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Riportiamo un bianco alla Casa Bianca

Foto di Jamie Sabau

Quando si discute di Apartheid, sembra di parlare di un fatto lontanissimo, passato e ormai concluso. Ci si limita all’analisi degli eventi con la lettura dei libri di storia, i quali, senza troppa enfasi, mettono in luce qualche nome, come Mandela.

La lotta dei neri d’America avvenuta negli anni Sessanta del secolo scorso, per l’emancipazione, per l’affermazione dalla propria dignità e delle proprie origini, è già stata gettata nel “dimenticatoio”, specie da chi non l’ha vissuta in diretta.

Affrontare superficialmente casi simili di discriminazione, è come condannare tali fatti ad una progressiva perdita di significato e di rilevanza storica, ma prima di questo, significa dare l’impressione di aver portato a termine la lotta al razzismo e di averlo finalmente debellato.

Ma l’avversione per la pelle scura è stata veramente superata? No. Per capirlo, è sufficiente prendere la metropolitana o il tram, dove ci si ritrova a dover scegliere se sedersi o no affianco “all’uomo nero”. Non sono certa se sia meglio definirla paura o ignoranza, ma è manifesta, quasi tangibile, nonostante i tentativi di repressione.

E a conferma di quanto affermato, ecco un fatto avvenuto durante le elezioni del nuovo presidente americano: nella folla di sostenitori ne emerge uno a favore di Mitt Romney con uno slogan a dir poco offensivo rivolto all’avversario Barack Obama.

Lo chiamano Extreme anti-Obama sentiment: la sua notizia ha sconvolto e riempito i siti web, la fotografia è stata condivisa nei social network e su Google è reperibile per oltre 12 mila risultati.

Il colore della pelle diventa un motivo valido per cui un uomo rischia la perdita di una nomina tanto importante quanto quella di presidente, come se essere di colore fosse una colpa, un peccato imperdonabile. Era necessario usare il razzismo come arma? E a quale scopo? Vincere la nomina alla White House.

Quindi, si è trattato di un forte tentativo di convincimento della parte di americani bianchi che avrebbero votato per Obama. Eppure è stato inutile. E’ triste sapere che gli sforzi di tanti uomini neri che in passato hanno tentato di affermare la propria dignità, siano resi vani da un così breve, crudo e senza dubbio incisivo slogan. E’ come scivolare da una parete rocciosa poco prima di essere arrivato alla fine e dover riprendere la scalata dall’inizio.

Tuttavia non importa quanti americani siano stati a favore di una frase discriminante, ma di quanti non lo siano stati. Pensiamo al fatto che, nonostante le difficoltà, “l’uomo nero” abbia finalmente colorato la Casa Bianca.

…we rise and fall together, as one nation, and as one people
Barack Obama


L’immane dubbio della piscina

Le mamme che portano i loro figlioletti in piscina hanno due possibilità: portarli con sé nello spogliatoio femminile o andare con loro nello spogliatoio maschile. Il dubbio è: mostrare ai loro maschietti un’eventuale nudità femminile o sobbarcarsi questo grande peso morale e correre il rischio di notare di sfuggita (e casualmente direi) un uomo mentre si cambia? Le donne delle pulizie che entrano come se nulla fosse per cambiare i cestini e mettere in ordine diligentemente?
Da frequentatore di piscine da una vita vi posso assicurare che le donne presenti negli spogliatoi maschili sono tantissime e non si fanno scrupoli ne tanto meno mostrano vergogna alcuna!.
Ora mi chiedo se andassi io con la mia figlioletta nello spogliatoio femminile o se mosso da spirito civico mi prestassi a cambiare la spazzatura nel loro spogliatoio, come mi reputereste?
Poi siamo noi i maialini…. donne!!!!! =)

piscina

Istituto Calvino. . .E’ importante avere i Rappresentanti degli Studenti !!!

Stemma Studentesco

Scrivo come ex-studente ma anche come ex-rappresentante d’Istituto e di Classe.
Perchè l’articolo?
Ecco. . . ho pensato che fosse utile per tutti gli studenti, sia maschi che femmine, che avessero in mente di fare qualcosa di concreto per l’Istituto ma che non sapessero da dove partire.  Nessun ragazzo ha iniziato,presumo, sapendo già cosa fare, quando farlo e per quanto tempo. Tutti sono partiti da 0.
Le situazioni, le occasioni e le esigenze fanno apprendere più delle parole.
Ragazzi è fondamentale che ci sia, in questo Istituto come in tutti gli altri, una rappresentanza studentesca!
Perchè il punto di vista dello studente non è lo stesso per il preside, per i genitori e per gli insegnanti.

Anche se ”solo” studenti è possibile fare moltissimo per l’istituto sia inteso come ragazzi che come scuola. Non dimentichiamo che qualsiasi persona che ha fatto qualcosa di grande, prima è stata studente 😆 . . .
La priorità deve essere il bene di tutti, l’impegno a parte vostra sempre costante, per  TUTTI.

Non si è un bravo Rappresentante se lo si fa perchè si vuole saltare  ore di lezione o perchè non si ha altro da fare. Ma perchè lo si vuole fare.
Candidatevi,vivete l’istituto non solo come scuola ma come momento per interagire, conoscere ed imparare.
Candidatevi per i compagni e scoprirete che lavorando per loro, farete del bene anche a voi stessi.
Candidatevi perchè si matura assumendosi responsabilità e dimostrando di saperle mantenere!!!
Buona fortuna a tutti i candidati, rappresentanti e consiglieri presenti e futuri!!!

F.M.G.

La Congiura delle polveri del 5 novembre 1605

V con la maschera di Guy Fawkes

La “Congiura delle polveri” del 5 novembre del 1605 fu un complotto organizzato da un gruppo di cattolici inglesi contro il re ed il governo inglese. Il piano era quello di far esplodere la Camera dei Lord e di uccidere così il re Giacomo I d’Inghilterra ed il suo governo durante la cerimonia di apertura del parlamento inglese.

Il complotto fu ideato da Robert Catesby. Egli riteneva esaurite le vie pacifiche per ottenere una politica di tolleranza per i cattolici e, di fronte a una persecuzione che non diminuiva, pensava alla violenza come ultima risorsa. Il piano fu svelato in una lettera consegnata al re venerdì l’1 novembre 1605. Nella notte del 4 novembre Guy Fawkes venne trovato in possesso di trentasei barili di polvere da sparo; fu quindi arrestato e torturato e infine giustiziato.
Che cos’era successo?
Nel primo incontro, i congiurati avevano giurato di mantenere il segreto (tenendo la mano destra sulla Bibbia). Il piano era quello di far esplodere il Parlamento per eliminare il re ed il suo governo e metter fine alle pressioni sui cattolici. Questo avrebbe ucciso anche tanti innocenti, ma i congiurati ritenevano che il valore dell’operazione fosse tale da compensarne la morte.
Bisognava poi trovare un Protettore, ovvero un uomo subito pronto a governare per riportare l’ordine e per introdurre le riforme religiose che erano l’obiettivo principale dell’impresa. I cospiratori scelsero come Protettore il conte di Northumberland: aveva simpatie per il cattolicesimo ed era parente di uno dei congiurati. Inizialmente si era deciso di parlare del piano al conte così non che non fosse andato alla cerimonia, ma poi si decise di lasciare tutto al caso e di scegliere un Protettore tra i superstiti dell’attentato (seguendo una lista nella quale Northumberland era il primo).

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La politica coloniale inglese e francese

La crisi politica ed economica degli anni Venti e Trenta aprì la strada a cambiamenti politici radicali in gran parte del mondo.
In Europa la crisi del dopoguerra contribuì alla nascita e alla diffusione di dittature e regimi totalitari. Tra gli stati più importanti, solo Francia e Gran Bretagna ressero alla crisi: in questi paesi le classi dirigenti riuscirono a mantenere sotto controllo i partiti socialisti che prospettavano rivoluzioni imminenti, e a garantire la stabilità politica entro il sistema parlamentare e democratico. Anche in questi stati, però, si affermarono le forza moderate e conservatrici.
Negli altri paesi, invece, i sistemi parlamentari non ressero alla spinta delle forze che premevano per una svolta autoritaria. L’ungheria fu il primo paese a sperimentare l’autoritarismo di destra: vennero abolite le libertà politiche e sindacali ed si eliminò ogni forma di opposizione. In Italia nel 1922 andò al governo Benito Mussolini, che in poco tempo organizzò un regime dittatoriale. In Bulgaria nel 1923 si impose la dittatura. Seguirono l’Albania, il Portogallo, la Iugoslavia e, negli anni Trenta, l’Austria, la Germania, la Romania, la Polonia, i Paesi Baltici, la Finlandia, la Spagna. La Russia invece era ormai da tempo sottoposta alla dittatura comunista. L’Europa era dunque quasi totalmente occupata da regimi autoritari.
In questo contesto, Francia e Inghilterra dovettero fronteggiare anche la crescita dei movimenti indipendentisti e nazionalisti nelle colonie, in Africa e in Asia. Le popolazioni coloniali rivendicavano una maggiore autonimia e una partecipazione nell’amministrazione dei rispettivi paesi. L’estensione dei movimenti anticolonialisti fu determinata essenzialmente da quattro motivi:

  • l’Unione Sovietica svolse un’azione a favore dei movimenti anticolonialisti, nell’ottica di liberare gli “schiavi”
  • la pubblicazione nel 1919 dei Quattordici punti del presidente americano Wilson, due dei quali facevano riferimento alle questioni coloniali riconoscendo i diritti delle popolazioni indigene, aveva creato qualche illusione
  • durante la guerra in Occidente, i combattenti avevano conosciuto le idee democratiche e quando ritornarono nelle loro terre si impegnarono a lottare per l’emancipazione della loro patria
  • reparti militari coloniali avevano partecipato alla guerra e si aspettavano come ricompensa una maggiore autonomia

Nel primo dopoguerra, dunque, il nazionalismo si diffuse nelle colonie. Tuttavia, la decolonizzazione vera e propria si sarebbe realizzata solo dopo la seconda guerra mondiale.

La politica coloniale inglese

La crisi del dopoguerra provocò una ristrutturazione dell’immenso impero coloniale inglese: la Gran Bretagna rinunciò a parte del controllo politico per garantirsi invece un dominio economico. Le sue colonie vennero organizzate in forme diverse. Le colonie con una forte componente di popolazione bianca (Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica) ottennero una crescente autonomia politica. Nel 1931 il Parlamento britannico li riconobbe come stati sovrani (Statuto di Westminster) ed entrarono a fare parte del Commonwealth.
La Gran Bretagna deteneva altri possedimenti in Africa, in Asia e nel Pacifico. Su questi territori vi fu soprattutto un controllo economico finalizzato essenzialmente a creare un’area commerciale privilegiata all’interno dell’impero coloniale.

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Calcio

Da quest’anno ho deciso di non seguire più lo sport del calcio. Il motivo è che sono amareggiato dal fatto che quasi ogni partita sia “falsata” da errori arbitrali. In particolar modo quest’anno il ruolo di capro espiatorio ricade sulla solita Juventus, che date le passate vicende, si vede ora amplificato ogni minino errore, ogni fuorigioco, ogni svista: tutte cose che succedono benissimo a tutte le altre squadre, ma che non vengono segnalate o messe in evidenza da giornali/tifosi.

Perché tutti quelli che hanno da parlare contro la Juventus (dico Juventus perché è la squadra che attira più polemiche, ma potrei benissimo dire Pizzighettone, se questa fosse al suo posto) non si rivolgono invece alla Fifa per chiedere l’introduzione della moviola in campo? Da quest’anno ci sono due persone pagate per stare 90 minuti a guardare una linea e controllare se la palla la oltrepassi oppure no e nonostante ciò esistono ancora i “gol fantasma”, non credete sia assurdo, quando basterebbe una semplice telecamera, con conseguente risparmio di denaro per altro?

Chi è che ruba, la Juventus, oppure chi ha interesse ad ostacolare la presenza della tecnologia in campo?

Andry

Un saluto da un “vecchio” studente

Ciao a tutti, era tantissimo che non passavo di qui, e da più di due anni non scrivo. E pensare che anche l’ultimo giorno dell’ultimo anno di scuola mi ero preso la briga di fare un post semi-polemico sulla chiusura anticipata delle scuole in Luini.
Molte cose sono cambiate, e la stragrande maggioranza delle persone che legge e scrive su questo blog probabilmente neanche sa, o si ricorda di me (il Preside credo proprio di sì…).
Volevo fare un appello ai ragazzi, prima ancora che ai Professori: fate vivere questo blog, intavolate discussioni, su qualunque argomento, coinvolgete chi non lo usa. È vero, oramai facebook ha preso il sopravvento, ma non c’è (o non ho visto) una pagina istituzionale della scuola, ed è solo qui che si può fare un po’ di “casino” (nel senso buono del termine).

Per mettervi un po di voglia vi metto due link, uno trovato a caso e uno su di una mia discussione (il Preside, che saluto con affetto, sarà molto contento…):

  • Qua ho preso a caso una pagina del blog di quando lo frequentavo io, in cui potete vedere che le discussioni erano abbastanza vive.
  • Qua un po’ di polemica da me creata perché il Preside non fece chiudere le scuole. Non so oggi quante scuole siano aperte, il Calvino mi risulta di sì (la mia Università ha fatto ponte…).

Detto questo colgo l’occasione per salutare tutti, dai ragazzi e i Prof della ragioneria che conosco, ai nuovi e ai liceali (si usa ancora “LICEALE TORNA A STUDIARE”??). Magari un giorno farò un articolo di riflessioni su quel che è stato il Calvino per me (mi uscirà, forse, la lacrimuccia, ma non credo 🙂 )

Un abbraccio a tutti.

PS Sig. Preside lo legge ancora il blog? Non le mancano i vecchi tempi? Si ricorda dei due fiocchi di neve? 😀

Mario P.

Calcio per ciechi? Wow!

due calciatori non vedenti
due calciatori non vedenti

Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sul calcio per non vedenti, quindi eccovi qui alcune veloci informazioni!

Ebbene sì ragazzi e ragazze, esiste anche il calcio per non vedenti! Come primo pensiero verrebbe da dire “Veramente? Ma come cavolo fanno a giocare?” (però non ridere, saresti una brutta persona!); le regole sono queste:

Il campo è quello del calcetto (a cinque) modificato con protezioni sulle linee laterali per evitare le rimesse. Il pallone non rimbalza molto e presenta al suo interno dei sonagli, in modo che i calciatori possano riconoscere acusticamente la sua posizione in ogni momento; i giocatori sono tutti non vedenti, tranne il portiere, ma vengono comunque bendati per non avvantaggiare quelli che hanno maggiore grado di visibilità (ad esempio alcuni riescono a distinguere la ombre). A bordo campo c’è l’allenatore (vedente) che detta istruzioni su come muoversi. Le partite sono formate da due tempi regolamentari da 25 minuti ciscuno.

Il primo campionato venne organizzato negli anni Ottanta in Brasile,  e nel 2004 il calcio per non vedenti ufficialmente entrò a far parte delle discipline Para Olimpiche. Il brasile ha già vinto 3 mondiali di Calcio per Ciechi; anche chi perde, però, è già vincitore di una grande impresa.

Gabriele Bertoli

Impresa giornalino: ne vale la pena?

Domanda: sinceramente, che utilità ha il nostro Giornalino della scuola?

Per esperienza personale, pensiamo che lo spreco di carta, di tempo e di inchiostro sia stato maggiore rispetto all’interesse da parte dei ragazzi. In questi anni abbiamo assistito a continui tentativi di creazione di un Giornalino intelligente e soprattutto  interessante, ma purtoppo non si può negare che ogni singola pubblicazione sia stata abbastanza un fallimento. Anche se tutti gli anni l’iniziativa è partita con entusiasmo e  con i più buoni propositi, pensando ” questo sarà l’anno buono!”, i risultati non ci sono stati. Il problema principale, probabilmente, è il fatto che nessuno si sia mai davvero interessato e impegnato nell’impresa e nella creazione degli articoli.
Molti ragazzi si sono presi a cuore la situazione, e apprezziamo, però a questo punto, ci deve essere qualcosa che non va nella “catena di montaggio”.  Anche l'”IPSE DIXIT”, l’unica sezione del Giornalino che attirava l’attenzione, nei vari numeri è andato decadendo: alla fine, pur di non eliminarlo, essendo obiettivamente la prima (e forse l’unica)  parte ad essere cercata dai lettori, venivano riportate battute che non facevano ridere. Per non parlare poi della grafica! Sicuramente c’è qualcuno che potrebbe fare un lavoro un po’ più carino: che vada a salvare il Giornalino!! (fa anche rima  😉 ) L’aspetto fa tanto! Sappiamo che per una grafica di qualità e magari fatta anche a colori, i costi sono parecchio alti e forse una scuola come la nostra non si può permettere di “sprecare” questi soldi, anche se un giornalino curato sarebbe davvero una buona cosa. Altro problema credo sia il fatto che probabilmente i computer su cui la redazione lavora non sono adatti per un lavoro all’avanguardia e accattivante. E perchè non incentivare i ragazzi a scrivere articoli? Potrebbe essere un buon imput quello di dare crediti a chiunque si metta in gioco per migliorare quello che, di fatto, potrebbe essere un distintivo della nostra scuola. Sarebbe anche più interessante trovare articoli che non riguardano solo la scuola, ma anzi, riguardanti la zona, o ancora di più, relativi alle proposte che il comune di milano ci offre, sotto tutti gli aspetti. Cercare un tema del mese non sarebbe neanche una cattiva idea, e siamo quasi sicure che anche con delle piccole modifiche sensate la gente inizierebbe ad appassionarsi maggiormente.

Noi abbiamo provato a snocciolare le questioni e i problemi più rilevanti, sperando che magari il nostro articolo abbastanza provocante porti dei miglioramenti, sempre che siano possibili.

La nostra non vuole essere una critica gratuita a chi si occupa del Giornalino, siamo le prime che lo vorrebbero, ma piuttosto che così non è forse meglio farne a meno?

CM CC