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…finalmente ci facciamo sentire!!!!!

finalmente oggi, 3 ottobre 2006, gli studenti dell’ Italo Calvino si sono fatti sentire…..!!!! devo dire che quando abbiamo iniziato a pensare a questa manifestazione, non pensavo che così tanti studenti avrebbero aderito…. è stata una piacevole sorpresa…. si vede che il problema sussiste per molti!!!!
in ogni caso, una volta arrivati in provincia, siamo stati anche bene accolti ed ascoltati con pazienza ed attenzione….!!!!!! in definitiva…. in gruppo siamo riusciti ad ottenere ciò che volevamo!!!! un GRAZIE PER LA PARTECIPAZIONE E L’APPOGGIO A CHI CI HA SEGUITO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Questo è solo l’inizio

Come avevo detto ieri, la faccenda non è finita qui.
Certo è che nessuno si aspettava -organizzatori a parte- di trovare una folla così immensa.
Non che tutti la pensino ugualmente, non parlo nemmeno di chi ha preso e se ne è andato a casa, ma un’altra volta gli studenti, stavolta di liceo e ragioneria, hanno unito le loro forze per farsi sentire alla sede della Provincia di Milano.

Stamattina è successo qualcosa di particolarmente importante, non perché una moltitudine è rimasta fuori dai cancelli di scuola, ma per quello che è successo successivamente: dopo la prima diaspora di studenti andati a casa se non altrove, i rimanenti (un folto gruppo, stranamente) si dirigono alla sede della Provincia di Milano sita in via Petrarca.

il corteo davanti alla sede della Provincia di Milano
Uno degli striscioni esibiti alla manifestazione

Una manifestazione in piena regola, con tanto di striscioni e cori, solo un po’ più piccolo dei cortei ai quali sono abituato vedere (con camionette, persone che camminano in mezzo alla strada ecc…).
Siamo stati accolti quasi immediatamente e in meno di dieci minuti abbiamo ricevuto l’assessore all’edilizia scolastica Barzani ed alcuni tecnici con dati alla mano per poterci rispondere in modo concreto ed immediato (per non farci dire troppe cose sbagliate).

gli studenti si accomodano in sala

Tante proposte, tanti interventi (non ho mai visto cose simili a scuola negli ultimi anni!), tante parole e qualche promessa: si cercherà di porre rimedio in tempi piuttosto brevi ad alcune situazioni quali il potenziamento dei mezzi pubblici (e non solo quelli dell’ATM), mentre per questioni di tipo edilizio dovremo rassegnarci a vederle da ex-studenti, almeno per le quarte e le quinte.

Che dire… forse un gruppo che si rende attivo ha capito di essere più forte dei pochi e dei disinteressati a questioni del genere.

Oggi è finita una parte di manifestazione: il gruppo che ieri ed oggi manifestava, da domani torna a scuola come un gruppo di studenti. Sia chiaro che per faccende interne la questione non è risolta, non fino a che non conosciamo gli esiti dei consigli di istituto.

Che succede amico?

Un estintore esploso o fatto esplodere e la sede di viale Liguria cade nel panico.
É possibile che per un estintore tre classi vadano in comune e si facciano sentire?
Non vi sembra un po’ troppo?
Allora i conti non quadrano? o gli studenti sono impazziti o è successo qualcosa di ben più grave!
Diciamo che se sessanta persone abbandonano indebitamente l’edificio scolastico per andare in comune a protestare – quando solitamente nessuno interviene a dibattiti e sta zitto a farsi i c***i suoi (e permettetemi la durezza del termine, ma ci vuole proprio) e per questo vengono mosse, da parte dei docenti, delle aspre critiche – mi sembra che qualcosa stia accadendo.
Quello che è successo oggi è una dimostrazione di quanto la massa conta, non quella che si veste uguale, non è il momento opportuno di parlare di quella massa, ma di persone che, almeno su una posizione sono d’accordo: questa non è una scuola o almeno non lo sembra.
La 5^C, la 5^D e la 4^C stamattina non hanno fatto lezione e forse hanno imparato qualcosa di molto più utile di qualche ora passata in una mezza aula, inizialmente dedicata alla visione di video, senza banchi sufficienti e senza cattedra. E poi ci danno dei “viziati”?

gli studenti ammassati in aula video

Non parlo oltre perché potrei solo fare danni a me stesso. Preferisco invece che date un’occhiata a cosa queste tre classi hanno fatto stamattina, alla faccia di chi ci credeva a casa a giocare alla playstation o simili.

gli studenti all\'ingresso del municipio di Rozzano
gli studenti del Liceo nell\'aula consiliare del Comune di Rozzano
gli studenti con uno striscione nell\'aula consiliare del Comune di Rozzano

Questo è solo l’inizio, non pensate che la faccenda sia finita qui?
Il consiglio di istituto non è più intelligente, è solo più organizzato e insieme si può far molto, molto!

Sogna ragazzo sogna!

Ebbene sì, il mio ego questa volta deve inchinarsi alla poesia stupenda di Vecchioni per questo vi riporterò il testo originale della canzone, senza cambiare le parole… che siano di incoraggiamento per tutti voi!

E ti diranno parole rosse come il sangue e nere come la notte,
ma non è vero ragazzo che la ragione sta sempre con il più forte,
io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo!
Chiudi gli occhi ragazzo e credi solo a quel che vedi dentro,
stringi i pugni ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento,
scopri l’amore ragazzo, ma non nasconderlo sotto il mantello,
a volte passa qualcuno, a volte c’è qualcuno che deve vederlo!
Sogna ragazzo sogna quando sale il vento nelle vie del cuore,
quando un uomo vive per le sue parole o non vive più!
Sogna ragazzo sogna non lasciarlo solo contro questo mondo,
non lasciarlo andare sogna fino in fondo fallo pure tu!
Sogna ragazzo sogna quando cade il vento ma non è finita,
quando muore un uomo per la stessa vita che sognavi tu!
Sogna ragazzo sogna non cambiare un verso della tua canzone,
non lasciare un treno fermo alla stazione, non fermarti tu!
Lasciagli dire che al mondo quelli come te perderanno sempre,
perchè hai già vinto lo giuro non ti possono fare più niente!!!!!!
passa ogni tanto la mano su un viso di donna, passaci le dita,
nessun regno è più grande di questa piccola cosa che è la vita,
e la vita è così forte che attraversa i muri per farsi vedere,
la vita è così vera che sembra impossibile doverla lasciare,
la vita è così grande che quando saraì sul punto di morire,
pianterai un ulivo convinto ancora di vederlo fiorire!
Sogna ragazzo sogna quando lei si volta, quando lei non torna,
quando il solo passo che fermava il cuore non lo senti più!
Sogna ragazzo sogna passeranno, i giorni passarà l’amore,
passeran le notti finirà il dolore sarai sempre tu!
Sogna ragazzo sogna piccolo ragazzo nella mia memoria,
tante volte e tanti dentro questa storia non li conto più!
Sogna ragazzo sogna ti ho lasciato un foglio sulla scrivania,
manca solo un verso a quella poesia puoi finirla tu!

Domani inizierò l’università e inizierà una nuova vita, un nuovo verso sulla mia poesia ma mi sembra doveroso ringraziare tutti gli amici, i compagni e i professori ,la mitica triade Pigni,Paga e Cola che mi hanno aiutato a scrivere gli ultimi 5 anni!

La “cobra” colpisce ancora

É ormai noto a tutti che la “cobra” ?società specializzata nel disturbare le lezioni di inglese ma soprattutto quelle del professor Pigni? si sia stabilita a Rozzano in via definitiva già dall’anno scorso.
Quest’anno, però, l’attività si è intensificata fin dall’inizio dell’anno scolastico così tanto, che ritengo giusto scrivere qualche riga per dire al mio caro prof. d’Inglese che sono dalla sua (così magari mi mette anche 9 perché l’ho reso eterno).
Spero con questo articolo di rendere un’idea di ciò che accade nelle sue ore.

Mercoledì 27 settembre 2006 ore 8.10. Dopo una lunga ricerca dell’aula in cui fare lezione (l’aula 108), la 5C si ricompone e la lezione può cominciare.
Non passano nemmeno cinque minuti che già la “cobra” si mette d’accordo con il parroco dell’oratorio della parrocchia di S.Ambrogio per far suonare le campane alle 8.15, possibilmente per un quarto d’ora e possibilmente ad un volume alto, da disturbare la lezione del Pigni. Terminate le campane il prof. si appresta a parafrasare un ode di Keats ?un romantico, un ribelle, proprio come i capi della “cobra”? la lezione sembra andare avanti normalmente, quando la porta si apre di scatto ed un tizio dall’aria mezza addormentata entra in classe. Vedendo che non c’è nemmeno uno dei suoi simili, sbarra gli occhi e sparisce sbattendo la porta con la calma di Galliani quando il Milan segna.
Dopo questo spiacevole inconveniente la spiegazione continua? ancora per poco, visto che in un arco di trenta minuti passa un’ambulanza a sirene spiegate, un tagliaerba truccato da Fat-Joe per “Pimp My Ride International” ed un camion dell’amsa che con Rozzano ha poco a che fare.
Non fa in tempo nemmeno la campanella a suonare, che entra in classe un altro tizio che sulla soglia esclama “Questa non è la mia classe!” e chiude la porta con un gesto delicato quanto un elefante in corsa.

Pensate che sia finita qui? Beh, vi sbagliate? c’è ancora un’ora di racconto!

Ore 9.08: entra una bidella, ma nella classe sbagliata e guarda a caso nella nostra. Ora il dubbio che degli infiltrati della “cobra” abbiano raggiunto l’edificio scolastico si fa certezza. Un minuto dopo la bidella lancia il segnale da un telefono anti-intercettazioni e una betoniera comincia a girare cemento, sparando rumori a migliaia di decibel proprio fuori dal parcheggio antistante la scuola.
Dieci minuti di tranquillità, anzi quindici e poi un altro attacco. Questa volta un colpo basso ai danni del Pigni: un AB405 (per i comuni mortali un elicottero) passa sul tetto della scuola.
Altri cinque minuti di Keats vengono interrotti da una musica fievole che presto si rivela essere la musica del cellulare del professore (come, la “cobra” conosce anche il suo numero di telefono?!?). Qualche secondo e la bidella membro della “cobra” con il suo collega (agente con licenza doppio zero) anche lui della “cobra” fanno capolino nella classe e fanno uscire il professore con una motivazione fittizia.
La bidella chiude la porta. La paura prende il sopravvento.
Un’esecuzione?
No, nulla di grave: era solo suo figlio (altro membro della “cobra”) che aveva dimenticato il libretto dell’università.

Alla fine, però, la spiegazione viene conclusa e come in ogni spiegazione che si rispetti, come colonna sonora, c’è la sirena di un’ambulanza: la stessa di prima.

Come potete vedere ci sono delle vittime del sistema?

?della “cobra”

Ragionando con Alex

Ringrazio Alex e Dario per i loro commenti. Difficile affrontare problemi così complessi in poche righe, ma proviamo almeno a fare luce su qualche punto.
Comincio da Alex. Tu dici che l’indifferenza che manifestano i giovani verso le grandi questioni di interesse generale deriva “dallo sbagliato utilizzo delle tecnologie di cui oramai disponiamo”. Io viceversa penso che l’uso passivo, acritico, consumistico degli strumenti tecnoloigici è solo uno degli effetti prodotti da un modello sociale che ha nel mercato e nella sua logica il valore fondamentale di riferimento, plasmando comportamenti pratici e atteggiamenti mentali. Il mercato ci rende fin dall’infanzia consumatori di merci e più tardi anche produttori di profitto, integrandoci in un meccanismo che ci vuole il più possibile avidi e competitivi. Chi rifiuta questo gioco spietato viene emarginato, escluso, considerato un “perdente”, e allora è meglio imparare alla svelta a sgomitare, arrampicarsi sopra gli altri senza inutili scrupoli, godendo del piacere di possedere ed esibire tante belle cose, costose ancorché superflue. Avere ed apparire, questo è lo scopo del gioco, e per raggiungerlo occorre molta ambizione, poca solidarietà, cinismo quanto basta; e oscurare gli altri, o al massimo usarli. Badando bene – ma non è difficile – che la coscienza ipnotizzata non si svegli. L’indifferenza, caro Alex, trova qui la sua radice sociale che fa di noi degli atomi ciechi, sordi e dis-umani.
Io penso che sia possibile cambiare le regole del gioco, o addirittura cambiare il gioco stesso; ma credo anche che fin quando rimaniamo atomi isolati sia difficile persino concepire questa possibilità.
Alla prossima. Con Dario.

Liberi dentro

Torna a far parlare di se monsignor Milingo, dopo l’ennesima ribellione parte la scomunica da parte del Vaticano. Infatti pochi giorni fa l’esorcista scatenato avrebbe nominato a Washington 4 sacerdoti sposati. Non è il primo colpo di testa di Milingo, evidentemente l’esilio a Zagarolo, alle porte di Roma, non gli ha fatto dimenticare Maria Sung agopunturista sposata qualche anno fa secondo il rito del reverendo Moon, alla quale era stato stappato dal vaticano, ma dalla quale è ritornato nello scorso maggio. A quanto pare il monsignore più godereccio del vaticano ha ceduto alla vera fede, la fede dell’amore.

Dal “noi” all’ “io”.

Cerco di chiarire quanto ho voluto dire intervenendo nel dibattito seguito alla relazione dell’avvocato Franco Scarpelli questa mattina in auditorium.
Non penso affatto che i giovani di oggi siano “peggiori” di quelli della mia generazione; credo però che negli ultimi vent’anni si siano drammaticamente indebolite forme fondamentali di coscienza collettiva. Un tempo, partiti, sindacati, associazioni di ogni tipo costituivano un ricco tessuto attraverso il quale il singolo entrava in relazione con le istituzioni, col mondo del lavoro, con la società civile, partecipando alla vita collettiva, maturando un punto di vista, magari critico, sulla realtà, prendendo posizione nei confronti delle grandi questioni di interesse pubblico, etico, politico. Oggi le cose sono molto diverse. Il processo di atomizzazione della società da un lato omologa in modo impressionante i comportamenti, dall’altro ci isola come individui regalandoci un’apparente libertà. A parte i personali legami affettivi o di amicizia, le uniche forme di vita sociale sono rappresentate da eventi spettacolari (la partita di calcio o il concerto) o, nel migliore dei casi, da attività solidaristiche o di beneficienza. Anche nei rapporti di lavoro alla cultura dei diritti si va sostituendo quella dei favori: ognuno tende a risolvere il proprio problema senza collocarlo in un orizzonte più ampio. E riferendosi alla scuola, da quanto tempo gli studenti hanno rinunciato a pensarsi come un soggetto collettivo, portatore di proposte anche critiche, limitandosi a subire l’esistente nella logica dell’ “ognuno per sé e Dio per tutti”? E lasciamo perdere l’autogestione, che al massimo è una riproduzione sgangherata della scuola in formato ridotto, soltanto con più ricreazione…
Sul perché abbia potuto accadere tutto ciò ho le mie idee, ma non è il caso di esporle qui ed ora. Piuttosto mi interessa molto conoscere qualche altro punto di vista. Non siete d’accordo? A voi la replica.

11 settembre

Dario Passaro


Ad un lustro da una data che evoca pochi bei momenti, l’ombra della premonizione si aggirava tra gli animi inquieti degli alunni…
Per chi doveva cominciare l’incubo dell’accettazione e della novità, per chi invece il cammino proseguiva, titubanza su compiti non fatti o terrore di qualche prof.!
Beh invece forse proprio come diceva non tanto in là il Prof. Paganini, il nostro essere talvolta animaleschi penso ci abbia portati a questo giorno tanto atteso e temuto con la felicità di rivedere gli amici e l’irrequietezza tipica giovanile.
Che fosse solo allora una messa alla prova? Un test psicologico dai secondi fini? Un complotto segreto organizzato dai più potenti?
Macché! Solo la pura casualità di ricominciare in una data importante!
E allora sia! Ricomincino il solito tran-tran e le pericolose verifiche, perché il mondo gira, va avanti e ahimé pure noi dobbiamo corrergli dietro!
Welcome back!