET, esame che sosterremo il prossimo Giugno.
Canterbury è carinissima: accanto ai numerosi negozi e locali (tra cui il nostro preferito… STARBUCKS!), conserva ancora alcuni vicoli e abitazioni da tipico borgo medievale e ospita all’interno delle sue antiche mura una splendida cattedrale gotica e la prestigiosa King’s School, non proprio alla portata di tutti…(la retta annuale è di 35.000 Euro).
Abbiamo persino trascorso un’intera giornata a Londra! Oltre al classico giro turistico per le bellezze della città, abbiamo visitato il British Museum e nel pomeriggio ci siamo persino concessi shopping sfrenato da Harrods! (“sfrenato” si fa per dire, considerati i suoi prezzi astronomici…)
E noi compagni di classe abbiamo fatto tutto questo insieme.
Eravamo ( e siamo,naturalmente) molto di più di una semplice classe: siamo un gruppo fantastico, unito da vero affetto, capace di ridere e divertirsi in ogni situazione,persino la più noiosa, persino la sera a passeggio per le strade di Canterbury, quando l’unico “locale” aperto è un normalissimo supermarket!
Probabilmente il mio giudizio sulla 4^B potrà non risultare imparziale: in quanto membro di questa classe, è normale che io ne tessa (forse esageratamente) le lodi.
perchè sono terribilmente affezionata ai miei compagni e dopo questa gita lo sono ancora più di prima.
Grazie ragazzi per la splendida settimana.
Greta

4^b al Britsh Museum

p.s.:un grazie ovviamente anche alle Prof. Schiavo e Mollo che ci hanno accompagnato in questa settimana. Senza di loro non saremmo nemmeno potuti partire e non avremmo vissuto questa bellissima esperienza.
Grazie.

Se il sole sorgesse di notte

Se il sole sorgesse di notte
i sogni diverrebbero realtà.
Gufi assonnati segnalerebbero
l’ alba del nuovo giorno,
presagio di novità e
icona di rinnovamento.
La luce sorge sempre dal buio,
ma spesso non ci pensiamo.
Vorremmo sempre sapere,
avere, dominare tutto :
proprio per questo ciò che
non conosciamo ci intimidisce,
ci fa paura.
Ma se invece riconoscessimo
che il sole sorge di notte, che
la luce sgorga dalle tenebre,
che dagli altri si può e si deve
apprendere, allora, e solo allora,
vivremmo sempre di giorno.

Luca Palma

Ebbene, a che cosa serve il latino?

il professor Paganini


«Ebbene, a che cosa serve il latino?» si chiedeva uno studente di prima qualche giorno fa.
Ci ho pensato e, per una volta, non credo sia possibile cavarsela dicendo: «Diccelo tu, che hai scelto questo tipo di scuola». Come se non si sapesse quanto poco consapevole e quanto casuale sia spesso la scelta della scuola superiore: «É vicina a casa»; «Me l’hanno consigliata i prof delle medie»; «Ci teneva tanto la mamma»; «Pensavo che la sperimentazione di fisica si facesse in palestra…».
Certo, lo studente in questione diceva che il latino gli piace, ma niente è più aleatorio degli interessi di un quattordicenne e ciò che oggi dà piacere, domani pesa come una montagna: ci vuole qualcosa di più.
Ovvio che la domanda «A che cosa serve il latino?» possa essere considerata ingenua e incompleta. Potremmo chiederci anche a che cosa servano la filosofia, gran parte della storia, la storia della letteratura italiana, la storia dell’arte, la letteratura inglese, la geografia astronomica e, a volte, persino la matematica e la fisica (che per alcuni alunni sono più misteriose dei dogmi della fede).
Il problema è che nella nostra cultura e nella nostra scuola si incontrano e si scontrano due tradizioni: quella antichissima, greca, del sapere per il sapere e quella baconiana – cartesiana del sapere che deve essere utile. Ma perché non parlarne?