SIMO IS BACK

Luca Cirio


non starò a scrivere molto come il buon marco mordini…quando si tratta di ciò che sento tendo ad essere chiaro e conciso…
oggi non ero presente al ritorno al liceo di Simo…purtroppo il lavoro è lavoro…
mi limito solo a dire…Simo, finalmente a casa…mi sei mancato…

…ora è il tuo momento…rompi il culo a tutti e dimostra di che pasta sei fatto…se ti conosco bene (e su questo ci potrei mettere la mano sul fuoco) hai ancora mille risorse…ricordati…sei un grande…ma non è ancora finita…sorprendici ancora, lasciaci a bocca aperta…perchè so che tu ne saresti capace…CREDO IN TE

welcome back!

Sei mesi…sei lunghissimi mesi di ansia e trepidazione…”Ne uscirà? non ne uscirà?”, “Quando, quando e come?”
E poi sì, il miracolo, la gioia aspettata con il cuore. Nonostante dal punto di vista medico ci fossero dei rischi, chi ha mai dubitato della forza di Simone?
Che spavento ci hai fatto prendere Simo! Ma ora, come si dice ai bambini, che la notte quando è ora di dormire hanno paura del buio o, magari, dopo aver fatto un incubo: “ E’ tutto passato”.
Questa volta però ad essere impauriti da questo buio improvviso, non erano degli innocenti bimbi ma tutti noi: dalla famiglia, agli amici più cari e a quelli che Simone lo conoscevano appena o nient’ affatto.
Per fortuna è giunta nuovamente la luce, la sua, quella che lui con la sua voglia di vivere, si porta appresso seminando gioia nei “campi” dei nostri cuori ingrigiti dal dubbio e dall’attesa, a rassicurarci e a dirci che “è tutto passato”…
Lui che, anche se non conosciuto da tutti, è diventato un simbolo e un esempio da seguire.
Mi chiedete perchè? A me che, con cinque anni di esperienza come soccorritore ne ho viste veramente di tutti i colori? Io rispondo “guardate Simone e capirete”. Ci si stupisce a volte quando la risposta ad un quesito apparentemente complesso come questo sia così semplice.
Sebbene ciò che sia accaduto ha lasciato dei segni su di lui (ma anche su di noi), non si è dato per vinto, ha continuato a lottare e, per fortuna, continua a farlo!
Oggi che è tornato da noi, ci ha potuto rischiarare con la sua aura e ci ha finalmente fatto dimenticare quei tristi pomeriggi trascorsi nella buia saletta della terapia intensiva, facendoci immaginare un “dopo”, quel dopo o meglio quel futuro che ora è certo e palpabile.
Ora, caro Simo, quel futuro e le mille avventure che ti aspettano potrai viverle con le persone che per tutto questo interminabile tempo hanno tifato per te.
Grazie di esserci e…BENTORNATO!

“Non è forte chi non cade mai, ma colui che cadendo si rialza”

Marco Mordini, ex-studente Liceo Scientifico.

alcuni docenti del Calvino insieme a Simone Cadau, sfondo di campo di girasoli su lavagna. by Marco Mordini

Io mi indigno

Ho in mano l’ultimo numero della Curiera.
Sto rileggendo un articolo che porta come titolo ” Indignatevi pure…”
Penso che molti di voi abbiano presente quale sia l’articolo in questione, se non altro perchè è indubbiamente un intervento che rimane impresso per il suo contenuto, diciamo, provocatorio.

Punto primo.
Il nostro anonimo scrittore inizia l’articolo con un: “indignatevi pure per la violenza nelle scuole, ma pensate che senza sorveglianza voi non avreste mai dato sfogo alla vostra rabbia ?”
Ora, io penso e spero che a trattenere le persone dal picchiare il prossimo non sia solo la “sorveglianza”, ma soprattutto il buon senso, la capacità di capire che con la violenza gratuita non si ottiene nulla e che le persone non sono sacchi da boxe su cui scaricare la propria rabbia.
Per questo, io mi indigno per la violenza nelle scuole, mi indigno se vedo un gruppo di ragazzi picchiare un ragazzo Down, filmarlo e poi mettere, orgogliosi, il video su youtube.
Mi indigno e lo ammetto.

Andiamo avanti.
“Indignatevi per le puttane e i gigolò”, dice il/la ragazzo/a.
Sinceramente, non ho mai sentito nessuno indignarsi vedendo delle prostitute ai bordi di un marciapiede. Semmai ci si indigna per ciò che talvolta si trova DIETRO la prostituzione: sfruttamento di minori e di donne, violenze, minacce, situazioni di estrema povertà.

“Indignatevi per i porno,ma non ne avete mai visto uno?”.
Beh, solitamente chi guarda porno non si indigna per questo genere di film… Ma anche se fosse, non avete mai sentito dire: “Chi disprezza, compra”?

“Indignatevi per i razzisti,ma non avete mai avuto la repulsione per una cultura diversa?”
Un conto è provare smarrimento verso una cultura altrui, conservando tuttavia il rispetto per questa, pur non condividendola; un conto è disprezzare, considerare inferiore l’altrui cultura solo perchè diversa dalla nostra. Non dimentichiamo, inoltre, che spesso si criticano gli stranieri senza tuttavia conoscere la loro cultura o basandosi sui soliti luoghi comuni che i mess media ci forniscono.

“Indignatevi per la pedofilia, ma avete lo stesso giudizio che sia contro natura ed immorale così come per i froci? Eppure a loro è stato addirittura dato il permesso di sposarsi.”
Qui si paragonano, a mio parere, due situazioni assolutamente incommensurabili.
La pedofilia non è “contro natura”, è semplicemente disgustosa. Non è forse normale indignarsi?
Riguardo i “froci” e al loro permesso di sposarsi, sinceramente non riesco a capire perchè vengano usati come termine di paragone con la pedofilia.

“Indignatevi della celtica sui muri, ma non pensate alle dittature sanguinose comuniste e ai simboli anarchici come una minaccia?”
Ci penso eccome. L’estremismo ha causato e causerà sempre gravi danni, in tutti gli ambiti, anche, ad esempio, in quello religioso. Purtroppo tra i giovani la disinformazione spesso regna sovrana e non si conoscono le violenze e il sangue di dittature comuniste e simili.

“Indignatevi per le guerre, ma gli animali combattono e uccidono per territori e femmine…Essere umani significa uccidere la nostra natura?”
Siamo uomini, esseri pensanti, dotati di intelligenza e della facoltà di ragionare: siamo un gradino più in alto delle bestie. La storia testimonia che le guerre sono un’inutile fonte di sangue e sofferenza: dimmi se non è forse giusto indignarsi per la cecità di alcuni uomini, che ancora non l’hanno capito.

Ci sono molti altri punti che l’anonimo scrittore affronta.
Io mi fermo qui, sperando di leggere presto opinioni di altre persone sulla questione.

Una giornata da RIS

Siamo i ragazzi delle 4a A e B Modulo agroindustriale dell’Istituto Agrario e 4a E del Liceo Scientifico di Noverasco, vi raccontiamo una bella esperienza che abbiamo vissuto a febbraio.
Siamo stati con le nostre prof . Palma e Agape al Laboratorio di Biologia dell’Università Statale di Milano in via Celoria (Cus-Mi-Bio Sperimenta il Bio Lab).
Indossati i camici e divisi in gruppi ci è stato spiegato come avremmo potuto trovare il colpevole di un delitto confrontando i campioni di DNA dei presunti colpevoli.
Abbiamo eseguito personalmente tutte le tecniche sperimentali seguendo le indicazioni delle nostre assistenti e al termine abbiamo riconosciuto il colpevole.
La fase sperimentale è stata accompagnata da una interessante lezione sulle tecniche di analisi e confronto del DNA.
E’ stata una esperienza molto bella che ci ha permesso di vivere una mattinata in Università entrando nei laboratori e lavorando da ricercatori.

Perdere ore?!?!

Mi trovo a dover dissentire per la parte di discorso che mi riguarda in prima persona, cioè l’organizzazione di attività di orientamento post diploma. Ora, che vi siano molteplici attività integrative durante le ore di lezione è vero, ma è altrettanto vero che l’orientamento dei ragazzi di quinta sia una delle poche cose davvero utili tra le tante proposte. Penso che la scuola non debba essere fine solo a se stessa, e che se ci possono essere degli ausili affinché chi esca dalla quinta possa, senza difficoltà, trovare la propria strada nulla vi sia di male. I canali d’informazione sono molti, ma spesso ci si trova in difficoltà perché magari il nero su bianco o i vari opuscoli piuttosto che internet non forniscono quell’esperienza personale che gli incontri con studenti universitari o esperti del mondo del lavoro possono fornire. Quindi senza fare nessun riferimento penso che le attività integrative inutili o trascurabili siano altre. Veniamo ora al bizzarro comportamento di alcuni docenti. Tutte le varie attività che si svolgono durante l’anno sono soggette all’approvazione dei vari consigli di classe, sta quindi ai docenti di ogni consiglio deliberare in merito all’adesione della propria classe alle varie attività. Se un’attività è approvata all’unanimità non mettendo in conto che a qualche docente e agli studenti toccherà perdere ore di lezione è poi evidente che nascano disguidi. Allora un ragionamento costruttivo sarebbe quello di riflettere bene in sede di consigli di classe, e di operare quindi le giuste scelte tra le varie attività integrative e di restringere il cerchio cercando di selezionare quelle più utili ed indispensabili, perché è facile lanciare il sasso e poi nascondere la mano, se le attività sono molte e a volte troppe non è certo colpa degli studenti, ma di chi aderisce a tutto ciò che viene proposto.
L. Missi

Sogni e realtà.

Preferisco intervenire sul blog dal momento che la posta elettronica dei docenti mi sembra piuttosto congestionata.
Condivido in larga misura le considerazioni svolte dal Preside nel suo messaggio “Perdere ore”, a parte il sogno di una “presidenza bonapartista e paternalista” (a proposito, il riferimento storico, più che Napoleone, è Luigi Bonaparte): no, io preferirei un effettivo capo d’istituto in grado di decidere e dirigere, pienamente responsabile del proprio operato e per questo adeguatamente retribuito, con un incarico a termine che, alla scadenza, prevedesse la possibilità di riconferma o di rimozione. Ma anche il mio è solo un sogno…
Venendo invece alle proposte concrete e realizzabili, voglio esprimere un punto di fermo dissenso e un altro di convinta adesione alle osservazioni di Parma. Non sono d’accordo sulle attività di orientamento nelle quarte: mi appaiono sempre più come una “fuga in avanti” rispetto alle reali necessità dei ragazzi, che rivelano spesso, a un anno dalla conclusione del loro percorso scolastico, il permanere di vistose carenze nel metodo e nei contenuti dello studio. Altro che Università! E anche per quanto riguarda le quinte, ritengo che i canali informativi siano tali e tanti da poterci esimere da specifiche iniziative in orario curricolare, salvo forse il tradizionale incontro con gli ex studenti.
Pienamente d’accordo, invece, sull’idea eretica di violare il tabù dei 200 giorni-e-non-uno-di-più di lezione; a condizione, però, di richiamare i genitori al rispetto dell’impegno, senza insofferenza per la scuola che impedisce alle famiglie di fruire di ponti e ponticelli. Ma temo che qui le resistenze siano altrettanto forti tra noi docenti…O mi sbaglio?