Quarta X. Ho appena iniziato a spiegare la Critica della Ragion pratica.
Noto strani movimenti nelle retrovie della classe. De Maria si agita più del solito. Paroli sorride un po’ ebete.
Con l’aria di badare ad altro, li osservo meglio.
Hanno ingaggiato una vera battaglia e si lanciano palline di carta con la cannuccia della biro.
De Maria si è addirittura dotato di una maschera di guerra per proteggersi il viso. Paroli attinge munizioni sminuzzando il compito di fisica.
E Kant sognava la pace perpetua.
Forse non c’è nemmeno l’eterno riposo.
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Potere magistrale
Credevo di aver spiegato bene Locke, Montesquieu ed il principio liberale della divisione dei poteri. Ne abbiamo parlato durante le lezioni di storia e anche durante quelle di filosofia. Ho martellato, li ho invitati a riflettere, li ho interpellati.
E se quella di Querci fosse una grande scoperta?
Mi dice che esistono tre poteri e che devono essere divisi: «legislativo, giurico (sic) e magistrale». Mi piace l’idea del potere magistrale. In fondo sarebbe anche giusto: il magister (il più grande tra due) è più importante del minister (il più piccolo tra due).
Mi piace l’idea, ma a Querci darò un’insufficienza ugualmente, tanto più che ha confuso Adamo con Abramo. E non ho detto tutto…
Non passa lo straniero
La quinta B mi stupisce. Il compito di storia è andato bene, ma hanno storpiato quasi tutti i nomi e le parole straniere.
Non dico nulla degli storici e dei politici, ma il Führer è diventato furher, fürer e molto altro ancora. Fosse almeno stato meno pericoloso!
L’appeasement è diventato peasemant. Il partito tedesco del Zentrum è diventato Zongrum o Zottlung. I Lager sono diventati lagher. L’Anschluss è diventato Ashuluss.
E, infine, i poveri cecoslovacchi si sono trasformati in ciecoslovacchi e oltre alla libertà hanno perso anche la vista.
Una gabbia di matti
Che cosa fa un lavoratore normale se gli riducono l’orario di lavoro senza intaccare la retribuzione?
Si gode l’inaspettato riposo.
Noi prof siamo delle bestie a parte. Guai a toccarci le ore di insegnamento. Quasi tutti viviamo con sofferenza l’ora persa per l’incontro con le associazioni di volontariato piuttosto che con la psicologa della ASL. Qualcuno è disposto anche a far supplenze gratis nelle sue classi pur di racimolare qualche preziosa ora in più.
La professoressa Sposetti arranca faticosamente per il corridoio. Ogni passo le costa una visibile sofferenza, ma non osate proporle di rimanere a casa per qualche giorno: «Ho già perso un sacco di ore per l’autogestione!» sarebbe la risposta.
La professoressa Morbido incoraggia gli alunni perché si esercitino nella scrittura. Corregge tutto quello che le portano e passa notti insonni su sconclusionati testi che richiederebbero un miracolo di santa Rita invece di una correzione.
Mario Signi è caduto nella vasca ed ha picchiato violentemente la schiena contro i rubinetti. É visibilmente sofferente, ma è ugualmente il primo ad arrivare a scuola.
Forse siamo un po’ matti. Forse siamo troppo convinti dell’importanza del nostro lavoro, anche se insegniamo una materia inutile come la filosofia.
Ma, lasciatemelo dire, sono contento di far parte di questo gruppo di matti.
però, francamente, continuo a non capire chi rinuncia all’assemblea sindacale perché ha già perso troppe ore. Non si rischia di perdere anche qualcos’altro?
Morte della filosofia?
Temerario come sono, ho fatto con gli studenti di terza un approfondimento su Karl-Otto Apel e l’etica del discorso.
Il compito di verifica è andato oltre le mie più rosee aspettative: la miglior verifica dell’anno. Probabilmente le sfide più impegnative fanno emergere energie insospettate.
Un neo però c’è. La signorina Pirra (il cui motto è avec moi le déluge) suscita in me angosciosi interrogativi dichiarando solenne: «Non è possibile argomentare senza cadere in un suicidio filosofico».
Ora, io ho sempre creduto che non fosse possibile filosofare senza argomentare. Che abbia inconsapevolmente avvicinato la morte della filosofia?
Momenti indimenticabili…
Omaggio alla vivacissima professoressa Di Somma…che accompagna gli studenti nei 5 anni con le sue lezioni caratterizzate da un mix di religione e insegnamenti di vita…
Marco Mordini, ex-studente Liceo Scientifico.
Il Diavolo
Lezione su Lutero in terza. Leggiamo le celebri parole:
così la volontà umana è posta tra i due come un giumento; il quale, se sul dorso abbia Dio, vuole andare e va dove vuole Dio, come dice il Salmo: «Io sono divenuto come un giumento e sono sempre con te»; se invece sul suo dorso si sia assiso Satana, allora vuole andare e va dove Satana vuole, e non è sua facoltà di correre e cercare l’uno o l’altro cavalcatore, ma i due cavalcatori contendono fra loro per averlo e possederlo.
All’improvviso qualcuno si mette a trottare per l’aula e al mio sguardo risponde: «Mi è saltato in groppa il diavolo!»
Che abbia ragione?
“…tu chiamale se vuoi…emozioni…”
Oggi per pochi minuti la sala professori è stata il centro di un piccolo evento…I colleghi hanno preparato al Kaiser Pigni una festa a sorpresa per i suoi 60 anni…Inutile dire che l’esimio professore porti egregiamente le 60 primavere che ha sulle spalle…CENTO di questi giorni!!! Il suono della campanella di fine intervallo ha riportato tutti ai propri compiti. Complimenti Prof. !!!
Marco Mordini, ex-studente Liceo Scientifico.
Marialieve e la filosofia
Autogestione. In quarta B sono soltanto in otto. Svogliati.
Marialieve, di solito così diligente, afferma perentoria che la filosofia è come la gomma da masticare: dopo un po’ senti il bisogno di sputarla.
Pazienza, mi dico, Leibniz può dar fastidio a molti “palati”.
Ma ormai la fanciulla è scatenata. Non si ferma qui.
«Vorrei tanto avere un professore come Jonny Depp!»
Ti capisco, Marialieve. Io invece che a Jack Sparrow somiglio sempre più al dottor Balanzone. E il carnevale è già passato.
Ma fidati. Le prossime gomme da masticare ti piaceranno di più.
Il professor Colavolpe mi ha gentilmente raffigurato nei panni di Balanzone, Leibniz, Pangloss.
I riferimenti a Leibniz (e a Pangloss) sono riconoscibili dalla macchina calcolatrice che regge con la mano sinistra e nell’oggetto che porta con la mano destra e che raffigura il sistema binario cui Leibniz dedico approfonditi studi ed una seconda macchina calcolatrice. Per quanto riguarda la gomma da masticare…
WIEN, WIEN, NUR DU ALLEIN
Bella e austera, la capitale dell’Austria ci si è presentata con un sole sobrio come il suo carattere.
Una visita al duomo, poi due passi nelle vie medievali retrostanti e di seguito alla Cripta dei Cappuccini tra i sepolcri degli Asburgo.
Vivo interesse ha suscitato il museo dell’imperatrice Sissi alla Alte Hofburg, la residenza imperiale.
Pranzo libero con Wiener Schnitzel, wurstel o Sachertorte, poi da Klimt al palazzo della Secession, perla del Wiener Jugendstil ed infine alla Haus der Musik dove l’ineffabile Roberto di 5C ha estasiato i presenti con una sonata di Mozart.
Il giorno seguente è stata la volta del castello di Schoenbrunn e della galleria d’arte al Belvedere, la residenza del Principe Eugenio di Savoia.
Serata primo Novecento per la 5B
all’elegante Caffé Griensteidl in Michaelerplatz tra mélange e cioccolata con panna (più regolare bicchiere d’acqua).
Eleganza, misura e tradizione, palazzi meravigliosi e pulizia, questo il ricordo di Vienna, una meravigliosa signora che diventa ancor più affascinante di sera,
quando lampioni e lanterne
illuminano con discrezione piazze e vie.