Nel filmato, un momento dell’appassionata e serrata discussione nell’assemblea degli studenti del liceo scientifico. All’ordine del giorno, la riflessione sui più sentiti e drammatici problemi del momento, da approfondire nelle giornate di cogestione.
Buonasera a tutti… Scrivo su questo blog perché voglio condividere questo bellissimo video estrapolato dalla trasmissione “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio. Il video in questione altro non è che una rivisitazione fatta da Luciana Littizzetto sulla celebre nonché bellissima poesia di Pablo Neruda “lentamente muore”. La domanda sorge (più o meno) spontanea: perché quel metro e quaranta di donna storpia di punto una poesia come questa? E’ presto detto! Tutto è nato da un discorso pronunciato in Parlamento da quel bravo e onest’uomo che è Clementino Mascella (manteniamo l’anonimato), in cui l’ex guardasigilli conclude leggendo la poesia di Neruda. Che dire? Questo video dimostra che la differenza tra un comico e un politico è veramente minima… http://it.youtube.com/watch?v=PbwrM6vOXfM
Ammettiamolo, ci sono dei prof che, chiusa la porta della loro classe, si sentono inferiori soltanto a Dio e forse neanche lui perché, dicono, non c’è. E come Dio vogliono fare: «Plasmiamo l’alunno a nostra immagine e somiglianza». Vorrebbero riconoscere la loro immagine nel volto di ogni studente. Per fortuna non sempre ci riescono.
Ad altri piace giocare al Giudizio Universale. Sono forse i più pericolosi. Guardano dall’alto gli studenti e sono pronti a dividere le pecore dai capri. Ma anche le pecore non devono sentirsi troppo sicure. A questi, ahimè, il gioco vien bene: riescono persino a far credere di essere bravi.
Eccoci arrivati ad Auschwitz: ad accoglierci una nebbia fitta e densa, presagio di un’esperienza che ci avrebbe segnato la vita.
Binari grigi, filo spinato ovunque e tutto intorno a noi baracche, testimoni di un genocidio inspiegabile e senza senso. La terra, dimora di molte vittime, sembra fremere e urlare di dolore sotto i nostri piedi mentre nei nostri cuori solo rabbia.
Non potremo mai scordare quelle foto appese nel museo: sguardi attoniti e impauriti ci scrutano dalle piccole cornici, fredde che chiedono di essere ricordate. Guardando attorno le descrizioni di Primo Levi sembrano prendere vita. E’ difficile non immaginare uomini, donne e bambini, ormai diventati numeri, girare per il campo immenso in balia del gelo che immobilizza gli arti, incapaci di far scendere sul loro viso anche solo una lacrima. I camini dei forni crematori sembrano ancora fumare insaziabili.
Molti sono gli stagni dove, a distanza di mezzo secolo, galleggiano frammenti di ossa umane. Nelle teche ci sono oggetti di tutti i generi muti e immobili ma allo stesso tempo intrinsechi di una straordinaria carica emotiva. Capelli, tutine di bambini ormai consunte, occhiali deformi e scarpe logore giacciono inermi davanti ai nostri occhi increduli.
Ci ritroviamo in un corridoio freddo, umido, contaminato dalla muffa invadente e davanti a noi si ergono delle celle, alcune anche di infime dimensioni, dimentiche della luce del sole dove molti prigionieri (tra cui anche il celebre Padre Kolbe) hanno trovato la morte abbandonati a se stessi. Custoditi qua e là vi sono anche autentici documenti tedeschi compilati minuziosamente e machiavellicamente, partecipi e collaboratori di un piano spietato.
Imponenti si ergono alcuni Blocks dove dottori malati compivano crudeli esperimenti su corpi innocenti. A testimoniare ciò la foto di un bambino di appena due anni: occhi persi, spauriti e un corpo che di umano ha ben poco.
Infine più di 600 persone hanno acceso una candela in onore di quelle vittime che per giorni, mesi o addirittura anni sono state costrette a vivere un incubo da cui era impossibile evadere; che ogni mattina lottavano per far sì che la loro speranza di essere liberi non potesse rimanere un flebile sogno. Ogni nostra singola fiammella sia quindi testimonianza giorno per giorno di questo triste capitolo della storia che coinvolse l’intera umanità.
Premessa: mi sono rotto di parlare di auto o cogestione, quindi parliamo di qualcosa che mi ha lasciato allibito!
MA SECONDO VOI E’ NORMALE UNA COSA DEL GENERE?!
NO PERCHE’ IERI SERA MIA MAMMA GLI DAVA RAGIONE, E ANCHE CERTI MIEI CONOSCENTI.
ORA, IO DICO, OK, LA RAGAZZA HA FATTO UNO SCHERZO DI DUBBIO GUSTO, MA CHI E’ LUI PER FARE UNA COSA DEL GENERE?!
MA SIAMO TORNATI AL MEDIOEVO?!
PIUTTOSTO AVREBBE DOVUTO MENARE LA LECCISO QUANDO CE N’ERA BISOGNO.
SI DOVREBBE SOLO VERGOGNARE, SOPRATTUTTO QUANDO HA LA FACCIA TOSTA DI DIRE CHE LO HA FATTO PERCHE’ C’ERANO DEI BAMBINI A SEGUIRE LA SCENA: E ALLORA COSA FAI?!
TIRI UNO SCHIAFFO?!
BELL’ESEMPIO DATO AD UN BAMBINO QUESTO, CARO IL MIO ALBANO DI STA CIPPA!
IN CONCLUSIONE, VERGOGNA!!!
Ok lo so, non sono questi i problemi dell’ Italia, però credo che questo sia un mal costume diffuso, chi, per non si sa quale ragione, crede di avere più importanza o rilievo degli altri, si permette di fare cose che da una persona normale (perchè poi?) non ci si aspetterebbe, ma che invece da gente del genere sono fatte con una tranquillità disarmante. Era per cambiare argomento.
Oggi c’ è stata assemblea al liceo. Prima ora, le prime: un buon risultato, certo, loro non conoscono l’ autigestione in prima persona, ma sono stati attenti e propositivi, ok a volte ingenui, ma interessati. Seconda ora, le seconde: buon risultato anche questo, anche loro attenti, anche loro propositivi, e soprattuto interessati realmente, e forse un pochetto di più di quelli di prima. Terza ora, le terze: finalmente, e non me ne vogliano quelli di prima e seconda, persone con cui, si presuppone, si può ragionare e parlare allo stesso livello. In effetti le terze sono state davvero un bel “gruppo” di persone, certo, chi più chi meno interessato, ma fortunatamente, chi non era interessato si faceva i fatti propri, non disturbava, e c’era un clima abbastanza adeguato per poter discutere. Tante domande, alcune critiche, ben vengano se costruttive come in questo caso, e soprattutto molte proposte interessanti. Quarta ora, le quarte: qui potrei anche smettere di scrivere. L’ ordine del giorno era la discussione sulla situazione dell’ autogestione. Spiego loro che l’articolo 29 è cambiato, e che forse, se il consiglio di istituto ha cercato di ridimensionare la cosa, è colpa nostra. Per tutta risposta arrivano battute, di scarso contenuto umoristico tra l’altro, proposte degne di un asilo ( “facciamo gruppo cucina?” “no dai, facciamo gruppo naruto (cartone animato, ndr)” ), e insulti. Cerco di far capire loro che se non si riesce mai a fare nulla di costruttivo è anche per colpa di deficienti del genere, ma loro, al posto di sentirsi coinvolti, ridono. Questo è il livello. Quinta ora, quinte: beh, loro sapevano già più o meno tutto. E’ stata un pò più tranquilla e si è riusciti anche a parlare d’ altro e scherzare. Io non sono qui a dare giudizi, ma mi pare che sia problematico che persone di 18 anni (quest’anno votano) siano così immature, così stupide, così vuote! Non c’è nemmeno da dire che sono sempre i soliti 5, 10, che però purtroppo hanno la forza di farsi sentire di più, e di rovinare quello che di buono gli altri stanno cercando di fare. Con questo chiudo, però ragazzi, un esame di coscienza, cacchio! Il vostro, sconcertato, rappresentante di istituto, Zac.
Grazie al professor Alberto Ardizzone, dell’Ufficio Scolastico Regionale, siamo riusciti ad aggiornare il nostro blog dalla versione 1.5 alla versione 2.3.2 di wordpress. I vantaggi d’uso e di sicurezza sono notevoli. Alberto cura con passione il sito della comunità di pratica Porte aperte sul webe il blog Blog aperti sul web. Vi invito a visitarli. La nuova versione di wordpress incide sugli utenti e ne ridefinisce le possibilità. Chi incontrasse difficoltà può segnalarmelo all’indirizzo webmaster@istitutocalvino.it. Abbiamo, in via sperimentale, semplificato la modalità di inserimento dei commenti. Non serve più essere registrati. Speriamo di non dover tornare indietro.
BINARIO 21, STAZIONE CENTRALE, ORE 19.25, 27 GENNAIO 2008. Il treno speciale per Krakow parte spedito. Gli studenti di VA del liceo e i loro prof Cappellini e Colavolpe salutano composti dal finestrino. Carrozze 3 e 4.
Ciao a tutti! Scrivo su quanto successo giusto ieri sera perchè questa volta non potevo essere taciturno come al solito (ammetto però che c’è gente che dice che io non sono capace di stare zitto: ma quelli che me lo dicono altro non sono che dei reietti della società…). Finalmente questo governo è caduto dopo DUE ANNI E MEZZO! Il che fa veramente schifo se pensiamo che pur di rimanere lì con il suo deretano sulla sedia di Presidente del Consiglio, Prodi ne ha fatte di tutti i colori! Metaforicamente potremmo dire fosse come un funambolo: in equilibrio su un filo di nilon, con un bastone lungo due metri in mano, che deve saltare attraverso il tipico cerchio di fuoco, e sotto c’ è una vasca piena di coccodrilli che -SLASH!- cercano di azzannarlo con le loro fauci: prima o poi DEVE cadere! Comunque, io non dico questo solo perchè politicamente schierato dalla parte opposta (non che non mi faccia schifo pure quella), dico questo anche perchè Prodi ci stava ROVINANDO! Stava facendo cretinate su cretinate (quelle poche che riusciva a fare -vedi maggioranza-). Aveva fatto pochissime cose e le aveva fatte rovinandoci. Come se non bastesse lui e il suo fido Padoa-Schioppa (uno con un cognome più ridicolo era impossibile da trovare!) avevano pure il coraggio di dire che l’ Italia si stava riprendendo, che stavamo avendo la cosiddetta “ripresina” mentre i fatti dicevano L’ ESATTO CONTRARIO! Ma fatemi il piacere! Adesso, sempre per la solita storia di voler rimanere nella condizione di “maggioranza” , vorrebbero metterci qualcun’ altro dei loro esponenti: na! Ora si vota e lo si farà , almeno mi auguro, senza votare contro i propri interessi: se le idee di destra sono migliori della sinistra votiamo la destra e ,viceversa, la sinistra. L’ importante è che a governare ci sia qualcuno di sani principi che da Presidente del Consiglio risollevi l’ Italia da quello schifo chiamato “governo Prodi”.
P.S.: Sia chiaro: Berlusconi non ce lo voglio più! Piuttosto mi candido io!