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Incontro con i carcerati: non è mai tardi per crescere

Lo scorso 13 Novembre la nostra classe ha potuto partecipare all’incontro con i carcerati di Opera e Bollate. L’incontro si divideva in due momenti. Inizialmente i carcerati hanno messo in atto la rappresentazione de “il Mito di Sisifo” reinterpretato alla luce delle loro esperienze. Questa visione è stata filtrata dal loro percorso di reinserimento nella società, che li ha portati a riconoscere le cause di fondo dei loro errori e del loro comportamento. Proprio il loro comportamento è stato motivo di discussione nella seconda parte dell’incontro.

Dal dibattito è emerso il motivo della scelta del mito: in particolare abbiamo constatato che ognuno di loro si immedesimava nel protagonista, Sisifo, che con una punta di presunzione e arroganza, fa di tutto per opporsi al potere centrale, gli dei. La particolarità dello spettacolo consisteva nel fatto che la crescita morale sarebbe dovuta avvenire non solo nello spettatore che apprendeva da persone che hanno già avuto esperienze negative, ma anche dai carcerati che mettendo in scena una trasposizione dei loro errori e della loro vita passata hanno rielaborato i loro errori e le loro scelte.

Ciò che risulta incongruente è il fatto che l’interpretazione data dai carcerati non corrisponde esattamente all’impressione suscitata in noi; infatti mentre Sisifo, secondo una visione morale, si ribella per una giusta causa, i detenuti si concentravano sul fatto che Sisifo non avrebbe dovuto ribellarsi all’autorità (gli dei) ma ha agito lo stesso per un mancato insegnamento da parte dell’autorità stessa: questa avrebbe dovuto infatti permettergli durante la sua crescita come uomo di imparare e assimilare i suoi doveri relativi alla vita nella società. Un altro aspetto dell’incontro che ha lasciato perplessi molti di noi è che il fine della discussione sembrava fosse volto più a una crescita morale dei carcerati piuttosto che un’effettiva informazione nei nostri confronti. Durante la discussione infatti lo psicologo cercava con insistenza di fare in modo che i carcerati parlassero della loro esperienza piuttosto che concentrarsi sugli spunti o le perplessità degli studenti, che da come ci era stato presentato l’incontro sarebbe dovuto essere il motivo reale dello spettacolo.

Tuttavia la conoscenza delle vicende dei carcerati ha fatto si che noi capissimo l’importanza dell’educazione che ognuno di noi riceve dalla propria famiglia e dalla società e dall’ambiente in cui cresce.

Simone De Cocco, Alessio Ripamonti e Matteo Bollo

Sisifo

Glorie lombarde cinquecentesche: uscita didattica alla Milano spagnola

Una limpidissima e altrettanto rigida mattina di fine novembre ha incorniciato la nostra uscita didattica in visita alla Milano del ‘500, secolo che ha lasciato una traccia indelebile nel capoluogo lombardo, pur nascosta da un involucro napoleonico e ottocentesco.

La visita della due classi quarte è stata condotta da Leonardo Catalano, laureato in Storia dell’Arte e nostra guida.
Non è un caso che il nostro itinerario sia cominciato dal castello Sforzesco, monumento in cui convergeva il potere dei Signori di Milano e delle successive dominazioni straniere dalla caduta di Ludovico il Moro. La visita al Castello si è svolta esclusivamente negli ambienti esterni, procedendo per il lato orientale fino alla Torre del Falconiere, dalla quale Leonardo da Vinci osservava il volo degli uccelli per studiarne la dinamica e progettare i suoi modellini. All’interno del cortile, abbiamo proseguito per gli ambienti della Rocchetta e per la Corte Ducale, che si snoda attorno ad un cortile il cui sfondo architettonico è costituito dal Portico dell’Elefante, così chiamato per l’affresco che vi si conserva; il giro è terminato con l’osservazione della Torre del Filarete, restaurata da Luca Beltrami alla fine del XIX secolo.

Da piazza Castello, le due classi hanno proseguito attraverso via Dante, di epoca napoleonica, realizzata ai tempi dopo lo sventramento di numerose viuzze poste tra Piazza Castello e il Duomo. Dopo una breve permanenza nel cortile del teatro Strehler, la visita è proseguita in Piazza Mercanti.
Tra gli edifici che si affacciano sulla piazza, è il palazzo della Ragione a conservare un’importante testimonianza: sul bassorilievo di un capitello è rappresentata, infatti, una scrofa semi-lanuta, animale mitologico simbolo della Milano di epoca pre-comunale: si ritiene che il nome “Mediolanum” derivi proprio dal termine semi-lanuta.

La guida ci ha poi condotti in Piazza del Duomo, informandoci di una doppia origine della struttura delle cattedrali gotiche: da un lato c’è la tensione all’infinito, propria della concezione medioevale, che si materializza nel marmo in una struttura svettante verso il cielo; dall’altro è stato dedotto che le venature del Duomo e le numerose cuspidi dentellate rimandino all’imitazione della natura nella rappresentazione di un albero. Abbiamo poi sorpassato il Museo del ‘900 per proseguire attraverso il Palazzo Reale, fino ad arrivare alla chiesa di San Gottardo in Corte in via Pecorari, suo architetto.
Infine, presso la Pinacoteca Ambrosiana in conclusione alla visita la guida ci ha letto un passo tratto dal De Pictura Sacra di Federico Borromeo, “Del Bello”.

Svelare le vicende storiche di quei luoghi di Milano che ci sono comunemente noti ma che non guardiamo mai per quelli che sono permette di poterli osservare come se fosse la prima volta: è interessante scoprire i volti diversi che il capoluogo lombardo ha assunto nei secoli e guardare oltre la forma di mercato finanziario e capitale della moda che ha assunto oggi. Una visita che consiglierei anche al di fuori dell’orario didattico.

Il riflesso di una Milano storica

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Come ogni città, Milano nasconde un passato che non è facilmente individuabile all’occhio superficiale di un turista, ma a saper leggere le tracce che lasciano gli eventi, si può ricostruire il percorso storico-culturale del capoluogo lombardo.

Una gita all’insegna della cultura che non si è limitata ad uno sguardo agli edifici, ma che ha accompagnato con ricche documentazioni e poesie l’escursione milanese.

Gita alla villa Della Porta-Bozzolo

Testi della classe prima C Liceo scientifico

Il 4 ottobre tutte le prime del Liceo Scientifico e dell’ITC hanno partecipato all’uscita didattica alla Villa Della Porta-Bozzolo a Casalzuigno, un piccolo paese in provincia di Varese. La villa, costruita intorno al 1500 e poi ampliata nel 1600 circa, è stata acquisita dal FAI nel 1989, anche se in una parte vive ancora la famiglia Bozzolo. La villa si può dividere in tre parti: i rustici, cioè la zona di servizio, il piano nobile e la cucina, separata dal resto dell’edificio. Inizialmente abbiamo visitato il torchio, costruito nel Cinquecento. E’ il più grande di tutta la Lombardia ed è stata la prima parte ad essere costruita. La nostra visita si è concentrata quasi completamente sui bellissimi affreschi della villa, in particolare la guida si è soffermata sulla spiegazione della sala d’attesa, dove sono raffigurate sette dee raffiguranti le sette virtù della famiglia Della Porta (liberalità, fortezza, vigilanza, mitezza, fama, pensiero e temperanza). L’altro cognome a cui è intitolata la villa deriva dal fatto che il conte Guglielmo II Della Porta, non avendo eredi, lasciò la villa in eredità alla famiglia Bozzolo. Successivamente alla bellissima sala affrescata, abbiamo visitato le varie camere da letto, con suntuosi baldacchini e ben affrescate e la cucina, chiamata anticamente “caminata” perché aveva il camino. La parte che più mi ha colpito della villa è stato il magnifico ed enorme giardino, in stile barocco, nel quale, dopo aver pranzato, abbiamo potuto camminare e conoscere meglio sia i nostri compagni, sia altri ragazzi delle prime. Dopo la bellissima passeggiata per il giardino abbiamo fatto un laboratorio in cui ognuno di noi doveva realizzare un affresco. Abbiamo seguito quasi tutte le procedure di un vero affresco: l’arriccio, che sarebbe lo spolvero del disegno (bucherellato sui contorni) con la terra di Sinopia sull’intonaco fresco (da qui deriva il nome affresco, cioè “a fresco”) e successivamente ognuno di noi ha colorato il proprio affresco con i colori a tempere. Per motivi di tempo abbiamo saltato la fase in cui si mette il tonachino, ossia uno strato trasparente posto sopra la terra di Sinopia. Gli affreschi della villa si possono vedere ancora intatti per un processo chiamato carbonatazione, avvenuto anche sulle nostre “opere d’arte”. A fine giornata siamo dovuti tornare a casa, un po’ stanchi ma felici. L’uscita alla villa mi è piaciuta molto, anche perché ho potuto conoscere meglio sia gli insegnanti, che i miei compagni di classe. Anche il laboratorio è stato, a mio parere, interessante e molto carino da realizzare, perché abbiamo potuto mettere in pratica le “lezioni della giornata”. Anche la spiegazione è stata bella, perché i contenuti erano interessanti e la lezione si è svolta in modo alternativo e non come facciamo tutti i giorni.

Francesca

Villa Della Porta Bozzolo con il giardino ad asse orizzontale
Villa Della Porta Bozzolo con il giardino ad asse orizzontale – foto di Grahamec

Il 4 Ottobre siamo andati a visitare la villa Della Porta-Bozzolo, nei pressi di Varese. Hanno partecipato all’uscita didattica tutte le classi prime del liceo e dell’ITC, quindi abbiamo avuto modo di relazionarci anche con altri ragazzi e di stringere nuove amicizie. Durante gli spostamenti all’interno del casale una guida ci ha descritto le singole parti degli edifici dandoci una visione del loro contesto storico, delle loro origini e funzioni. La villa, attualmente in mano al Fondo Ambiente Italiano, è totalmente circondata da vasti giardini, caratterizzati da una moltitudine di diverse specie di piante e da macchinari agricoli che testimoniano l’importante attività agricola della zona, ma anche da eleganti e ricche scalinate, statue in pietra, che sottolineano la ricchezza e la potenza della famiglia. Inizialmente la villa non era come la vediamo noi oggi. Nel progetto iniziale cinquecentesco la funzione della villa, detta anche “Domus Magna”, era finalizzata a scopi agricoli e sfruttava il grande latifondo presso quella zona. La cucina era separata dal complesso abitativo, come la grande cantina e il torchio, uno dei più importanti del territorio. Il torchio serviva per la produzione del vino e dell’olio, ed era così grande che il piccolo edificio in cui è situato è stato costruito intorno ad esso. Le famiglie che ci abitarono però desideravano maggior prestigio, e per ottenere il titolo nobiliare abbellirono la domus con una moltitudine di meravigliosi affreschi, realizzati da Gian Angelo III, e con decorazioni prospettiche intorno alle finestre. Furono aggiunte molte camere da letto per gli ospiti, una sala da ballo, camini in marmo a macchia, alcove ecc…. Nessun dettaglio era trascurato, dai preziosi copriletto ai soffitti a cassettoni realizzati con pigmenti, mobili raffinati al pavimento a lisca di pesce della cucina. La camera più ricca di affreschi è la sala d’attesa per gli ospiti, sulle pareti della quale sono raffigurate figure femminili, ognuna rappresentante una qualità della famiglia. Il percorso all’interno della domus è durato circa due ore, e ci siamo soffermati principalmente sulla tecnica dell’affresco, che abbiamo in seguito sperimentato in laboratorio, ricreando il sottile strato di arriccio con il cemento, spolverando con la terra di sinopia e dipingendoci sopra un motivo floreale. È stato bello imparare cose nuove sperimentando in prima persona, non sui libri di testo come tutti i giorni. Personalmente, penso che questa uscita didattica sia stata utile per svariati motivi. Innanzitutto è stata la nostra prima uscita, e abbiamo iniziato a capire come muoverci in gruppo serenamente e senza creare grande confusione. In secondo luogo mi è piaciuta perché abbiamo trascorso una giornata tutti insieme in un posto bellissimo, diverso dal solito ambiente scolastico, che ci ha permesso di socializzare e divertirci anche con i ragazzi di altre classi. Abbiamo inoltre testato la nostra autonomia, nel cercare di rispettare i le direttive delle insegnanti senza essere continuamente controllati. La cosa che ho trovato più buffa è che sembrava di essere nel passato, proprio come se fossimo volati indietro di cinquecento anni!

Camilla

gradoni del giardino
Gli scenografici gradoni del giardino della villa, realizzati in occasione del matrimonio di Gian Angelo III Della Porta con Isabella Giulini – foto di Grahamec

Secondo me la gita a villa Della Porta Bozzolo è stata una buona esperienza. Devo ammettere che ho faticato a mantenere l’attenzione sulle spiegazioni delle guide e che più volte ho dovuto fare attenzione a non fare l’autodidatta guardando parti della stanza che stavamo visitando che mi attiravano di più dei numerosi affreschi presenti. Un altro punto a sfavore della visita è il fatto che ci siamo soffermati per molto tempo sui letti tralasciando quasi completamente il resto della mobilia. Immenso e ben curato, il cortile è stato il simbolo della nostra libertà durante la giornata: dopo aver mangiato abbiamo finalmente avuto l’occasione di interagire gli uni con gli altri e di dare sfogo alle nostre personalità, represse dai letti che avevamo appena finito di ammirare. Mi sono divertito anche nel dimostrare la mia abilità di imbratta-tele nel fare l’affresco che ci era stato proposto come attività di laboratorio. Penso di aver fatto una delle migliori opere astratte mai fatte, anche se ho seguito l’immagine di partenza che ci avevano consegnato. Ma ho apprezzato soprattutto la visita grazie al fatto che, conoscendo solo una persona in tutta la classe, ho avuto l’occasione di conoscere meglio i miei compagni di classe e di farmi conoscere da loro.

Lorenzo

Secondo me la gita d’istruzione che abbiamo fatto a Casalzuigno è stata molto interessante. Mi sono divertito molto, soprattutto quando abbiamo visitato il parco della villa e quando abbiamo provato a realizzare un affresco sul cemento fresco, steso su una tavoletta di legno. E’ stata interessante anche la visita interna della villa, dove abbiamo visto le camere da letto, la cucina e altre sale, tutte ben affrescate.

Simone

Per me la gita è stata interessante e divertente, perché ho imparato delle parole che non sapevo prima. Mi é piaciuto molto il corridoio dove ci sono i cinque affreschi, ognuno dei quali rappresenta le buone qualità della famiglia .L’obiettivo della gita era anche fare delle nuove amicizie e io sono riuscito a conoscere meglio i miei nuovi compagni.

Lyndon

La
La “Camera dal letto verde” al primo piano della villa – fonte: Wikipedia

Nel pomeriggio insieme a tutte le altre classi siamo ritornati indietro nel tempo, come grandi affrescatori e abbiamo realizzato bellissimi disegni su tavolette intonacate. La gita è stata interessante soprattutto come occasione per conoscere meglio i nuovi compagni.

Emanuela

Sinceramente ho trovato poco coinvolgente la parte della visita guidata perché abbiamo semplicemente assistito ad una lezione piuttosto noiosa su come avviene la fabbricazione di un affresco e sulla storia della villa… invece ho gradito di più il momento in cui ci hanno dato il permesso di uscire per fare un giro dei giardini della villa. Così abbiamo avuto modo di parlare con i ragazzi delle altre classi. Ho trovato abbastanza gradevole anche il laboratorio per la produzione dell’affresco, perché è stato creativo il modo in cui potevamo dipingere i vari disegni dato che ognuno di noi aveva la libertà di colorarli come voleva. Alla fine per me l’uscita si è rivelata abbastanza soddisfacente solo per metà: il laboratorio è stato più coinvolgente e creativo della visita guidata e della spiegazione riguardante la storia della villa.

Isabella

La gita alla villa Della Porta Bozzolo secondo la mia opinione é stata divertente é interessante, perché ci hanno spiegato la storia della famiglia Bozzolo, la quale voleva diventare nobile e poi il loro grande successo nella produzione del vino. Poi l altro motivo per cui mi sono divertito é stato che i professori ci hanno lasciati camminare per tutto il bellissimo prato.

Alvaro

Se lo scopo della gita era quello di conoscerci meglio e di fare nuove amicizie con ragazzi delle altre classi, questo non si e’ realizzato: ci siamo limitati a formare gruppetti di persone che gia’ si conoscevano e non abbiamo fatto niente per quanto riguarda il coinvolgimento, oltre ad un affresco su una tavoletta di legno.

Giovanni

Scorcio del
Scorcio del “giardino segreto” della villa con, sullo sfondo, l’edicola di Apollo e le Muse – foto di Grahamec

La gita alla villa Porta-Bozzolo è stata interessante e divertente. Nella prima parte della giornata abbiamo visitato le varie stanze della villa e abbiamo approfondito la parte degli affreschi per poi fare un laboratorio. Il laboratorio è stato fatto dopo il pranzo al sacco ed è stato molto divertente. Abbiamo, per prima cosa, preso un disegno stampato e con un punteruolo abbiamo punteggiato i contorni, facendo attenzione che i buchi fossero tutti perpendicolari al piano d’appoggio; poi siamo andati in un’altra stanza dove abbiamo riempito questi buchi con della terra rossa su una tavoletta di cemento, il colore è filtrato nei buchi e ha formato così la sagoma della figura. Dopo aver ottenuto la sagoma l’abbiamo ripassata con un pennellino e dell’acqua, ottenendo così una sagoma omogenea. Infine abbiamo dipinto il disegno con delle tempere colorate. Prima e dopo il laboratorio i professori ci hanno lasciati liberi per i cortili della villa; è stato gradevole rilassarsi un po’ con i propri compagni in un posto così bello. In questa gita, inoltre, ho fatto conoscenza di studenti provenienti da altre classi.

Aurora

Il 4 ottobre del 2013 insieme alla mia nuova classe e tutte le altre prime del nostro istituto siamo andati a visitare la villa di Porta Bozzolo a Varese. Ho trovato la gita interessante e anche divertente e mi ha molto colpito che gli affreschi sembrassero in rilievo, ma sono rimasto un po’ deluso, perché speravo di avere un po’ più di tempo per socializzare con i miei nuovi compagni.

Samuele

Questa uscita didattica doveva avere lo scopo di conoscerci meglio e sotto questo aspetto è stata un po’ deludente: infatti non abbiamo socializzato molto al di fuori della nostra classe e la visita della villa, a parere mio, è stata un po’ noiosa. Ci hanno spiegato i significati dei vari affreschi della casa e anche il metodo realizzazione e nel pomeriggio, dopo esserci rilassati un po’ nel giardino della villa, ne abbiamo realizzato uno su una tavoletta ricoperta di cemento, dove abbiamo spolverato sopra della terra rossa per realizzare il disegno di un fiore. In fondo come giornata non è stata male, ma non il massimo.

Alessandro

Il 4 ottobre l’istituto ha organizzato per le classi prime un’uscita didattica alla villa Della Porta Bozzolo. Lo scopo della gita era quello di rafforzare la conoscenza e le relazioni tra noi studenti. A mio avviso l’obiettivo è stato raggiunto in quanto, sia nei momenti di trasferimento, sia nel tempo libero, ho avuto la possibilità di conoscere meglio i miei compagni, in un contesto diverso da quello delle comuni attività scolastiche. La visita all’interno della villa è durata circa due ore. Abbiamo visto le numerose stanze tra cui l’ampia sala da ballo affrescata con disegni paesaggistici, la sala da pranzo anch’essa affrescata con maestria e le camere dal letto “rosso”, “verde”e “giallo che arricchivano questa villa del Cinquecento. La camera che mi è piaciuta maggiormente è stata la “sala d’attesa”, di una ricchezza decorativa particolare, con affreschi che rappresentano le buone qualità della famiglia, come la generosità e la saggezza. Interessante è stata anche la visita alle cantine dove avvenivano la spremitura delle olive e la pigiatura dell’uva. Anche se il tempo non era dei migliori siamo riusciti a visitare il grande parco all’italiana, ricco di fiori, piante e statue. In conclusione è stata una giornata interessante sia per la visita alla villa che per la possibilità di socializzare tra noi ragazzi.

Luca

Noi ragazzi siamo rimasti colpiti soprattutto dal giardino. E’ enorme e delle scalinate conducono nel punto più elevato della villa dal quale è visibile tutta la vallata sottostante. Alcuni ragazzi vi sono saliti e da quanto era alto sembravano quasi delle piccolissime formiche! In seguito siamo entrati e abbiamo realizzarono un affresco: “MA COME?!” presumo vi starete chiedendo… Bene, per prima cosa abbiamo steso su una mattonella un primo strato di intonaco costituito da sabbia e ghiaia mista ad acqua ed aveva una consistenza granulosa(arriccio) In seguito grazie alla terra di sinopia di colore rosso abbiamo realizzato un abbozzo chiamato Sinopia la quale ha definito i contorni dei soggetti. Infine abbiamo steso un ultimo strato di intonaco molto sottile, liscio ed omogeneo chiamato “tonachino”. Grazie a questa esperienza noi ragazzi della 1 C ci siamo conosciuti meglio e soprattutto abbiamo conosciuto ragazzi di altre sezioni .

Andrea

A mio parere questa gita è servita a tutti per conoscersi meglio, sia all’interno del gruppo sia con gli altri studenti delle prime che ci hanno accompagnato durante la giornata. L’unica cosa che mi ha delusa è stata la spiegazione degli affreschi ( secondo me troppo noiosa e lunga); le guide parlavano senza cercare di catturare appieno la nostra attenzione, infatti ad un certo punto mi è sembrato che molti di noi si fossero ‘persi’ durante la spiegazione. Invece trovato molto carino il laboratorio che consisteva nel ricreare su di una tavoletta di legno un affresco floreale. In conclusione la gita è piaciuta abbastanza a tutta, o quasi, la classe.

Claudia

L’uscita alla villa della porta Bozzolo mi è piaciuta molto. Mi ha interessato particolarmente la struttura esterna ed interna della villa, decorata con affreschi molto belli. Inoltre mi sono divertita parecchio cercando di realizzare la tecnica dell’affresco su un sottile strato di cemento,insieme alla mia classe, con la quale ho socializzato e riso molto…

Lisa

La gita della villa Porta-Bozzolo è stata davvero molto interessante. Dopo il pranzo, prima di fare il laboratorio, le insegnanti ci hanno lasciato un po’ di tempo libero e abbiamo avuto l’occasione di girare per il giardino e di socializzare con i ragazzi delle altre classi.

Marco