Archivi categoria: Vita da prof.

Fanti e cavalieri!

É festa. Che cosa può mai fare un professore? Ovviamente corregge i compiti in classe.
Eh sì, sono qui che correggo i compiti di storia della terza X ed eccomi tra le mani il compito del mitico Mattia Losecchio: ampio, lunghissimo, dettagliatissimo (mi ha fatto saltare l’intervallo per finirlo).
Parla dei cambiamenti della tecnica militare nel corso della Guerra dei Cent’anni, spiega che un tempo «la cavalleria era il cuore della forza dell’esercito», ma che i sovrani, «dal momento che molti feudatari si sottraevano all’obbligo di difesa, cominciarono a dotarsi di una cavalleria leggera, formata da fanti, arcieri e balestrieri»
Oh Mattia, tu hai fatto un miracolo! La prossima volta, per restare allo stesso livello, dovrai propormi almeno un cerchio quadrato.

vignetta di Dario Passaro raffigurante un fante con un bastone con la testa di cavallo

panta rei

il professor Paganini


Correggo i compiti di filosofia della terza X.
Come sempre il compito di Mattia Losecchio è completo e dettagliato (il destino è nel nome).
Mi sto chiedendo come faccia e se veramente sia umano, quando, incredibile, trovo un errore. Invece dell’eracliteo panta rei che tutti ben ricordano, mi scrive phanta rei.
Grazie, Mattia!
Che sia sete o phantasia, sei tornato tra noi: sarà più bello darti un 10.

Marta Di Noia

il professor Paganini


La professoressa Marta Di Noia: notturna, pallida, evanescente.
Non è una donna, è un sonnifero.
Comincia a parlare e la cadenza sempre uguale del suo pedante enumerare ti culla, ti stordisce, ti spinge all’evasione, alla ricerca di un altrove in cui rifugiarti.
E già sonnecchi, quando un suo miagolio lamentoso ti percuote: non puoi neppure dormire…
Oh cara, tu sei Marta e noi siamo morti, Di Noia.

Giuditta Giustina Bilancia

il professor Paganini


La professoressa Giuditta Giustina Bilancia, rigorosa e precisa, ha la penna affilata come una spada: decapitare gli errori è la sua missione, valutare la sua passione.
La professoressa Bilancia ha sempre le idee chiare, non ha dubbi o esitazioni e sa sempre quanto vale la prova di un alunno o, addirittura, l’alunno stesso: «Cento? Vuoi scherzare? Non è assolutamente al livello della Supremi, al massimo possiamo dare 99, se vuoi…».
Ed è ovvio che non vuoi.

Addolorata Nellavello

il professor Paganini


La professoressa Addolorata Nellavello non cambia mai, non pare invecchiare: dev’essere mummia dalla nascita.
Con i colleghi non parla quasi mai, nemmeno risponde al saluto; in classe deve parlare per dovere professionale e produce negli alunni un torpore catalettico.
Le emozioni sembra non la sfiorino: se ne prova, non riescono a trasmettersi al viso ed al corpo.
Vestita grigio lutto, persino la faccia è grigio lutto, segue imperturbabile il suo percorso e, alla fine dell’anno, con l’ampia falce miete le sue vittime.
Speriamo resti lontana dalla nostra scuola.

Deliri da prof

il professor Paganini

Cinquant’anni ho compiuto quest’anno, mezzo secolo e non ho l’abitudine di lasciare le cose a metà.
Eppure un pensiero mi affligge: ho iniziato la scuola a sei anni e non l’ho ancora finita e nemmeno vorrei.
Forse sono rimasto bloccato in qualche stadio infantile, ma come sto bene a scuola non sto in nessun’altro posto.
No, non farei mai il preside: mi piace stare in classe, anche se c’è chi tira palline di carta, chi ulula, chi fa la paperella e a volte sembra d’essere allo zoo. Ma mi diverto e mi pagano pure.
Per fortuna settembre non è poi lontano…

Ricordo d’altri esami

il professor Paganini

Quando ho saputo che avrebbe assistito alla prova la supplente di matematica sono stato contento perché, mi son detto, è meglio che ci sia una persona competente e poi si chiama anche Maria Grazia Dolce. «Nomen omen – il nome è un auspicio» e «Nomina sunt consequentia rerum – i nomi son conseguenza delle cose», dicevano gli antichi.
Ma anche le sagge massime degli antichi non sempre dicono il vero.
così, la professoressa Battaglia, docente titolare, sarà per il Maria Rosaria che accompagna il cognome, non porta distruzione, miseria e lutto, mentre la supplente Maria Grazia Dolce, più che della dolce madre celeste venuta a dispensare grazie, aveva l’aria e lo stile di un mastino di malumore.
Vatti a fidare delle parole…