Non chiederci l'impossibile

Non chiederci l’impossibile
tu che pensi di saper tutto
ma in fondo non sai niente.
Tu, che per ogni minima cosa te la prendi
tu, che di fronte agli altri sei il più grande,
ma nel tuo cuore, nella tua mente
sei il più piccolo.
Non chiederci il nostro aiuto,
solo ora che ne hai bisogno
solo ora che sei in difficoltà:
non sarebbe giusto.
Dov’è finito il tuo coraggio
il tuo potere
la tua voglia di vivere
il tuo fare così possessivo nei confronti di noi tutti?
Non chiederci l’impossibile!
Chi siamo noi per te?
Un divertimento
un passatempo
uno stupido gioco.
Siamo solo pedine
che muovi a tuo gusto
e a tuo piacimento
su una grossa scacchiera
che rappresenta la nostra
noiosa
ingiusta
crudele vita,
sotto i macabri occhi
del Fato,
i tuoi occhi.
Ma l’uomo ha anche lui dei sentimenti
una piccola parola
ma nello stesso tempo con un
grande significato,
che racchiude un cuore
di emozioni
di momenti felici e momenti tristi
di paure
di collere,
ma anche di perdoni.
Forse per te sarà una nullità
come un semplice gesto
come un innocuo sorriso
Ma per me è molto di più.
Perciò,te lo dico per l’ultima volta:
Non chiederci l’impossibile!!

Monica

Riflettiamo…

Propongo la lettura attenta di due articoli riguardandi due questioni spinose di questi giorni.

“VIETARE LA VENDITA DI SIGARETTE AI MINORI”

ROMA – Vietare la vendita di sigarette ai minori di 18 anni: è quanto propone il ministro della Salute, Livia Turco, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco. La lotta al fumo, osserva, “resta tra le grandi priorità delle politiche di salute del Governo e del ministero della Salute in particolare”. Il ministro propone di recepire in questo modo la Convenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sul controllo del tabacco, attualmente all’ esame della Camera, che prevede il divieto di vendere sigarette ai minori di 18 anni. Propone inoltre di rivedere la legge 626 del 1994 sulla prevenzione e sicurezza del lavoro, prevedendo di inserire il fumo tra gli elementi nocivi per la salute dei lavoratori. Se il prezzo minimo di un pacchetto aumentasse a 5 euro, quasi un terzo dei fumatori ne ridurrebbe il consumo e il 9,5% smetterebbe del tutto.

“ISPEZIONI DEI NAS A TAPPETO NELLE SCUOLE DI TUTTA ITALIA”

ROMA – Per scovare la droga che uccide, il ministro Livia Turco sottoporrà la proposta al collega di governo Giuseppe Fioroni, titolare del dicastero dell’istruzione. Oggi intanto ha dichiarato con fermezza e decisione: “Bisogna essere contro tutte le droghe, qualcuno si metta bene in testa che non esiste solo lo spinello. E’ sbagliato criminalizzare solo lo spinello e non indicare bene la gravita’ di tutte le droghe”. Una presa di posizione chiara che mai c’era stata prima. Come le ispezioni dei Nas nelle scuole, per mettere insicurezza gli studenti da altri episodi killer.
L’allarme è reale e nazionale. L’arresto di dieci persone, tra cui tre studenti dell’istituto tecnico per geometri “Falcone e Borsellino” di Rossano (Cosenza), conferma questa emergenza nelle scuole italiane, scattata in seguito alla morte del quindicenne di Paderno Dugnano (MI), visto dai compagni mentre fumava uno spinello durante la ricreazione. I tre avrebbero confezionato e fumato spinelli in classe alla presenza di ignari professori, e uno di essi pare che abbia anche filmato la bravata con il proprio videofonino. Il ragazzo è morto in un battibaleno. Secondo le indagini pare che nei polmoni del giovane vi siano tracce di cocaina.
Per anni è stata comunicata una distinzione sbagliata e non corrispondente a nessun parametro tecnico. E così, per anni e anni, alcuni ragazzi hanno metabolizzato l’ equazione mortale secondo la quale “fumare uno spinello fa meno male di….”…una sigaretta, una birra, l’alcol. La droga per molti giovani è meglio di una società violenta, di una famiglia sballata, della fidanzata che ti molla, del professore che ti perseguita, della matematica che non entra in testa, della mamma che non ti capisce, di papà che non c’è mai, di quello strano impulso omosessuale, della paura di baciare…Insomma tutti i mali e anche le cose normali di una società difficile come la nostra. Poi ci sono le grandi frustrazioni da soffocare: il lavoro, il denaro, la fama. Contro tutto questo meglio un nirvana per trasmigrare altrove. La droga è questo e per questo rischia di diventare l’antidoto persino ‘cool’.
Il professor Silvio Garattini, tra i più illustri farmacologici italiani, ha spiegato bene come stanno le cose. Ha detto che si può parlare di droghe semmai diverse da altre, le quali però tutte procurano danni comunque gravissimi e irreversibili. E ha spiegato che quelle droghe che alcuni ritengono meno dannose di altre (dall’hashish alla coca a quelle sintetiche) procurano al cervello danni irreversibili. E la schizofrenia. Non c’è male peggiore. Quasi meglio morire.
Cosa dovrebbe dire la politica? Che lo spinello fumato dal ragazzo deceduto a Paderno Dugnano era uno spinello ‘anomalo’? Cioè preparato per stroncare una vita?
Questa è la droga, questa uccide.

Il ministro della salute Livia Turco.

Marco Mordini, ex-studente Liceo Scientifico.

La pace perpetua

il professor Paganini


Quarta X. Ho appena iniziato a spiegare la Critica della Ragion pratica.
Noto strani movimenti nelle retrovie della classe. De Maria si agita più del solito. Paroli sorride un po’ ebete.
Con l’aria di badare ad altro, li osservo meglio.
Hanno ingaggiato una vera battaglia e si lanciano palline di carta con la cannuccia della biro.
De Maria si è addirittura dotato di una maschera di guerra per proteggersi il viso. Paroli attinge munizioni sminuzzando il compito di fisica.
E Kant sognava la pace perpetua.
Forse non c’è nemmeno l’eterno riposo.

L’ arrivederci non è un addio…

Il mio percorso qui sta finendo, scongiuri permettendo, e come un qualsiasi ciclo della vita anche questo si sta per concludere per lasciare spazio ad un nuovo inizio. Volevo ringraziare il professor Paganini e tutti quelli che hanno contribuito a rendere speciale questo punto d’incontro tra giovani e adulti, nel quale il preside e i proff. diventano fumetti e insegnano la comunicazione, l’ironia, lo stare insieme e il rispetto. É stato bello scrivere, divertire e divertirmi soprattutto. Penso che ovunque andrò sarà difficile trovare quest’atmosfera, persone così. Con questo mio ultimo intervento nel blog vorrei far riflettere tutti, insegnanti e alunni sull’importanza che ha oggi il poter comunicare, e raccomando a tutti di sfruttare il più possibile la meravigliosa possibilità di comunicare che offre questo blog. Mi rivolgo a tutti i miei compagni e non, qui le maschere della vita non esistono più, si può indossare quella che si vuole, si può essere quello che nella vita non siamo o ci viene impedito di essere. Sfruttate bene tutto ciò, non perderò la maniacale abitudine di visitare questo stupendo blog, mi raccomando fatelo crescere e fatevi aiutare da lui a crescere. Un abbraccio a tutti.
Leo Missi

Gita a Camogli

“fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”
“Lasciate ogni speranza voi ch’ a Camogli andate”
Caro Dante, scusami tanto, ma questo inizio epico si addice perfettamente per introdurre questo racconto. A Camogli, appunto, Liguria, poco distante da Genova. Forse non è tra i luoghi di villeggiatura più famosi in Italia, diciamo che la si conosce per la focaccia. Quando qualche mese fa i prof Longhi e Colavolpe ci presentarono questa gita, i commenti non sono stati molto buoni, anzi, c’era anche chi scommetteva che avremmo trovato brutto tempo e che, essendo lunedì, le focaccerie sarebbero state chiuse (medaglia a Dima e Paolo)! Ma ritorniamo a oggi, 7 maggio, giorno della gita. In stazione tutti più o meno puntuali, alla spedizione mancano solo la Colicci (febbre), la Caraci (distorsione alla caviglia) e Vrenna (esame per la moto al pomeriggio, chiedete a lui come è andata).
Alle 8.10 il treno parte , inizia l’avventura, terza gita di classe in tre anni, (ma nessuno poteva immaginare che questa sarebbe stata la migliore)
Davanti ci sono comunque due ore e passa di treno, sembra un’ eternità, ma tra un “nomi cose e città” e un po’ di musica (medaglia per Teo), si arriva alla stazione di Camogli. C’è il sole, minimo 20 gradi, si sta proprio bene. Ci piazziamo liberamente in riva al mare, circondati dagli scogli;  sistemiamo gli asciugamani, cambio jeans-costume, via le magliette e tutti a prendere il sole! 20 ragazzi sdraiati tranquillamente a rosolarsi al caldo sole estivo, anche se siamo solo a maggio. Spuntano i panini, più o meno sono le 11, sarebbe l’intervallo in una normale giornata di scuola, e invece no, siamo in vacanza: non ufficialmente, chiaro, è solo una pausa di vita in un mese che è un incubo: una vera e propria boccata d’aria, e che aria! Il cielo è limpido, il sole splende, un filettino di vento scuote un po’ il mare. Sembra un paradiso. E Camogli si presenta così, un angolino tranquillo dove si può passare una bella giornata in compagnia. Qualcuno non resiste e si precipita a comprare le classiche focacce liguri, formaggio e cipolla; qualcun altro non sta fermo e improvvisa una passeggiata in spiaggia, sui sassi, a piedi nudi: bravi! (medaglie per Marika, Grilli e Dima). Sole, mare, musica e Gazzetta, cosa si può volere di più dalla vita? Un Lucano? Meglio, il Colavolpe che, blocco di fogli e matita in mano, inizia a far schizzi del paesaggio intorno: in lontananza si vede Genova, il porto, poi una chiesetta in primo piano e ancora mare, mare, mare. Ogni tanto arriva qualche schizzo d’acqua, ma i prof proprio non ci lasciano fare il bagno.
Il prof si scatena e con alcuni “discepoli” che lo seguono partono i primi capolavori artistici (medaglie per Teo, Chiara, Paolo, Roberta, Alice e Giuseppe). Qualcuno non si schioda dall’asciugamano per prendersi la prima abbronzatura stagionale (medaglie alla Fede, Veronica, Marika, Chiara e Mara). Si continua per un paio d’ore, le schiene cominciano ad arrossarsi, ringraziamento alla Longhi che cede gentilmente agli scottati Alice e Paolo la crema solare.
Mentre tutti i ragazzi e il Colavolpe danno spettacolo con la pallina da calcio, la Longhi controlla tutto con occhio vigile (medaglie di platino per entrambi). Altra avventura: alle due si prende il battello per andare a San Fruttuoso, circa venti minuti. Qualcuno non resiste proprio senza le ammiratrici e allora allo sbarco a San Fruttuoso c’è chi riesce a far colpo su delle ragazzine in gita (medaglie a Teo e Chiare). Ah, quando uno è un latin lover o un “porpo” come dice il Colavolpe… Ma il tempo passa veloce quando ci si diverte, peccato. E’ già l’ora di ritornare verso Camogli: ancora sul traghetto e si ritorna verso la stazione. Treno 666 – mmm – superstiziosi? Per fortuna tutto bene, anzi, abbiamo altre due ore per fare un po’ di casino come solo noi siamo capaci, visto che questa volta siamo divisi in scompartimenti,  quindi spazio ancora alla musica e alla pazza gioia. A dire il vero dei bambini di quinta elementare sono riusciti a tenerci testa per un po’ ma noi siamo la 3<sup>a</sup> A, e chi ci ferma ? Alle 8.10 circa siamo a Milano.
Tutto finito, peccato, è stata senza dubbio una vera goduria, più che una gita d’istruzione è stata una vera mini-vacanza! Bilancio finale della gita: 3-4 ustionati, tutta la classe più o meno abbronzata, prof soddisfatti perché siamo riusciti a non sfasciare nulla, un MP3 perso, 2 foto di gruppo, qualche opera artistica eccezionale, tante focacce comprate e portate a casa, un bocciato e zero tuffi in mare!
Comunque grazie mille a tutti per questa bella esperienza, e l’anno prossimo tutti ad Amsterdam! Voto alla gita: 7.5. Voto ai prof: 8. voto a noi: 9+, siamo i migliori!!!

disegno di Roberta D'Alessandro - castello medievale della Dragonara

 

disegno di Matteo Zanoni - Santa Maria Assunta di Camogli

 

Isola di Palmaria

Le classi prime A, B e C dell’Istituto Agrario e la prima E del liceo di Noverasco sono andate in viaggio di istruzione all’isola di Palmaria.
Partenza di primo mattino e ancora assonnati in viaggio verso il mare.

Portovenere ci ha accolto con le sue caratteristiche case alte e strette,

Veduta di Portovenere

abbiamo traghettato

eccoci sul traghetto per l'isola

e ci siamo incamminati con gioia ed entusiasmo.

in cammino sull'isola di Palmaria

Sul nostro percorso abbiamo osservato le ginestre,

ginestre

altre ginestre

la valeriana in fiore

Valeriana in fiore

e tante specie arboree tipiche della macchia mediterranea.

Dopo un cammino impegnativo finalmente il bagno

bagno in mare

e un momento di relax.

relax tra amici

un piccolo spuntino

Di nuovo in marcia per osservare dove nidificano i gabbiani

una coppia di gabbiani

nidi di gabbiani

e quindi un percorso ripido e scivoloso.

in cordata per scendere

Finalmente ai nostri occhi si è presentato il Borgo di Portovenere con la Chiesa di S. Pietro.

la chiesetta di San Pietro

Fatica e stanchezza ma soddisfazione per aver raggiunto dei bellissimi luoghi e per la piacevole giornata trascorsa insieme ai compagni e agli accompagnatori.

Potere magistrale

Credevo di aver spiegato bene Locke, Montesquieu ed il principio liberale della divisione dei poteri. Ne abbiamo parlato durante le lezioni di storia e anche durante quelle di filosofia. Ho martellato, li ho invitati a riflettere, li ho interpellati.
E se quella di Querci fosse una grande scoperta?
Mi dice che esistono tre poteri e che devono essere divisi: «legislativo, giurico (sic) e magistrale». Mi piace l’idea del potere magistrale. In fondo sarebbe anche giusto: il magister (il più grande tra due) è più importante del minister (il più piccolo tra due).
Mi piace l’idea, ma a Querci darò un’insufficienza ugualmente, tanto più che ha confuso Adamo con Abramo. E non ho detto tutto…

Charles-Louis de Secondat barone de La Brède e de Montesquieu
Charles-Louis de Secondat barone de La Brède e de Montesquieu

Il primo concerto da ex

Luca Cirio

Devo dire che venerdì sera il tradizionale concerto d’istituto mi ha regalato delle sensazioni molto diverse da quelle che avevo durante gli anni da studente. Forse allora c’era più voglia di emergere, di mettermi in discussione, dimostrare a un ambiente e a delle persone che frequentavo 5 ore al giorno che, nonostante nelle varie materie scolastiche io non avessi (sarà corretto questo congiuntivo? aiuto prof franchi!) mai eccelso per mia evidente scarsità di interesse (sono sempre stato il classico caso “intelligente ma non si applica”), per lo meno qualcosa, nella mia giovane vita, sapevo farlo ad alti livelli. Fu così che in seconda accettai la sfida del prof. Pigni e cominciai a far vedere a tutti cosa sapevo fare con la mia chitarra (per la voce era ancora un pò presto).
Ma venerdì sera non avevo professori o amici da impressionare…dopo 4 anni di esibizioni colme di applausi, sapevano tutti cosa sapevo fare…e se nel mio animo non c’era più quel bisogno di emergere, era per la presenza di una preoccupazione molto più importante: non rovinare tutto il lavoro degli anni passati. Insomma, un pò come la sindrome del secondo album nella carriera di un musicista/cantante…se il primo ha fatto successo, il secondo deve essere almeno bello quanto quello. Lo stesso vale per il mio primo concerto da ex alunno: dimostrare che il mio valore, se non è aumentato, comunque non si è deteriorato.
Qualcuno dei presenti mi ha confessato che la nostra interpretazione del “Testamento di Tito” (F. De Andrè) è stata commovente…bene, perchè il mio obiettivo era questo.
Mi scuso con tutti per essere scappato subito via…avevo un ‘altro impegno urgente e importante, ma avevo promesso questa mia presenza al concerto, perchè alcune persone (come il prof Pigni, che continua a rimpiangere di non avermi bocciato eh eh eh) ci tenevano particolarmente a questo mio “ritorno a casa”.
Per concludere ringrazio i miei 2 compagni di musica, Federico Cavaliere e Davide Carrone: senza di loro tutto questo sarebbe stato molto più difficile.

Concerto d’Istituto

Grande successo al concerto di Maggio svoltosi venerdì sera presso l’auditorium del Calvino.
La serata è iniziata con l’interessante repertorio di pezzi classici interpretato magistralmente dai nostri “studenti-artisti” e si è conclusa con un medley di canzoni eseguito dalle fantastiche voci dell’ormai celebre coro d’Istituto con l’aiuto del coro W. Byrd.
L’evento è stato egregiamente presentato da Elisa Gelmi e Valentino Gallo e coordinato dal professor Pigni, dietro le quinte.
Presenti in prima fila il Sindaco di Rozzano Massimo d’Avolio e gli assessori D. Pinardi e C. Mallamaci.

Marco Mordini, ex-studente Liceo Scientifico.

collage fotografico raffigurante alcuni momenti della serata. by Marco Mordini

ED E’ ANCORA SPORT

Dario Passaro


Devo ammettere di essere parecchio spossato ma guardando quella medaglietta che sembra tanto di cioccolato, sorrido un pò. Certo che mi rode essere arrivato terzo per due miseri punti, ma c’è da dire che il secondo se li è pienamente meritati. così si sono concluse le ennesime manifestazioni di sport di noi studenti con le gare di atletica. 1000 metri, i 100, salto in lungo, lancio del peso e, novità, tetrathlon. Ancora piovono soddisfazioni per la componente liceo che si aggiudica molti dei posti disponibili.
Tiriamo le somme allora! Una giornata di fatica, ma lontana dallo studio, un caldo pazzesco, ma con amici con cui soffrirlo e poi molte medaglie al collo dei miei compagni.
La famiglia Peneff spadroneggia nel tetrathlon del biennio femminile (Con Josephine) e di quello del triennio maschile (Con Janko). Irene nel lungo, Fede nel lancio, Annalisa nel tetrathlon triennio femminile, Chiara nei 1000, Lucry nei 1000 triennio e chissà quanti ancora ne ho scordati!
Tutto sommato, proprio niente male! Ma se sono riuscito a raggiungere il mio obiettivo di arrivare primo nel lungo, sono un poco sconsolato perché questa sarà (e da una parte lo spero vivamente) la mia ultima gara. Beh allora non mi resta che ringraziare tutti e il prof. Caldarelli che nonostante tutto almeno un pò ha creduto in me! Chissà mai che rimanga ancora la speranza del torneo di calcio…chissà…
Concludo allora ricordando che l’importante è partecipare, ma vincere è meglio!

DarIO