Manes Sara, 4°E
“Quando il mondo intero non parla, persino una sola voce diventa potente.”
Oslo, il Nobel per la Pace 2014 alla giovane pakistana Malala Yousafzai, portavoce della lotta per il diritto all’istruzione dei bambini del suo paese e di tutto il mondo.
Una cattiva ragazza diremmo, per utilizzare un’etichetta linguistica. “Impugniamo i nostri libri e le nostre penne,che sono loro le nostre armi più potenti.”
Queste sono le parole di Malala, Cattiva Malala, come tutte quelle donne che hanno alzato la voce per ribellarsi ad una mentalità ottusa del loro tempo, nei più diversi ambiti: attraverso lo sport, il canto, la scrittura o ‘semplicemente’ la parola. Cattive ragazze perchè non si sono piegate alle regole del loro tempo, non hanno aderito al conformismo sociale, per maturare il pensiero di un futuro migliore.
”Tutto quello che voglio è istruzione e non ho paura di nessuno. Un bambino, un insegnante e un libro possono cambiare il mondo. Impugniamo i nostri libri e le nostre penne,che sono loro le nostre armi più potenti.”
Queste parole appartengono ad un discorso toccante e ricco di speranza che la giovane Malala, ha pronunciato davanti ai potenti del mondo, battendosi per l’uguaglianza dei sessi e il diritto all’istruzione. Una battaglia questa, che porta avanti con un coraggio insolito per una ragazza di soli diciannove anni, disposta a morire in nome della libertà.
La sua azione “divergente” ebbe inizio otto anni fa, quando inconsapevole dell’importanza e allo stesso tempo delle conseguenze innescate dalle sue azioni, pubblicò un articolo per la BBC, in cui documentava lo stile di vita che le persone erano costrette a condurre nel suo paese, sotto il regime talebano.La lotta contro l’ignoraza la portò ad essere nel 2012 vittima di un attentato in cui rischiò la vita. Nonostante ciò la giovane non si arrese e la sua lotta si rafforzò ancor di più.
“I miei sogni sono gli stessi” disse dopo l’attentato, “la debolezza, la paura e l’impotenza sono morte. Sono nate la forza, la potenza e il coraggio”.
Una “cattiva” ragazza ? Si, ma in nome della libertà.
Non perde l’occasione per parlare a nome di tutti coloro che sono senza voce, in questi giorni in cui il presidente americano Donald Trump ha pubblicamente esposto il suo piano per chiudere le porte agli immigrati negli Stati Uniti.
“Mi si spezza il cuore nel vedere che l’America sta voltando le spalle a una storia gloriosa di acccoglienza di immigrati e rifugiati, persone che hanno contribuito a costruire il Paese, disposti a lavorare duramente in cambio di una chance di vita migliore“, scrive Malala sulla sua pagina Facebook.
E’ ammirevole per il suo coraggio, la sua forza di volontà; sostiene e combatte con un’arma pacifica, il regime e l’ignoranza. E mentre lei ogni giorno rischia la vita per andare a scuola e costruire un nuovo finale, io mi rendo conto, di non essere del tutto consapevole della mia libertà !
Per me lei è la mia eroina.
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